Si erano già espressi con preoccupazione: riguardo la netta contrazione dei ricavi nel 2010, la ridotta capacità di spesa delle famiglie il calo dei consumi e le prospettive tutt’altro che rosee per l’anno in corso. Ma sono anche altri aspetti a preoccupare fortemente gli operatori commerciali del cuore cittadino di Carpi, come la programmata realizzazione di due grandi superfici di vendita alimentare ed extralimentare nei comuni di Soliera e Campogalliano. “La maggioranza degli imprenditori che abbiamo intervistato – tiene ad evidenziare Massimiliano Siligardi direttore di Confesercenti Carpi nel presentare la seconda parte dell’indagine che l’Associazione ha condotto tra i negozianti del centro – parla di ripercussioni negative sull’andamento del commercio in centro storico. Segno tangibile che le preoccupazioni e le motivazioni sollevate dal fronte compatto delle Associazioni imprenditoriali in merito al Piano Provinciale degli insediamenti commerciali (POIC) erano più che fondate. Gli imprenditori del commercio non si tirano indietro di fronte alle difficoltà del momento e sono pronti a fare la loro parte, insieme alle istituzioni, per la valorizzazione ed il rilancio del primo e più importante centro commerciale, quello naturale che sorge nelle immediate vicinanze del castello dei Pio, certamente non meno attraente e privo di appeal rispetto ai centri commerciali ‘artificiali’.

Commercianti, ristoratori, artigiani carpigiani: il campione

Oltre 200 gli imprenditori commerciali coinvolti dall’indagine di Confesercenti – da C.so Fanti a C.so Cabassi, passando per P.zza Martiri, C.so A. Pio e P.zza Garibaldi, fino a C.so Roma – ovvero a totalità di quelli che operano nel cuore storico. Dei quali, ben 159 oltre il 70% quelli che hanno espresso il loro parere su tematiche quali: l’accessibilità, l’attrattività, le aperture, le iniziative, la sicurezza; ma anche i punti di forza del salotto buono della città e le problematiche che ancora non trovano soluzione. Sono prevalentemente aziende attive nel commercio (86,5%), quindi pubblici esercizi (9%) e artigianato (3,2%), quelle monitorate da Confesercenti. La maggior parte delle quali sono ditte di tipo individuale il 40,1%, società di persone (snc e sas) il 38,1% e società di capitali (srl e spa col 21,7%). Che si tratti mediamente di piccole e piccolissime aziende è testimoniato dal numero degli addetti occupati, che nel 65% dei casi non supera le due unità. Solo il 12,5% degli esercizi ha più di 4 addetti.

Dall’accessibilità all’arredo urbano: le criticità

Per circa il 70% degli intervistati oggi accedere in centro storico è difficile sia per chi ci lavora, sia per chi deve fare acquisti; né si ritiene che i parcheggi soggetti a tariffazione favoriscano una maggiore rotazione della clientela (53% contrari) che, anzi, sarebbe indotta a disertare il centro pur di non pagare la sosta. Si registra inoltre un vero e proprio ‘plebiscito’ di contrari riguardo un eventuale ampliamento della zona pedonale (78%) e della zona a traffico limitato (86%). Sorprendente e quindi degno di riflessione è il dato registrato su illuminazione e arredo urbano. Nonostante gli sforzi compiuti negli ultimi 5 anni per la riqualificazione del cuore di Carpi, oltre il 60% dei commercianti esprime pareri negativi a riguardo, ritenendoli insufficienti o da migliorare. Va meglio la manutenzione delle strade ritenuta accettabile dalla maggioranza, mentre in merito alla sicurezza, la percezione che si ha in centro è come nel resto della città.

Orari e aperture straordinarie negozi

Gli orari e le aperture straordinarie rappresentano un altro tema molto sentito. Va sfatato anzitutto il mito, paventato da taluni, secondo cui i negozi del centro la domenica sono sempre chiusi. Tra chi tiene abitualmente aperto e chi lo fa in occasione di determinati eventi, sono circa i due terzi del totale gli esercizi del cuore storico disposti ad alzare le serrande anche nei giorni festivi. Il problema se mai è quello dell’attrattività dell’iniziativa in programma. Per “Carpi in Fiore” ad esempio il 75% dei negozi è aperto; come del resto si mantiene alta la percentuale anche durante i mercati domenicali col 57% di aperture. È basso invece il numero di operatori che decide di aprire durante manifestazioni di tipo culturale e sportivo perché al momento non all’altezza al richiamo di un pubblico propenso alla spesa e al consumo. Situazione analoga per le aperture serali. Ci sono iniziative che riscontrano un forte consenso di pubblico, come il ‘Down Town’, la notte bianca cittadina con il 45% degli esercizi disponibili all’apertura serale, mentre altre, promosse negli ultimi anni che hanno visto scemare vertiginosamente il gradimento di pubblico e commercianti (solo il 6% disponibile all’apertura i mercoledì sera estivi).

“In che modo dunque portare gente in centro a Carpi? Come renderlo un vero centro commerciale naturale? Aumentandone l’attrattività: e sono i commercianti stessi ad indicarla come priorità su cui serve il sostegno di tutti – fa sapere Siligardi – Un aspetto interessante da cui partire è con ogni probabilità l’ampliamento dell’offerta merceologica. Per le vie e le strade del cuore storico si riscontra una carenza dell’offerta alimentare. Una soluzione, gradita dal 59% degli intervistati, potrebbe essere quella di inserire la vendita di generi alimentari nei mercati settimanali del giovedì e sabato in Piazza Martiri. Così da rendere il centro cittadino una reale alternativa alle grandi strutture di vendita commerciali, e competere così alla pari di queste anche sotto il profilo quantitativo dell’offerta e non solo quello qualitativo”. Ma pure utilizzare i cosiddetti “palazzi contenitori”, cioè i grandi edifici siti in centro sotto-utilizzati e potenzialmente convertibili ad ospitare altre funzioni, potrebbe rappresentare un passo in vanti sulla via della valorizzazione. E i commercianti vedrebbero bene al loro interno, cinema, uffici pubblici e grandi negozi specializzati; centri fitness, auditorium, aree espositive, negozi di alimentari qualificati, ristoranti, pub e locali di intrattenimento.