Goletta Verde di Legambiente, in conferenza stampa a Porto Garibaldi, mette sotto la lente di ingrandimento i punti critici dell’Emilia Romagna: sono 8 i punti campionati presso foci di fiumi e torrenti segnalati per alti livelli di inquinamento microbiologico nella regione adriatica, che nonostante l’innata propensione turistica, mostra di avere un deficit depurativo consistente da colmare, visto che, secondo i dati Utilitas 2009 rielaborati da Legambiente, sono circa un milione i cittadini che non sono coperti da un adeguato servizio di depurazione. Questa la priorità dunque, evidenziata dalla campagna ambientalista, realizzata anche grazie al contributo del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, di Corepla, Consorzio Ecogas e Novamont. A commentare i dati delle analisi svolte lungo i litorali dell’Emilia Romagna, oggi erano presenti Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde, Lorenzo Frattini, presidente Legambiente Emilia Romagna, Maurizio Melucci, assessore regionale al Turismo, Marcella Zappaterra, presidente della Provincia di Ferrara, Maura Tomasi, vice Sindaco Comune di Comacchio, Sebastiano Carta, Comandante della Capitaneria di Porto di Porto Garibaldi, Carla Ferrari, responsabile Daphne-Arpa, Attilio Rinaldi, presidente del centro ricerche marine di Cesenatico,Paola Fagioli, Legambiente Turismo.

Le analisi dei biologi di Goletta Verde, che viaggiano a bordo di un laboratorio mobile, evidenziano, regione per regione, la presenza di batteri fecali presso scarichi, canali e foci di fiumi e torrenti che confluiscono direttamente a mare e possono comportare seri rischi sanitari. Riteniamo che monitorare questi luoghi, anche se interdetti alla balneazione, sia un’azione necessaria per capire il livello qualitativo della gestione delle acque reflue degli insediamenti urbani e l’impatto ambientale determinato sulla costa dalle attività dell’entroterra. Quella di Goletta Verde è un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi che costantemente e durante tutto l’arco dell’anno vengono condotti dalle autorità competenti.

Mettendo sotto esame i risultati dei campionamenti realizzati dai biologi di Legambiente, nella provincia di Ferrara, sono due i punti risultati inquinati. Il primo, nel comune di Comacchio, in località Porto Garibaldi, è stato prelevato nella Foce del canale navigabile Comacchio, il secondo, ricade nel comune di Goro, è stato campionato alla Bocca del Po di Goro, in corrispondenza del Porto di Gorino.

Tre i punti che destano preoccupazione nel territorio provinciale di Rimini. Le analisi realizzate nella stessa cittadina, in località Santa Giustina, presso uno scarico nascosto da un’ampia fascia riparia all’altezza di Via Tonale che confluisce nel Fiume Marecchia, hanno evidenziato la presenza di acque fortemente inquinate. Stessi problemi in provincia, dove il campionamento effettuato nel comune di Misano Adriatico, presso il Fiume Conca, è risultato fortemente inquinato. Ad allarme rosso la Foce del Marano, che insiste nel comune di Riccione, oltre al deprecabile odore di urina sul luogo, i risultati degli esami dei biologi di Goletta Verde hanno riportato livelli batteriologici così alti da essere difficilmente quantificabili, ma che superano sicuramente il milione di unità formanti colonie.

Il comune di Ravenna, rientra nell’elenco dei punti critici regionali con due siti segnalati. Lo sbocco del Canale Tagliata, in località Zadina Pineta, è risultato inquinato, nonostante ricada in prossimità di una pineta indicata come “riserva naturale”. Lo sbocco del Canale Cupa Nuovo, in località Lido di Savio (immagine), con livelli batteriologici molto elevati è stato classificato come fortemente inquinato.

Nella provincia di Forlì – Cesena, il prelievo compiuto presso la Foce del Rubicone nel Comune di Gatteo a Mare, ha riportato la presenza di acque inquinate.

“La situazione che oggi riportiamo in merito ai punti critici dell’Emilia Romagna ed al milione di abitanti sprovvisti della copertura depurativa – dichiara Massimo Serafini, portavoce di Goletta Verde – mette in risalto una condizione che accomuna tutte le regioni costiere: il 30% degli italiani non è servito da un adeguato sistema di depurazione delle acque reflue, vale a dire che 18 milioni di cittadini scaricano direttamente nei fiumi e nei mari senza che sia effettuata un’adeguata depurazione degli scarichi, compromettendo fortemente le condizioni di salute dei nostri mari. Una situazione molto grave e purtroppo ancora irrisolta per la quale l’Italia corre il serio rischio di incorrere in una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea, visto il mancato adeguamento alla Direttiva Europea 1991/271/CE che dal 1998, che richiede che le acque reflue prodotte dagli agglomerati urbani con più di 10.000 abitanti che scaricano nelle aree sensibili, vengano adeguatamente raccolte e trattate. Tutto ciò non riguarda unicamente le località costiere ma anche i comuni dell’entroterra che sono ugualmente interessati dall’inadeguatezza del trattamento dei reflui e da attività produttive che si rifanno a modelli intensivi e per niente sostenibili. E’ necessario che le istituzioni e gli enti preposti si impegnino immediatamente e individuino come una priorità l’adeguamento delle condotte fognarie e del servizio di depurazione”.

