Sinistra Ecologia Libertà Modena ritiene indispensabile affrontare, con un approccio organico, la problematica del diritto alla casa nella nostra provincia ed esprimere tutta la propria solidarietà alle famiglie ed agli individui che si trovano in situazioni di sfratto o senza un’abitazione.

Secondo noi – sul medio periodo – occorrerebbe sviluppare un percorso di discussione e progettazione che, a livello provinciale, leghi la politica urbanistica, la politica ambientale-sociale e le politiche per uno sviluppo di qualità nel settore edile.

Ma i problemi sono urgenti e vanno affrontati subito: come dimostra la recente denuncia dei sindacati degli inquilini (Sunia/Cgil e Sicet/Cisl) e l’attivismo di altre soggettività sociali, la crisi economica continua a mietere le sue vittime tra le fasce deboli e povere della popolazione (1800 sfratti nell’ultimo anno sul territorio provinciale, dato triplicato dal 2007); ed i tanti nuclei familiari disagiati presenti nei nostri territori – che avrebbero accesso ai fondi di sostegno per l’affitto – stanno già vedendo, e vedranno sempre più, assottigliarsi le risorse a loro destinate.

L’emergenza-casa è legata alla crisi economica e sociale, agli sfratti, alla carenza di affitti a prezzi decenti, all’esclusivo potere di veto che hanno i proprietari sulle categorie sociali cui affittare gli immobili (ad esempio, non sono graditi i migranti se non super-referenziati o, ancora, si pensi agli altissimi canoni imposti agli studenti fuori-sede…).

Il provvedimento “blocca-sfratti” va garantito a chi ha perso il lavoro, a chi è in cassa integrazione, ai precari ed alle fasce di reddito basse; ma non basta, perché bisognerebbe mettere in campo politiche attive per le giovani coppie che o vogliono acquistare o affittare un immobile (provando, ad esempio, a disincentivare l’opzione culturale che punta tutto sulla proprietà…) come anche prevedere forme di solida tutela per le famiglie che hanno in carico gli anziani rimasti soli; e, infine, sarebbero da favorire gli affitti calmierati e concordati e da individuare misure “ad hoc” per le residenze temporanee (studenti, stagionali, etc).

Per cominciare, gli Enti Locali – Comune e Provincia in testa – dovrebbero procedere con la ristrutturazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica (Erp) e delle miriadi di edifici abbandonati e magari investire – economicamente e culturalmente – sul modello, in sperimentazione nella nostra città, del co-housing.

A monte – quando si parla di legalità – sarebbe doveroso intervenire sugli affitti in nero (totale o parziale), attraverso la garanzia della non perdita della casa a chi denuncia e sui controlli nei cantieri edili rispetto al lavoro in nero ed ai livelli di sicurezza e salute cui sono sottoposti i lavoratori.

SEL Modena – denunciando questo forte disagio umano e sociale diffuso – chiede una maggiore e più decisa presenza delle Istituzioni e propone che sia istituito un Osservatorio permanente sul fenomeno incivile degli sfratti.

(SEL Modena)