Il Circolo SEL di Modena intende, con questa nota, esprimere la propria valutazione e posizione in merito al progetto “Piscina al Parco Ferrari”. Siamo favorevoli alla riqualificazione, o meglio, al completamento del Parco Ferrari. Non condividiamo, invece, lo strumento cardine del progetto, ovvero la costruzione di una piscina. Innanzitutto per l’evidente ragione che è mal collocata rispetto alle esigenze della città, che vede presenti nella zona altri 3 impianti natatori (Dogali, Vigili del Fuoco, CDR) e che al contempo ne sconta la mancanza nella parte sud-est, investita in questi e nei prossimi anni da un marcato sviluppo urbanistico. Andrebbe considerato, inoltre, un evidente impatto negativo in termini di mobilità. Siamo favorevoli alla riqualificazione anche “sociale” del Parco, benché riteniamo esagerate le descrizioni di degrado che ci sono state proposte. Ma tale riqualificazione può essere facilmente praticata (anche dal punto di vista economico), oltre che attraverso un diffuso sviluppo del verde e dei percorsi pedonali, con l’edificazione di strutture leggere e di basso impatto ambientale-paesaggistico, utili a favorire attività ricreative, sportive, ludiche, aggregative (campi da pallacanestro, beach volley, per la ginnastica degli anziani, per il gioco dei bambini, etc).

Rifiutiamo l’idea che la “piscina si deve costruire al Parco perché solo lì i privati hanno interesse a costruire”. Rifiutiamo l’idea che non ci sia più in questa città una vera e sana concezione del bene comune, non disponibile ad attività commerciali. Rifiutiamo l’idea di una città dove ogni spazio deve avere un valore economico: dopo Marzaglia, dopo l’ex-AMCM, dopo il Parco Ferrari, cosa ancora? In questa direzione, chiediamo: è il parco che, per la propria riqualificazione, richiede che si costruisca una piscina, o è vero l’esatto contrario, ovvero che la riqualificazione del parco sia una motivazione utile a giustificare una piscina che altrimenti non si spiegherebbe?

E chiediamo ancora: l’Amministrazione è oggi in grado di produrre uno studio di fattibilità economica, che dimostri che la piscina non può avere altre collocazioni se non quella del Parco Ferrari? Le attività commerciali previste e l’ipotesi di affidare all’investitore anche la gestione delle piscine Dogali, non suggeriscono forse che il progetto da solo non si sostiene? L’Amministrazione è già a conoscenza di privati interessati, e che hanno già scartato altre ipotesi, più ragionevoli dal punto di vista della collocazione (Via Pavia ad esempio)? E ancora, perché sarebbe utile saperlo: sulla base di quali analisi si dimostra che Modena necessita oggi di un altro impianto natatorio? Non si chiedono opinioni, ma cifre, che dimostrino da un lato la necessità, dall’altro la fattibilità. Ad oggi queste cifre non ci sembra siano state prodotte. Come già ribadito pubblicamente, e nel corso degli incontri di maggioranza, su un tema così lungamente e profondamente dibattuto riteniamo non utile, ma indispensabile, che i cittadini, adeguatamente informati e facilitati nella discussione, si pronuncino direttamente e con ultima parola. L’istruttoria che si sta avviando non risponde a questa esigenza, poiché concede al Consiglio Comunale la facoltà di recepire o meno le indicazioni in essa avanzate dai cittadini.

Abbiamo proposto che si dia piena attuazione ai percorsi partecipativi, quali quelli istituiti dalla Legge Regionale 3, con chiara ed onesta intenzione di ascoltare e recepire le voci provenienti dalla città. Ci viene risposto che tali percorsi hanno tempi troppo lunghi: ma non è forse vero che, oltre alla inopportuna proposta di una piscina nel parco principale della città, è anche il metodo decisionale adottato a creare il problema? Non è forse vero che tali progetti sembrano calati dall’alto, senza che abbiano a corredo alcuno spazio di discussione e creatività intorno ad essi? Non è forse diffusa l’idea che “tanto la decisione è già presa”? La bella esperienza delle Ex-Fonderie deve rimanere solitaria? Perché non vengono colte positivamente le sollecitazioni alla discussione che singoli cittadini, gruppi su Facebook, luoghi di discussione reali e virtuali (Modena Attiva) stanno esprimendo?

Noi proponiamo, una volta dimostrata la necessità di una piscina, che si dia avvio – sulla scorta di quanto previsto dalla già citata Legge Regionale 3 (in particolare agli articoli 10 e 11) oppure prendendo spunto da altri strumenti come quelli da noi recentemente proposti – un vero percorso di partecipazione, che ne definisca collocazione, funzioni (sportivo, ludico-ricreativo, etc), semplici criteri costruttivi (in merito di impatto ambientale, ad esempio). Ci auguriamo che l’Amministrazione sappia interpretare con saggezza il momento e la discussione che si è generata intorno a questo tema. Sottraendosi alle forzature ed incomprensioni ed evitando di alimentare il sospetto di commistione con i poteri economici ed il distacco della gente dalla politica. Riteniamo che una scelta, da parte della Giunta, volta all’avvio di un vero percorso partecipativo non determinerebbe una abdicazione del ruolo delle Istituzioni e della Politica – che hanno e che devono esercitare la loro funzione rappresentativa – ma al contrario una elevazione dello spirito di servizio e di guida della città. Ci guadagneremmo tutti.

(Sinistra Ecologia Libertà Modena – Forum “Ecologia, beni comuni”)