Ogni anno il Gruppo educativo territoriale Babele svolge un’attività con i ragazzi di terza media, per approfondire l’orientamento alle scuole superiori. Sono stati diciassette i partecipanti agli incontri, incentrati su momenti di ascolto e confronto, affinché avviassero una riflessione riguardo il proprio futuro.

Le scelte degli intervistati sono ricadute prevalentemente su istituti professionali e una piccola parte del gruppo si è mostrata decisa a intraprendere gli studi presso la scuola alberghiera.

Nel dettaglio, gli istituti scelti sono stati Don Magnani, Ferrari, Cattaneo – Deledda, E. Morante e Volta; mentre, per quanto riguarda i settori lavorativi che hanno destato maggiore interesse, sono emerse preferenze per mestieri quali estetista-parrucchiera, meccanico, elettricista, cuoco, medico e ostetrica.

“La maggioranza dei ragazzi – spiegano i promotori del Gruppo – esprime una chiara idea di ciò che vorrebbe fare da grande, una piccola parte, invece, non sembra avere “sogni nel cassetto”. Tra chi ha scelto la scuola idonea al lavoro che desidererebbe svolgere è emersa la consapevolezza del cammino da dover percorrere per raggiungere il proprio sogno, grazie al confronto con i compagni e alla ricerca di informazioni utili sia sulla scuola che sul mestiere futuro.

I ragazzi prendono in considerazione anche l’offerta proveniente dal mercato del lavoro, pertanto i mestieri più richiesti risultano più accattivanti rispetto ad altri la cui domanda è più limitata.

Tuttavia, vi sono anche forti indecisioni da parte di coloro che ancora non sanno riconoscere le proprie competenze, mostrano una scarsa autostima e non si sentono motivati a sognare il proprio futuro. Di fronte alla domanda “In cosa ti ritieni più bravo?” non sono in grado di rispondere perché non consapevoli delle proprie capacità. Dalle testimonianze dei ragazzi è inoltre emerso come la partecipazione attiva della famiglia (ad esempio accompagnandoli alle visite delle scuole superiori e cercando il parere degli insegnanti) possa contribuire in modo positivo al loro orientamento”.

“Infine, il tema della crisi non viene vissuto con preoccupazione dai ragazzi, dato che non scalfisce la loro natura spensierata o comunque sembra che la questione desti scarso interesse, forse anche perché viene percepito come un problema non paragonabile a quelli che si presentano nella vita adolescenziale. Riteniamo sia comunque positivo che questi ragazzi, pur sentendo parlare spesso di periodo economicamente difficile, nutrano sogni e speranze all’insegna di un futuro migliore e speriamo che i loro obiettivi vengano vissuti il più tenacemente possibile”.