Mercoledì 29 giugno alle ore 21 nell’ambito della rassegna Armonie fra musica e architettura a cura della Associazione Amici dell’Organo “Johann Sebastian Bach” col patrocinio del Comune di Sassuolo concerto di Margherita Sciddurlo (organo) presso la Chiesa di San Giuseppe in via Farosi 26 a Sassuolo.

PROGRAMMA

A. Valente (ca. 1520-1601) – Lo ballo dell’Intorcia

G. Frescobaldi (1583-1706) – Canzona terza – Toccata Quarta per l’organo da sonarsi all’Elevazione

J. Cabanilles (1644-1712) – Corrente italiana

B. Storace (1637-1707) – Ballo della battaglia

J. Pachelbel (1653-1706) – Aria quarta

D. Puccini (1772-1815) – Sonata III

C. Balbastre (1724-1799) – Fuga pour l’orgue – Pastoral

G. Valerj (1760-1822) – Sonata I

LA CHIESA

Ispirandosi alla Santissima Annunziata di Firenze, chiesa madre del loro ordine, i Servi di Maria edificarono il nucleo più antico del tempio di San Giuseppe nel secondo decennio del Cinquecento. Ampliata tra il 1560 e il 1565, quando furono aggiunte le cappelle di sinistra in concomitanza con la costruzione di parte del vicino convento, la chiesa fu interessata da nuovi interventi nel 1645. In quell’anno, infatti, il nobile sassolese Costanzo Teggia finanziò l’erezione del presbiterio e del coro, sontuosamente ornati con dipinti e stucchi, partecipi di quella locale declinazione del Barocco che è il classicismo scenografico di matrice emiliana.

Allontanati i padri Serviti nel 1769, a seguito delle soppressioni ducali, nel 1783 l’intero complesso religioso fu affidato ai padri Conventuali di San Francesco, già presso la chiesa di Madonna di Sotto, che vi rimasero fino alle soppressioni napoleoniche del 1796, quando l’edificio divenne bene demaniale, per poi passare al Comune di Sassuolo, che vi insediò le scuole pubbliche.

Sopraelevato il portico del fronte nel 1855, al fine di ubicarvi la Scuola Comunale di Disegno, nel 1910 il Comune di Sassuolo cedette l’intero immobile a don Agostino Ferri, fondatore dell’Istituto San Giuseppe, ora diretto dalla Congregazione delle suore francescane missionarie di Cristo (in cui è possibile frequentare la scuola dell’infanzia autonoma e convenzionata e la scuola primaria parificata), trattenendo però la proprietà degli arredi, recentemente confluiti nel patrimonio delle Raccolte Civiche d’Arte e Storia.

L’antico assetto decorativo dell’interno, frutto di una stratificazione secolare, è stato fortemente alterato dal restauro del 1963, che ha comportato la perdita degli altari laterali, di cui si conservano solo i paliotti in scagliola, e delle antiche ancone che incorniciavano i dipinti, sostituite da quelle attuali e uniformi in stucco.

Tra le principali opere d’arte conservate nella chiesa di San Giuseppe, spicca sicuramente la sontuosa cassa lignea dell’organo, progettata dall’architetto ducale Luigi Bartolomeo Avanzini in uno scenografico stile barocco e realizzata a intaglio, attorno al 1655, dal servita Carlo Guastuzzi, autore anche delle due statue alla sommità del timpano: San Filippo Benizzi e il Beato Gioacchino da Siena, appartenenti entrambi all’ordine dei Serviti.

Alla magnificenza dell’apparato dell’organo, nella controfacciata, fa riscontro la ricchezza di ornato della zona presbiteriale, coperta da una cupola con rilievi degli Evangelisti nei pennacchi, fregiata dello stemma dei Teggia e conclusa dal coro a emiciclo, in cui si erge la grande tela con San Giuseppe in gloria fra san Costanzo Vescovo e san Filippo Benizzi, dipinta nel 1645 dal veronese Antonio Giarola su committenza del nobile sassolese Costanzo Teggia, che si fece ritrarre nelle vesti del suo patrono san Costanzo. Al di sotto si dispone un coro ligneo attribuito a Guastuzzi, mentre le pareti laterali accolgono quattro tele di fine Seicento con storie della Vergine e di San Giuseppe: l’Annunciazione con la visione di san Giuseppe, lo Sposalizio di Maria, la Visitazione e il Trapasso di san Giuseppe.

Varie e cospicue furono le famiglie sassolesi che qui ebbero altari e sepolture: i Pacciani commissionarono la seicentesca Crocifissione coi santi Mauro, Agata, Biagio e Apollonia, ora nella seconda arcata di destra; Lazzaro e Isabella Fenuzzi, rivolgendosi al servita Osvaldo Micheli del Friuli, si fecero ritrarre nelle vesti di san Francesco di Paola e della beata Giuliana Falconieri, accanto a santa Rosalia, in atto di adorare la Trinità, nella pala ora collocata nella prima arcata di destra.

Fra il prestigioso arredo pittorico, emerge inoltre la Madonna del Merlo, affresco databile alla metà del XV secolo, ora ubicato a ridosso del presbiterio, accanto alla porta che immette nel chiostro, già sugli spalti del medievale castello di Sassuolo.

L’ORGANO

L’organo è opera di Antonio Colonna (1655); restaurato da Paolo Tollari nel 2002.

MARGHERITA SCIDDURLO

Si diploma con il massimo dei voti in Organo e Composizione organistica, con G. Salvatori e in Clavicembalo con V. Alcalay (Diploma Accademico di II livello) presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari. La sua attività concertistica la porta ad esibirsi in importanti festivals organistici in Italia e all’estero. All’attività concertistica e di ricerca affianca quella didattica; è titolare della cattedra di Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio “E. Duni” di Matera.