In tema di bilancio Comunale 2012, cresce anche a Carpi come altrove la preoccupazione da parte delle piccole e piccolissime imprese del commercio e dei servizi di fronte ad un eventuale incremento della pressione fiscale locale. Motivo che ha portato nei giorni scorsi Confesercenti Carpi, unitamente ad una delegazione di imprenditori carpigiani, ad incontrare il primo cittadino e l’assessore al Commercio della città dei Pio. “Abbiamo chiesto alla Giunta Campedelli – evidenzia Massimiliano Siligardi, direttore di Confesercenti per l’area di Carpi – di valutare con attenzione ogni strada possibile e praticabile prima di considerare un ritocco di tariffe, tributi locali ed addizionale Irpef. Un incremento del carico fiscale penalizzerebbe ulteriormente le attività commerciali già costrette a misurarsi con un calo drastico dei consumi ed aumento dei costi fissi”.

Che la situazione in città non sia delle migliori è emerso anche dall’indagine che l’Associazione imprenditoriale ha condotto a settembre nel cuore storico cittadino, i cui risultati sono stati illustrati al sindaco, al momento dell’incontro relativo al bilancio 2012. Degli oltre 200 esercizi commerciali, bar, ristoranti, negozi di abbigliamento e altro, attivi nella nota ‘T’, Fanti – Cabassi – P.zza Martiri – C.so A. Pio, sono stati 150 gli operatori che hanno espresso il loro parere riguardo l’andamento economico nell’ultimo biennio e le difficoltà contingenti che si trovano ad affrontare ormai abitualmente.

Una situazione preoccupante; pochi gli spiragli

Quasi il 60% delle imprese ha accusato nell’anno 2010 una contrazione dei ricavi. Medesima poi è anche la percentuale degli intervistati che per il 2011 intravede prospettive decisamente poco rosee e tendenti verso un ulteriore e deciso ribasso. Non giova a migliorare la situazione la previsione secondo cui per il 35% il fatturato sarà stabile nell’anno in corso. Si tratta, infatti, di un dato di tenuta, rispetto a situazioni precedenti che avevano registrato degli arretramenti molto consistenti di fatturato a causa degli effetti feroci della crisi nel 2008. Un elemento di moderato incoraggiamento è costituito dal fatto che oltre il 70% dei titolari delle imprese interpellate non ha diminuito il numero dei collaboratori. E questo la dice lunga riguardo l’importanza del capitale umano che si registra nelle piccole imprese: pur nell’esigenza di approntare processi riorganizzativi, il ridimensionamento del personale è visto come l’ultima istanza praticabile. Ma è l’aumento dei costi fissi (affitti, tariffe, tributi locali) a preoccupare: il 90% degli intervistati in questo quadro di diminuzione dei ricavi non ha difficoltà a bollarla come la più grave difficoltà che si trova costretto ad affrontare.

“Valutare attentamente ogni soluzione per evitare nuovi aumenti del carico fiscale”

Queste premesse unitamente ai poco rassicuranti dati provinciali riguardo a consumi e ridotta capacità di spesa hanno indotto l’Associazione a chiedere all’amministrazione comunale di valutare ogni strada possibile e praticabile prima di arrivare a ritoccare tariffe, tributi locali ed addizionale Irpef. “Siamo perfettamente consapevoli che la crisi finanziaria degli enti locali dipende principalmente da scelte imposte a livello centrale per il risanamento delle finanze statali. Come al fatto che ci troviamo di fronte ad una manovra economica che mette pesantemente le mani nelle tasche degli italiani, imprenditori e cittadini. Una manovra – aggiunge Siligardi – che, elevando a livelli record la pressione fiscale (45%), avrà certamente degli effetti depressivi. La previsione è quella di una nuova e più pesante frenata dei consumi delle famiglie nel 2012.

“La seria preoccupazione di Confesercenti è che, un ulteriore aumento della pressione fiscale a livello locale, unita agli effetti della manovra finanziaria, metta a repentaglio la sopravvivenza di tante, troppe piccole e piccolissime imprese, ossatura portante anche del territorio carpigiano. Prima di aumentare le tasse quindi sarà necessario praticare una ulteriore razionalizzazione della macchina comunale, valutare azioni mirate alla alienazione del patrimonio pubblico ed al contrasto dell’evasione fiscale. Intraprendere la strada delle privatizzazioni e della esternalizzazione dei servizi, coinvolgendo di più i privati. Infine – conclude il direttore di Cofnesercenti Carpi – se proprio ci dovranno essere dei tagli, questi non dovranno essere indiscriminati. In particolar modo chiediamo che i primi ad essere razionalizzati non siano i capitoli di spesa a sostegno dell’economia locale. Ci riferiamo soprattutto ai fondi a sostegno del credito, dell’innovazione e della formazione delle imprese e della promozione del territorio”.