“La fotografia scattata dalla Goletta Verde alle foci dei fiumi sposta l’attenzione verso l’entroterra e su quello che succede a monte – esordisce Lorenzo Frattini presidente di Legambiente Emilia Romagna- sulle attività industriali, sulle pratiche agricole e sui sistemi depurativi, che molto spesso vanno in tilt a seguito delle piogge abbondanti che i cambiamenti climatici hanno reso più frequenti. Grande attenzione va posta soprattutto al fiume Po, nel quale si riversano eccessivi carichi di nutrienti e gli scarichi di ben 4 regioni e che giungendo fino alle coste adriatiche, rischia ogni anno di provocare problematiche di natura ambientale. Problemi che in una regione turistica divengono per forza di cose anche economici. Per quanto riguarda la costa è necessario ripensare il modello che si vuole impostare: occorre scegliere se cementificare anche le ultime parti di verde rimaste per fare gli interessi di pochi costruttori o puntare sui parchi e sulla bellezza naturale. Occorre scegliere se investire le risorse in parcheggi e nuove strade, che saranno subito congestionati, o pensare a sistemi di spostamento collettivi efficienti o al riammodernamento della rete fognaria”.

“Anche nella crisi economica – asserisce Paola Fagioli di Legambiente Turismo – l’ambiente è sempre più un fattore competitivo, come sottolineano le rilevazioni di mercato che indicano il paesaggio, i beni culturali e ambientali e la qualità del cibo sono gli elementi che ancora salvano la nostra “industria” del viaggio. In Emilia Romagna ben 135 aziende hanno fatto la scelta di aderire alla nostra etichetta ecologica puntando su un turismo più attento all’ambiente; di queste ne abbiamo selezionate 7 di cui 5 della riviera, per l’innovazione mostrata nella gestione della struttura oltre a quanto richiesto dai nostri impegni obbligatori, e stiamo sperimentando proprio ai lidi ferraresi una nuova forma di ospitalità, l’home hotel, per sfruttare le seconde case esistenti e scongiurare nuova cementificazione del territorio”.

Quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega il presidente del COOU Paolo Tomasi. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto – continua Tomasi – questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. “Con la nostra attività di comunicazione – conclude Tomasi – cerchiamo di modificare i comportamenti scorretti di chi crede che piccole quantità di olio lubrificante disperse nell’ambiente provochino poco inquinamento”.

Il Monitoraggio scientifico

I prelievi alla base delle nostre considerazioni, vengono eseguiti dalla squadra di tecnici di Legambiente, l’altra anima della Goletta Verde, che viaggia via terra a bordo di un laboratorio mobile grazie al quale è possibile effettuare le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).

Le campagne a bordo di Goletta

Sali a bordo: Per continuare il nostro lavoro abbiamo bisogno di te e della tua faccia!

Goletta Verde è una grande esperienza collettiva, che vuole unire tutte le cittadine ed i cittadini che vogliono impegnarsi a lottare per difendere il proprio territorio. Grazie al contributo di tutti si possono vincere le battaglie più grandi. Per questo ti chiediamo di metterci la faccia: vogliamo comporre insieme a tutti gli amici del mare lo striscione del tour di Goletta Verde 2012.

Per maggiori informazioni visita il sito www.golettaverde.it

SOS Goletta

L’ambientalismo scientifico parte dal basso, i migliori conoscitori del territorio sono coloro i quali lo vivono ogni giorno, per questo Legambiente insieme a Goletta Verde chiede a tutti i cittadini di segnalare abusi, scarichi illegali, presenza di liquidi o sostanze sospette nell’acqua e di documentarle con una breve descrizione ed una foto ed inviarle tramite sms o mms al numero 346-0074114 o telefonando al numero 06- 862681 o ancora con una mail all’indirizzo scientifico@legambiente.it. Contribuisci anche tu a difendere il mare e i laghi dall’inquinamento!

Fish Scale! Il Progetto del Pesce Ritrovato

Quest’anno a bordo di Goletta Verde viaggia il progetto Pesce Ritrovato by Fish Scale, finanziato dalla Commissione Europea con lo strumento finanziario LIFE+, che mira a preservare la biodiversità marina, a riscoprire le specie ittiche locali, a ridurre gli scarti di pesca e infine a incrementare la domanda e il valore commerciale delle specie ritrovate. L’iniziativa è promossa dall’Acquario di Genova, insieme a Legambiente, Coop Liguria, Lega Pesca, Softeco Sismat Spa, Acgi Agrital, con il supporto della Regione Liguria e con la partecipazione di pescatori e ristoratori locali. http://www.fishscale.eu/

Veleni di Stato

A bordo di Goletta Verde anche il Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche che si prefigge di sensibilizzare al monitoraggio e alla bonifica dei siti contaminati da ordigni bellici chimici inabissati o interrati durante e dopo il secondo conflitto mondiale. Un arsenale segreto creato dal regime fascista negli Anni Trenta, o disperso dagli eserciti alleati nell’immediato dopoguerra, che a distanza di molti anni rappresenta ancora una minaccia per i mari, i fiumi, i laghi e molti territori del nostro paese. Iniziative in alcune delle zone più colpite in Italia: Ischia e Golfo di Napoli, Molfetta e Pesaro. www.velenidistato.it