Nella giornata di mercoledì il Rettore prof. Aldo Tomasi ha firmato la lettera di trasmissione al MIUR dello Statuto d’Ateneo approvato nelle sedute di Consiglio di Amministrazione e di Senato Accademico del 22 luglio.

Dalla data di ricevimento il Ministero avrà 3 mesi di tempo per approvare lo Statuto o chiedere modifiche. Se non verranno espresse eccezioni da quel momento sarà definitivamente promulgato e si avvierà la procedura per la composizione dei nuovi organi di governo.

“Sottolineo in questa circostanza – ha scritto il Rettore prof. Aldo Tomasi in un messaggio inviato a tutto l’Ateneo ed agli organi – la mia soddisfazione personale per avere portato a termine nei tempi previsti un’impresa che ha coinvolto nella sua discussione, preparazione, scrittura e approvazione oltre 100 tra docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo e rappresentanti degli enti locali. Dopo un lavoro preparatorio, avviato fin dal 2010, si è insediata la Commissione, nella composizione voluta dalla legge 240/2010, che ha preparato una bozza. A questa è seguito un intenso lavoro di discussione da parte del Consiglio di Amministrazione e del Senato accademico. Ho scelto sin dall’inizio di coinvolgere, in una discussione parallela e, talvolta inevitabilmente difficile per non dire competitiva, il Consiglio di Amministrazione ed il Senato accademico perché convinto della necessità e utilità che su un documento tanto importante per la vita dell’Ateneo si riuscisse ad ottenere il consenso più allargato possibile. Considero la decisione di coinvolgere alla pari i due organi di governo dell’Ateneo, una scelta vincente. Tutti i componenti hanno partecipato, come mai prima si era potuto osservare, con passione ed impegno ad un lavoro che non temo definire molto, molto duro, al ritmo di 1 o 2 riunioni settimanali per organo (quindi per il Rettore, i Pro Rettori, il Direttore amministrativo e il personale amministrativo di sostegno 2 – 4 riunioni settimanali) che si sono protratte per svariate ore ognuna. Raramente ho visto la passione esprimersi in questo modo. Posso sinceramente affermare che, tranne alcune eccezioni, si è veramente discusso per migliorare il testo fornito dalla commissione, con la finalità, mai persa di vista, di superare le inevitabili differenze che nascevano da un confronto così ampio. So che qualcuno dirà che si poteva fare meglio. Io stesso non sono soddisfatto per alcuni aspetti, ma so che ogni articolo, ogni comma è il risultato di una composizione di opinioni differenti, ma che sempre hanno teso a riconoscere le ragioni dei diversi “portatori di interesse”, per arrivare ad una sintesi positiva. Una nota di rammarico personale devo esprimerla per la posizione finale assunta dai rappresentanti degli Enti Locali che, pur avendo partecipato attivamente ed assiduamente alla discussione preparatoria, hanno ritenuto insoddisfacente la decisione di non riservare, in modo esclusivo, posti nel C.d.A. destinati a rappresentanti degli Enti Locali. Per nessuno, e questo è stato un mio preciso intento che ho portato alla discussione e all’approvazione, sono stati riservati posti di diritto in C.d.A., se non per quanto riguarda le assegnazioni determinate dalla legge. La legge 240/2010 infatti stabilisce per la composizione del C.d.A. : 5 saranno gli “interni”, quindi docenti e personale T.A., 2 gli studenti, e 3 gli “esterni”. Chi intende entrare in C.d.A. si candiderà pubblicamente attraverso la presentazione di curriculum. Gli Enti Locali avranno, dunque, ampio spazio per poter indicare persone con un profilo idoneo per essere scelti a far parte del C.d.A. Va, inoltre osservato al riguardo che nella nuova configurazione del C.d.A. il peso della presenza di “esterni” crescerà in maniera rilevante, tanto da passare da 4 su 26 a 3 su 11”.