Mirandola deve avere una terapia semi-intensiva. È questa la richiesta del PDL all’AUSL di Modena in vista della chiusura del PAL. Il Santa Maria Bianca – commenta Antonio Platis, capogruppo del PDL – esce fortemente ridimensionato e, soprattutto, senza prospettive dai progetti provinciali ed è, pertanto, prioritario ripristinare l’Area di Sorveglianza Post Operatoria (ASPO).

Questa struttura, circa otto posti letti super attrezzati, è stata donata il 18 Febbraio del 2003 dalla Fondazione Cassa di Risparmio per garantire adeguata assistenza ai pazienti sottoposti ad un intervento chirurgico che necessitano di un breve periodo di sorveglianza semintensiva per ripristinare l’efficienza e l’integrità delle funzioni vitali.

Nonostante i 350 mila euro di donazione, l’Aspo è stata per tantissimi mesi inutilizzata in quanto il personale infermieristico e medico messo a disposizione dall’Ausl non era sufficiente per garantirne l’apertura. A tutt’oggi – commenta perplesso Platis – non sappiamo quale sia la reale operatività di un servizio così importante. Il centro-destra vorrebbe rivedere la struttura sfruttando i lavori di ristrutturazione del Pronto Soccorso che, a più riprese, ha incalzato.

Sposiamo con convinzione – spiega Platis – l’idea di trasformare l’inattiva Aspo in una moderna area ad intensità di cura variabile ovvero letti ‘speciali’ a disposizione di più reparti per stabilizzare i malati critici.

La nuova ASPO, con una propria dotazione di infermieri, potrebbe essere a disposizione del Pronto Soccorso, di Pneumologia e della Medicina Generale, mentre Cardiologia potrebbe sfruttare la già attiva Utic (area sub-intensiva) per stabilizzare i pazienti invece che dirottarli immediatamente verso Carpi o Baggiavara.

Avere un servizio come questo, permetterebbe all’Ospedale di Mirandoladi rimanere operativo e di essere in grado di fornire assistenza qualificata anche per pazienti gravi.

Purtroppo – denuncia Platis – chi amministra Mirandola non ha formulato una sola proposta a difesa del nostro nosocomio, non ci rimane quindi che rivolgerci direttamente all’Ausl. Formuleremo – annuncia Platis – al direttore Caroli le nostre proposte, che prevedono, tra l’altro la ristrutturazione di Ginecologia e l’estensione del servizio Pediatrico, e chiederemo alla Fondazione Cassa di Risparmio riscontro sulla donazione fatta nel 2003 per l’ASPO ed il suo effettivo utilizzo.