Si è aperto sulle note dell’Inno di Mameli il Consiglio comunale solenne per la celebrazione del 150esimo dell’unità d’Italia in corso oggi pomeriggio, lunedì 21 marzo, a Modena. L’Aula ha ospitato gli studenti dell’Istituto superiore di studi musicali Vecchi-Tonelli, che si sono esibiti nella marcia simbolo della nazione italiana. Dopo questo primo momento celebrativo il Consiglio comunale ha osservato un minuto di silenzio come atto di solidarietà per quanto sta accadendo in Giappone.

In piedi a intonare l’Inno, oltre al sindaco Giorgio Pighi, alla presidente del Consiglio Caterina Liotti, agli assessori e consiglieri comunali, anche autorità civili, religiose e militari.

“Modena e l’Emilia-Romagna dovrebbero essere presi a modello. Grazie ai dati sui servizi, l’occupazione femminile, le politiche scolastiche ed educative, di integrazione e solidarietà e il forte senso dell’‘essere italiani’ fanno scuola al modello nazionale”. Con queste parole Caterina Liotti ha aperto la seduta.

“La città di Modena ha per tradizione un forte senso di appartenenza che le viene dalla consapevolezza di avere ricchezze umane e di territorio, dalle lotte partigiane, da una imprenditoria lungimirante, da una buona organizzazione di servizi e da una rete di associazionismo e uno spirito di solidarietà fattivo”, ha aggiunto. “Questa ‘modenesità’ non è però campanilismo, al contrario Modena è da sempre una città aperta all’Europa e al mondo e ha dimostrato capacità di accoglienza nei confronti degli altri popoli e di altre culture, memore dei tempi in cui erano i modenesi ad andare a cercare altri popoli e altre culture”.

Liotti ha poi sottolineato come “il momento celebrativo offra l’occasione di rimettere a punto i nostri strumenti di analisi della storia e per contestualizzare storicamente le contraddizioni ancora aperte nel Paese sulle quali occorre ancora lavorare e impegnarsi. Senza dubbio – ha concluso – il passato nazionale, la lingua, l’adesione ad una fede o ad una ideologia sono stati elementi unificanti e per noi, qui a Modena, sono ancor più gli elementi che ci fanno essere comunità”.