A Modena e provincia alla fine del 2009 le imprese con un titolare non italiano erano l’8,5 per cento del totale, oltre 6 mila su 73mila. Di queste, l’81,2 % aveva per titolare un cittadino di origine extra-comunitaria. L’aumento del numero di attività imprenditoriali di immigrati deriva ancora in gran parte da micro imprese individuali, che per il 64% non ha collaboratori. La quota però diminuisce per le imprese attive da oltre 6 anni, che cominciano ad assumere dipendenti anche italiani. Le imprese etniche, quelle che vendono solo a stranieri, sono meno dell’8% del totale. L’imprenditore extracomunitario modenese è tendenzialmente giovane – uno su due ha meno di 40 anni – ed è ben radicato sul territorio: l’80% risiede a Modena da più di 10 anni.

I dati emergono da una ricerca di Nomisma, commissionata nell’ambito di un progetto comunitario guidato da Modena Formazione con il supporto dell’assessorato alle Politiche economiche del Comune. L’indagine ha fotografato la qualità, le tipologie e i comportamenti delle imprese di stranieri, rilevandone i riflessi sull’economia e sui processi di sviluppo locale.

I risultati dello studio sono stati recentemente presentati dal presidente di Modena Formazione Antonio Finelli e dall’assessore comunale Graziano Pini ai rappresentanti delle associazioni della piccola e media impresa, del commercio e dell’artigianato modenese. In quell’occasione, spiega Finelli, “è emersa la necessità del sistema economico locale di intraprendere iniziative concrete per accompagnare l’integrazione economica di queste nuove realtà, attraverso momenti di confronto con tutte le realtà istituzionali e associative del territorio”.

Per l’assessore Pini “Comune e associazioni d’impresa concordano sull’esigenza di conoscere e assecondare lo sviluppo delle attività economiche degli stranieri, che sono una parte crescente e spesso poco nota e poco seguita del tessuto produttivo cittadino e che devono integrarsi anche e soprattutto nel sistema locale di regole e rappresentanze. Un’integrazione che non solo faciliti la partecipazione delle imprese guidate da extra comunitari alla vita economica del territorio, ma garantisca il loro operare in un clima di legalità”.

Altri dati significativi dell’indagine di Nomisma riguardano fatturati e capacità competitiva delle attività di imprenditori stranieri. Nel modenese, la maggior parte delle imprese (55,7 %) con titolare extra-comunitario ha una situazione economica stabile, dimostrando una capacità diffusa di competere sul mercato locale. Il fatturato delle imprese è comunque, per il 63,9 %, inferiore ai 100 mila euro.

I comportamenti delle aziende sono influenzati dall’area di provenienza dell’imprenditore. Un capitolo a sè stante riguarda gli asiatici, in particolare i cinesi. Le loro imprese rappresentano il 10,7% del totale, mentre i residenti sono poco più del 5% del totale della popolazione. Le maestranze nel 43% dei casi sono del paese di provenienza dell’imprenditore e nell’11% appartengono alla stessa comunità locale. In generale, le imprese asiatiche sono le più strutturate: più della metà ha almeno un dipendente, mentre nelle altre aziende di stranieri solo una su tre ha collaboratori. Solo il 36,7% degli imprenditori asiatici è iscritto a un’associazione di categoria, contro una media complessiva di quasi il 50%. “Si tratta di una comunità che anche dal punto di vista economico spesso appare un po’ autoreferenziale e che quindi va coinvolta maggiormente nella nostra società”, conclude Pini.