E’ durata circa un anno la ricerca fatta dal Circolo Lucano di Reggio Emilia che ha censito “quasi tutti” i lucani residenti in Emilia Romagna. Poco più di 20.000 nativi lucani, sparsi tra le province dell’Emilia Romagna, sono il risultato di una capillare ricerca che oggi sfocia in un progetto presentato alla Regione Basilicata di far nascere un’associazione lucana in ogni provincia ancora scoperta.

Attualmente le associazioni presenti in Emilia Romagna sono presenti a Reggio Emilia, Parma Modena e Bologna; l’obiettivo della nascente Federazione dei Sodalizi Lucani dell’Emilia Romagna, a cui hanno aderito RE, PR e MO, è di far nascere nelle altre 5 province, attualmente scoperte, altrettanti circoli lucani.

Il progetto dal nome “Un’Associazione Lucana in ogni provincia” dell’Emilia Romagna, tra l’altro, descrive minuziosamente la ripartizione dei lucani divisi per provincia di residenza e per provincia di nascita.

Da segnalare due particolarità di rilievo: la prima riguarda i lucani presenti nella provincia di Reggio Emilia, sono l’unico caso in Emilia Romagna in cui i materani sono più dei potentini; la seconda riguarda i lucani presenti nel comune di Sassuolo che sono 990, più della città capoluogo di provincia.

Il progetto “Un’Associazione Lucana in ogni provincia” prevede una collaborazione stretta tra la Federazione, la Commissione Lucani all’Estero e la Regione Basilicata. Entro fine anno verranno organizzati una serie di incontri tra i lucani, con invito, con l’obiettivi di: farli conoscere tra loro, informarli della legge regionale, consegnargli uno statuto tipo di ente non profit, sollecitare la costituzione dell’associazione, allacciare contatti con chi ha suscitato interesse.

La ricerca è stata condotta da Donato Vena e Pierpaolo Gaeta rispettivamente presidente della “Tarantella Lucana” di Reggio Emilia e presidente della Federazione dei Sodalizi Lucani dell’Emilia Romagna.

Partecipano al progetto il circolo Lucano di Parma, presieduto da Antonio Zasa e dal circolo lucano di Modena, presieduto da Vincenzo Deruvo.