Il Centro Interdipartimentale di Ricerche Genomiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia organizza per martedì 22 febbraio 2011 una giornata scientifica da titolo “Next Generation Sequencing”.

Il convegno, che si terrà alle ore 9.30 presso l’Aula Congressi della Facoltà di Giurisprudenza (via San Geminiano, 3) a Modena, sarà aperto dai saluti del Rettore prof. Aldo Tomasi, del Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerche Genomiche prof. Enrico Tagliafico, del Preside della facoltà di Bioscienze e Biotecnologie e Delegato alla Ricerca prof. Sergio Ferrari, della Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia prof.ssa Gabriella Agazzotti, del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena dott. Stefano Cencetti, del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi Gian Fedele Ferrari e del Presidente dell’Ail di Modena Onlus dott. Umberto Torelli.

Il programma, che si articolerà nell’arco dell’intera giornata e vedrà l’intervento di numerosi esperti del settore, sarà focalizzato sulle nuove tecnologie del sequenziamento massivamente parallelo del DNA nelle diverse applicazioni in biotecnologie, diagnostica, medicina e ricerca di base.

Per i dottorandi di discipline biotecnologiche il Consorzio Iteruniversitario Biotecnologie – C.I.B mette a disposizione un contributo alla mobilità dei dottorandi che volessero partecipare a tale evento.

L’organizzazione dell’evento è stata resa possibile grazie al contributo del Consorzio Iteruniversitario Biotecnologie – C.I.B, della Fondazione cassa di Risparmio di Modena e della ditta Roche Diagnostics.

Il Centro Interdipartimentale di Ricerche Genomiche, istituito l’anno scorso nel nostro Ateneo è un centro di ricerca nato per coordinare e promuovere le altissime competenze di alcuni gruppi di ricerca, che con diversi obiettivi scientifici, da anni operano presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia dedicandosi alla ricerca genomica.

Al Centro afferiscono ricercatori di 6 Dipartimenti che operano nel settore delle Scienze della Vita, sia in scienze di base che in scienze applicate e cliniche. Il Centro mira a promuovere lo sviluppo della ricerca sul genoma, per contribuire alla formazione di personale specializzato nell’uso di particolari attrezzature scientifiche nell’applicazione di nuove tecnologie, e a sviluppare l’integrazione delle attività di ricerca, favorendo, in particolare, la collaborazione tra le strutture scientifiche dell’Ateneo, e tra queste ed altre Università, enti di ricerca e mondo imprenditoriale.

“La pubblicazione della sequenza del genoma umano nel 2001 – afferma il Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerche Genomiche prof. Enrico Tagliafico – ha concettualmente sancito il passaggio della nostra generazione all’era delle scienze della vita basate sulla conoscenza della sequenza dei genomi. Da allora, anche in seguito alla disponibilità dei dati sui genomi di varie specie, è diventato sempre più chiaro che, dall’evoluzione delle specie, alla predisposizione al cancro, le spiegazioni vanno cercate nel genoma”.

Negli ultimi 10 anni la tecnologia ha fatto nella genomica dei passi da gigante ed ha avuto un ruolo determinate per progressi scientifici ottenuti, in questi anni, in tutti i campi delle scienze della vita. Modena ha ormai un’esperienza più che decennale in tecnologie genomiche ed il laboratorio microarray del Dipartimento di Scienze Biomediche, adesso Core Lab di genomica del Centro, è stato tra i primi in Italia ad utilizzare queste tecnologie grazie anche al contributo di AIL e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.

“L’anno scorso, grazie a un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi – prosegue il prof. Enrico Tagliafico – il Centro Interdipartimentale di Ricerche Genomiche ha arricchito il suo potenziale tecnologico di ricerca con l’acquisizione di un sequenziatore massivamente parallelo di DNA. Questo tipo di tecnologia, che è già in funzione presso il Core Lab genomica del Centro, è in grado di produrre oltre 500 milioni di bp sequenziate in 7 ore con accuratezza al 99%. Ciò consentirà di sequenziare in singoli pazienti migliaia di geni in poche corse per l’evidenziazione di mutazioni germinali o, in alternativa, sequenziare un numero limitato di geni su un gran numero di pazienti e con una altissima sensibilità di identificazione di mutazioni somatiche, ovvero mutazioni presenti su pochissime cellule, per esempio su un campione tumorale”.

Per maggiori informazioni sul programma e per l’iscrizione al convegno consultare il sito www.ngsday2011.unimore.it.