Rafforzamento del ruolo strategico dell’assistenza domiciliare, sostegno alla presa in carico delle persone non autosufficienti, e integrazione delle assistenti familiari nella rete dei servizi. Sono i punti cardine di un proficuo e innovativo accordo sottoscritto ieri tra il Comune di Bologna, rappresentato dagli assessori Luca Rizzo Nervo, Amelia Frascaroli e Matteo Lepore, l’ASP Giovanni XXIII, le organizzazioni sindacali confederali CGIL, CISL, e UIL, e le organizzazioni sindacali dei pensionati SPI, FNP, e UILP. Particolare soddisfazione è stata espressa da tutte le parti firmatarie “per l’accordo sottoscritto pochi giorni fa sulla compartecipazione alla spesa che determinerà una riduzione di tariffa per molte persone anziane. E’ un accordo che segna un ulteriore importante passo sulla strada dell’innovazione del welfare cittadino, in particolare del sistema dei servizi agli anziani”, spiega Rizzo Nervo. L’assessore alla Sanità sottolinea inoltre come “questo percorso di innovazione sia fatto attraverso una condivisione degli obiettivi con le organizzazioni sindacali.

Un’ulteriore occasione, dopo l’accordo sull’accreditamento, che vuole segnalare anche una prassi che è intenzione di questa Amministrazione consolidare”. L’accordo siglato ieri è dunque “il primo pezzo di una revisione complessiva del sistema di sostegno agli anziani, per aiutare in modo concreto le famiglie a prendersi cura dei propri cari in casa. E’ una sperimentazione per mettere a sistema gli interventi, dalle prime informazioni al sostegno”, aggiungono Frascaroli e Lepore. “Grazie al contributo delle Fondazioni bancarie l’accordo è dedicato anche agli utenti non Inpdap. Il contributo economico contrasta inoltre il ricorso al lavoro in nero”, concludono gli assessori.

L’accordo utilizza risorse messe a disposizione dall’Inpdap (per complessivi 948.000 euro) e dalle Fondazioni bancarie Carisbo e Del Monte (per complessivi 293.000 euro), e prevede alcuni significativi obiettivi:

integrare il servizio “privato” delle assistenti familiari nella rete dei servizi, assicurando la definizione di un Progetto assistenziale individuale (PAI) con la individuazione del relativo “case manager”; garantire la qualificazione professionale delle assistenti familiari, con percorsi formativi gestiti dalla ASP Giovanni XXIII; sostenere le famiglie semplificando il percorso di accesso ai servizi, erogando contributi economici e prevedendo forme di tutoraggio programmato.

L’accordo prevede inoltre l’attuazione di due progetti (Inpdap muove Bologna: Badabene, finalizzato a suoi pensionati; integrazione delle assistenti familiari nella rete pubblica dei servizi alle persone anziane non autosufficienti, rivolto a tutti i pensionati), e la definizione di una serie di azioni ed interventi che sostanzialmente prevedono la disponibilità di punti di accesso, orientamento e presa in carico affidati al Giovanni XXIII (il punto unico sarà attivo a partire da lunedì 5 settembre), e ai Centri per l’impiego individuati nel progetto “Riisbo”, promosso dalla Provincia con la collaborazione del Comune.

Si tratta di supporto alle famiglie per la scelta della assistente familiare, con l’individuazione di soggetti che garantiscano l’attivazione e la gestione dei rapporti di lavoro, anche quando si determinino contenziosi legali; attivazione di un tutoraggio del servizio, particolarmente necessario in situazioni di cura di questo genere; erogazione di contributi una tantum pari a 500 euro forfettari – “Badabene” – a quelle famiglie che stipulino regolari contratti di lavoro. Avranno diritto a questo contributo i contratti sottoscritti a partire dall’1 giugno 2011.

In questo senso il progetto si propone l’obiettivo di far emergere le diffuse situazioni di lavoro nero che caratterizzano questo segmento dell’assistenza. Il progetto prevede anche la valorizzazione del rapporto intergenerazionale. Una parte delle risorse messe a disposizione dall’Inpdap (348.000) saranno infatti destinate all’attivazione di tirocini rivolti a giovani laureandi o neolaureati dell’università di Bologna, che avranno il compito di potenziare i servizi di sostegno e promozione della salute rivolti agli anziani, ma anche di sostenere il lavoro degli operatori.

Grazie al progetto, i pensionati Inpdap che saranno individuati sulla base della valutazione definita dalla Unità di Valutazione Multiprofessionale, potranno accedere ad uno specifico contributo alla cura, definito con le stesse regole e per gli stessi importi oggi previsti per l’erogazione degli assegni di cura. Questo contributo è transitorio e potrà essere erogato per un periodo massimo di 6 mesi, rinnovabili per ulteriori 6 mesi.

L’accordo, che sarà oggetto di una prima verifica tra le parti entro fine anno, prevede infine la definizione condivisa di un progetto di monitoraggio delle persone anziane fragili, che ne consenta una presa in carico precoce e rapportata al grado di bisogno.