Oltre 350 opere ripercorreranno il lavoro del grande fotografo attraverso una mostra itinerante nel corso del 2013-2014 – Prima tappa al Maxxi di Roma. Curatore è Quentin Bajac del Centre Pompidou.

La sinergia tra Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma (Maxxi), Comune di Reggio Emilia e Regione Emilia Romagna dà vita a un originale progetto espositivo per ricordare e valorizzare la figura di Luigi Ghirri, fotografo reggiano di fama internazionale, nel ventennale della sua scomparsa.

A partire dalla primavera 2013 la mostra “Pensare per immagini. La fotografia di Luigi Ghirri”, curata da Quentin Bajac, Chef du Cabinet de la photographie del Centro Pompidou di Parigi, ripercorrerà la carriera di uno dei più importanti fotografi del Novecento, gettando nuova luce sulla sua corposissima produzione attraverso più di 350 opere, in parte inedite, tra vintage e new prints, libri d’artista, menabò e altri documenti. La mostra avrà natura itinerante. Il primo allestimento è previsto dal 15 aprile al 30 luglio 2013 al Maxxi di Roma. Seguiranno tappe in altre due città europee, quindi la mostra approderà a Reggio Emilia da maggio a settembre 2014 ai chiostri di San Domenico in occasione dell’edizione 2014 di Fotografia Europea.

HANNO DETTO – “Siamo particolarmente felici di questa collaborazione con il Maxxi e con la Regione Emilia Romagna. Erano anni che sollecitavo una mostra su Ghirri e ora questo progetto diventa realtà – ha detto oggi il sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio presentando in anteprima, in occasione di Fotografia Europea, la mostra in programma l’anno prossimo – Il migliore omaggio che possiamo fare a questo nostro grande artista è continuare a far vivere il suo sguardo, che è insieme provinciale e aperto al mondo, attraverso iniziative di sperimentazione di nuovi fotografi. Per questo al cuore di Fotografia Europea c’è sempre stata, fin dall’inizio, la figura di Luigi Ghirri”.

“Ghirri è un fotografo che appartiene al panorama nazionale, non solo reggiano, e da tempo come Regione siamo impegnati nella catalogazione delle sue opere che ammontano a oltre 150mila, di cui moltissime inedite – ha aggiunto Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna – Ora siamo orgogliosi di partecipare a un progetto di allestimento per una mostra che non sarà antologica, ma critica e farà un preciso approfondimento scientifico sulla produzione di Ghirri”.

“Quella che partirà l’anno prossimo dal Maxxi sarà la più grande mostra mai realizzata su Ghirri, un grande tributo di Reggio al suo artista – ha detto Giovanni Catellani, assessore alla Cultura del Comune di Reggio – Ghirri è stato uno dei più grandi fotografi del Novecento perché ha saputo rendere sorprendenti ed eterni momenti apparentemente banali della nostra quotidianità”.

“Vogliamo far conoscere il patrimonio fotografico italiano all’estero e l’opera di un artista come Ghirri ci consente di farlo – ha concluso Pippo Ciorra, senior curator del  Maxxi Architettura – Partecipiamo al progetto di questa nuova mostra su Ghirri perché siamo convinti che sia un pilastro della fotografia, di un certo modo di concepire lo sguardo fotografico. Si tratta poi di un artista che è stato capace, più di tanti architetti, di raccontare la trasformazione dello sguardo sul paesaggio, cosa particolarmente significativa per un museo come il nostro che ha una sezione dedicata proprio all’architettura”.

Presenti alla presentazione odierna anche alcuni dei membri del comitato scientifico: Adele Ghirri, figlia dell’artista, Giordano Gasparini, direttore della Biblioteca Panizzi e dirigente dell’Area Cultura del  Comune Reggio Emilia, Laura Gasparini, responsabile della Fototeca della Biblioteca Panizzi (che conserva l’archivio dei negativi e delle diapositive dell’autore e una cospicua produzione di vintage e ristampe), Francesca Fabiani, responsabile Collezioni di Fotografia, Maxxi Architettura. Gli altri membri sono Bice Curiger, curatrice della 54esina edizione della Biennale di Venezia (che ha ospitato opere di Ghirri), Pippo Ciorra, senior curator del Maxxi, e Margherita Guccione, direttore del Maxxi architettura di Roma.

