«Vicinanza e solidarietà» a Giovanni Tizian, autore di inchieste sulle infiltrazioni al nord delle cosche mafiose che da settimane vive sotto scorta. E, insieme, la richiesta di «un potenziamento degli uffici giudiziari e delle forze dell’ordine per far sì che il lavoro di indagine sia più forte ed efficace, individuando nella creazione di un distaccamento della Direzione investigativa antimafia sul nostro territorio una prima risposta», oltre alla «conferma del nostro impegno contro le in filtrazioni mafiose, chiedendo che tutti i Comuni e gli enti aderiscano all’osservatorio degli appalti». E’ quanto prevede l’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale mercoledì 25 gennaio.

Nel corso della stessa seduta è stata discussa anche un’interpellanza, presentata dai consiglieri del Pd Luca Gozzoli, Elena Gazzotti e Fausto Cigni, che segnalava il caso di diverse aziende modenesi in difficoltà acquistate o prese in affitto da un’unica famiglia originaria di una cittadina pugliese, alla quale ha risposto il presidente Emilio Sabattini.

Illustrando l’ordine del giorno, Luca Gozzoli ha evidenziato come «dal prezioso lavoro di Tizian emerga un aspetto preoccupante: l’infiltrazione della malavita nel nostro territorio punta sulle nostre debolezze di società ricca, dal gioco d’azzardo alla droga alla prostituzione». Per Bruno Rinaldi del Pdl «quella che dobbiamo combattere è una battaglia culturale, molto difficile, per difendere il valore dell’onestà. Soprattutto le giovani generazioni sono attratte dall’immagine e dal potere del denaro, e in questo humus culturale la mafia si diffonde». «Questa società – ha affermato Patrizia Cuzzani del Gruppo misto – ha bisogno di persone come Tizian, ma se si trova sotto scorta a Modena per un libro, vuol dire che qualcosa non va». Nel ricordare come «queste cose sulla malavita attratta dalla ricchezza del nostro territorio noi le dicevamo quasi vent’anni fa», Dante Mazzi del Pdl ha sottolineato «un elemento nuovo, e cioè che non è stato Tizian a chiedere la scorta ma le forze dell’ordine a predisporla. Questo significa che l’azione investigativa ha funzionato, arrivando preventivamente». La prova, secondo il consigliere Fausto Cigni, che «l’intelligence ha fatto il proprio dovere».

SABATTINI “NON CI ARRENDIAMO, C’È LA CAPACITÀ DI REAGIRE”

Nel contrasto alle infiltrazioni della malavita organizzata nel tessuto sociale ed economico modenese «non siamo impreparati, gli strumenti messi in campo in questi anni e il livello di sensibilità della nostra comunità aiutano a contrastare il fenomeno, anche in questa fase resa ancor più delicata dagli effetti della crisi economica». L’ha affermato il presidente della Provincia di Modena Emilio Sabattini rispondendo in Consiglio provinciale a un’interpellanza – presentata da Elena Gazzotti, Fausto Cigni e Luca Gozzoli del Pd – che segnalava il caso di diverse aziende modenesi in difficoltà acquistate o prese in affitto da un’unica famiglia originaria di una cittadina pugliese.

«Le minacce ricevute dal giornalista Giovanni Tizian per le sue inchieste sulle infiltrazioni della malavita – ha aggiunto Sabattini – ci ricordano come sia necessario mantenere alto il livello di attenzione, ma non partiamo da zero. L’Osservatorio sugli appalti e quello sul mercato del lavoro da anni svolgono un ruolo importantissimo in questa direzione. E la nostra comunità – ha concluso – ha nel proprio dna la capacità di reagire, di non arrendersi, come hanno dimostrato di recente gli amministratori del Comune di Bomporto, che non sono rimasti in silenzio di fronte alla scelta di un soggiorno obbligato».

Nel corso del dibattito Dante Mazzi (Pdl) ha segnalato l’esigenza di capire «che cosa non ha funzionato, dal momento che siamo arrivati al radicamento di queste organizzazioni; probabilmente la connivenza dei professionisti». Di diverso avviso Fabio Vicenzi (Udc) per il quale «la società civile, e anche i professionisti, si stanno ponendo il problema. Quello che manca, forse, è un coordinamento e l’analisi dei risultati ottenuti».

Mentre Elena Gazzotti ha segnalato «la necessità di fare un salto di qualità su questo tema, anche alla luce del quadro che sta emergendo», Fausto Cigni ha osservato che «la società può fare molto, ma se manca l’intelligence investigativa non si va da nessuna parte. Si deve intervenire, quindi, con più soldi, più uomini e mezzi per la sicurezza. Solo così si possono ottenere risultati efficaci».