Senza avere la presunzione di interferire negli affari sindacali Modenesi ci è sembrata una forzatura la dichiarazione del Ministro SACCONI sul futuro aziendale della MASERATI resa a Modena alla commemorazione del nono anniversario dell’ignobile omicidio del PROF. MARCO BIAGI.

In questa sede il Ministro, utilizzando strumentalmente la sua presenza al convegno dedicato all’illustre giuslavorista,sul cui valore il mondo del lavoro e la società civile hanno ancora molto da imparare, ben oltre ogni polemica sulla mancata attuazione integrale della Legge che porta il suo nome, inapplicata proprio in tutti gli istituti di garanzia sociale congegnati dal suo creatore, si e’ trasformato in una sorta di “consulente Fiat“ auspicando la cura Pomigliano anche per lo stabilimento MASERATI di Modena.

Ha lasciato allibiti, in particolare, il suo voler ribadire la validità generale di un modello di relazioni industriali che era stato inizialmente presentato come una soluzione emergenziale di natura straordinaria,unica e non ripetibile, dovuta alla particolare complessità della situazione Fiat, pur essendo noto che la struttura produttiva Maserati ha tempi e organizzazione diversi delle linee Mirafiori “Panda” e “Punto“, ed il mancato rilancio della produzione aziendale, passato dalle 9 mila unita alle 5 mila attuali , e’ avvenuto per mancanza di progettazione di nuovi modelli.

Ha lasciato ancor più sconcertati che nel dibattito il Ministro Sacconi, alla presenza del Presidente della Regione Emilia Romagna,Vasco Errani, ha inteso accomunare gli “Accordi Fiat” alle idee di Marco Biagi, sostenendo che gli accordi Fiat si muovono nel solco tracciato da Biagi realizzando uno scambio fra le parti in fatto di investimenti, occupazione e salario da un lato, e di piena utilizzazione degli impianti dall’altro, senza ovviamente considerare che lo scambio forzosamente imposto dalla FIAT si è solo liberato dell’ideologia che voleva il controllo sociale della produzione, ed ha in realtà mortificato sia la produttività, sia i salari dei lavoratori.

Il Presidente della regione ha tentato di arginare l’impostazione data dal Ministro ribadendo che Il modo migliore per ricordare Marco Biagi è confrontarsi sul lavoro seguendo il suo spessore scientifico e la sua capacità di modernizzazione stando sempre lontano da una impostazione ideologica dei problemi a cui dare soluzione.

Ricordiamo quindi tutti insieme MARCO BIAGI, con stima e affetto, ma per piacere che nessuno travisi il suo pensiero ,distorcendo i suoi lasciti illuminati, per spianare la strada ad un modello unilaterale di relazioni industriali che comprime i diritti dei lavoratori, ne impoverisce la professionalità, ed intende fondare la produttività dell’azienda solo sui tempi di lavoro senza alcuna considerazione dei processi di innovazione tecnologica ed organizzativa delle strutture produttive.

(Partito Socialista Italiano Sassuolo)