Margherita Guccione ha così commentato il progetto espositivo:  “Il Maxxi Architettura è particolarmente soddisfatto dell’iniziativa promossa con la Regione Emilia Romagna e il Comune di Reggio – Biblioteca Panizzi e gli Eredi, che lo vede impegnato nella realizzazione di una grande mostra su Luigi Ghirri a cura di Quentin Bajac, con un Comitato scientifico di esperti internazionali. La mostra, dedicata a una figura fondante nel panorama della fotografia contemporanea, testimonia l’impegno portato avanti dal  Museo di Architettura fin dal 2003 con l’avvio di una specifica collezione di fotografia, che si incrementa con progetti di ricerca e committenze d’autore”.

LA MOSTRA – L’Atlante e il Paesaggio – queste le due fasi del lavoro di Ghirri identificate da Bajac –  corrispondono a due periodi distinti e a due approcci mentali diversi del lavoro di Ghirri secondo una logica di decostruzione/ricostruzione. L’artista, dopo aver interrogato le rappresentazioni universali del mondo (atlanti, mappe, segni) in base ad una prospettiva di tipo quasi strutturalista segnata da autori come Barthes ed Eco e la fotografia come linguaggio, intraprese in un secondo momento una ricostruzione di una pratica fotografica più diretta (diretta più sulle cose che non sul mezzo in sé) più classica (il paesaggio, la visione architettonica) e più locale (principalmente l’Italia), segnata da un interesse per la geografia e per la storia. La mostra darà spazio a questi due aspetti del suo lavoro, dai “Paesaggi di cartone” degli anni ’70 al “vero” paesaggio italiano degli anni ‘80.

ORA ALLA PANIZZI – In attesa della grande mostra prevista per l’anno prossimo, è possibile visitare l’esposizione Un’idea e un progetto. Luigi Ghirri e l’attività curatoriale allestita presso la Biblioteca Panizzi fino al 24 giugno (domani, visita guidata alle 10.45 a cura di Laura Gasparini). Si tratta di una mostra inedita, documentale a cura di Laura Gasparini in collaborazione con Adele Ghirri e con l’introduzione di Quentin Bajac. Il legame tra Ghirri e Reggio è stato infatti lungo e intenso, non solamente in qualità di autore, ma anche di ideatore, organizzatore, curatore di mostre, iniziative, incontri e conferenze. Per questo l’esposizione si propone di illustrare i progetti e le iniziative in cui il fotografo ha avuto un ruolo attivo, mostrando al pubblico cataloghi, menabò, pubblicazioni e opere fotografiche conservate in Fototeca, in Biblioteca Panizzi e presso collezionisti.

Domani, domenica 13 maggio, alle 19, nel Giardino della Biblioteca Panizzi, si ricorderà la figura di Luigi Ghirri attraverso le parole di Quentin Bajac, Pippo Ciorra, Alberto Ferlenga. L’incontro, dal titolo Luigi Ghirri: tra architettura e paesaggio, è introdotto da Giordano Gasparini e moderato da Laura Gasparini.

******

Luigi Ghirri (Scandiano, Reggio Emilia, 1943 – Roncocesi, Reggio Emilia, 1992) ha prodotto per più di vent’anni, dal 1970 al 1992. Autore fra i più importanti e influenti nello scenario della fotografia contemporanea, inizia il suo lavoro nell’ambito dell’arte concettuale e le sue ricerche presto lo conduco a essere noto internazionalmente.

Nel 1975 è tra le “discoveries” del Photography Year di “Time – Life e partecipa alla mostra Art as Photography – Photography as Art di Kassel. Nel 1982 è segnalato alla Photokina di Colonia come uno degli artisti più significativi della storia della fotografia del ventesimo secolo.

Le sue opere sono conservate presso varie istituzioni nel mondo, tra cui: Stedelijk Museum (Amsterdam), Musée – Châteaux (Annecy), Musée de la Photographie Réattu (Arles), Polaroid Collection (Cambridge, Massachusetts), Musée Nicéphore Niépce (Chalon-sur-Saône), Museum of Fine Arts (Houston), Museo di Fotografia Contemporanea (Cinisello Balsamo, Milano), Archivio dello Spazio – Amministrazione Provinciale (Milano), Galleria Civica (Modena), Canadian Center for Architecture  – Centre Canadien d’Architecture (Montréal), Museum of Modern Art (New York), Cabinets des Estampes – Bibliothèque Nationale de France (Paris), Fond National d’Art Contemporain (Paris), Centro Studi e Archivio della Comunicazione (Parma), Biblioteca Panizzi – Fototeca (Reggio Emilia), Palazzo Braschi – Archivio Fotografico Comunale (Roma), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Galleria d’Arte Moderna (Torino), Fotomuseum (Winterthur).