In una immaginaria isoletta olandese esiste Il Paese dei Campanelli dove sopra ad ogni casa c’è un piccolo campanile che custodisce un campanello. Secondo la leggenda, questi campanelli suonano ogni volta che una donna tradisce il marito: ma ciò non è mai accaduto, perché nel paese regna da tempo la tranquillità. A seminare il disordine arriva una nave di militari, costretta all’attracco da un’avaria…Scritta e musicata dalla mitica coppia Lombardo-Ranzato, questa operetta andò in scena per la prima volta il 23 novembre del 1923 al Teatro Lirico di Milano. Il Paese dei Campanelli è veramente un’operetta senza tempo, sia per la sua ambientazione, sia per il consenso che continua a guadagnare. Il nuovo allestimento firmato da Corrado Abbati nasce dalla volontà di presentare uno spettacolo con una cornice lussuosa e di buon gusto: grande cura e attenzione dunque per questa nuova produzione 2011/2012 dove Abbati, con una narrazione snella, dà ampio respiro ai numerosi pezzi d’assieme e ai quadri musicali, individuando nella storia un percorso nuovo e non scontato ma capace di assicurare un buon ritmo alla pièce. Un’edizione dove lo sfarzo della messa in scena e la gustosità comica della vicenda fanno a gara con la bellezza dello spartito che unisce graziosi duetti (Balla la giava, Fox della luna) e brani lirici squisiti (Il duetto del ricamo, Io vorrei che il mio sogno divin) presentando finezze ed intuizioni melodiche notevoli, con tratti di simpatica sentimentalità.

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