Nell’Ordinanza di sabato 2 giugno emessa dal capo della Protezione Civile, il Prefetto Gabrielli, sono elencati i 52 Comuni della pianura padana coinvolti nel recente terremoto.

Sono Comuni che conosco bene, come d’altronde conosco bene tante delle persone che risiedono a Campagnola Emilia, Correggio, Fabbrico, Novellara, Reggiolo, Rio Saliceto e Rolo.

In questo elenco non sono compresi i Comuni di Luzzara e Guastalla, nonostante il fatto che, come ho potuto constatare di persona, siano stati fortemente danneggiati dal sisma.

Occorre perciò che il riconoscimento dei danni avvenga anche fuori da questo elenco, laddove siano documentati.

E’ necessario vigilare, con scrupolo e molta attenzione, su tutta la fase della ricostruzione per evitare che, all’interno di questa grande opera edificatoria, possano insinuarsi, in sede di appalti, la criminalità organizzata o imprenditori senza scrupoli che tentano di lucrare sui finanziamenti pubblici, come già avvenuto all’Aquila.

In molti Comuni gli eventi sismici hanno colpito e in alcuni casi distrutto, non solo le case e le aziende, ma anche le scuole e le chiese: edifici che rappresentano un legame forte con il passato, con le proprie convinzioni religiose, con la storia economica e culturale delle comunità locali. Gli emiliani sono persone operose, tenaci, coraggiose, fortemente legate alla loro terra e alle loro tradizioni, oggi messe a dura prova da un sisma che sembra inarrestabile.

In questo momento difficile il senso di solidarietà collettiva prevale sulle divisioni politiche: è tutto un popolo, quello emiliano, che sta lavorando alacremente per superare l’emergenza e per tornare alla normalità.

L’impegno di tutta la Regione deve essere rivolto alla ricostruzione delle attività economiche, in quanto fonte di lavoro e quindi di ricchezza per l’Emilia.

In questo contesto i Comuni colpiti dal sisma devono avere la possibilità, al di la dei vincoli posti dal Patto di stabilità, di avere a disposizione le risorse necessarie per poter ricostruire al più presto gli edifici abbattuti o compromessi dal sisma.

Chiediamo il rinvio, per almeno un anno, delle imposte che gravano sulle famiglie e sulle aziende della provincia di Reggio Emilia, colpite dal sisma, a cominciare dall’Imu.

Serve, infine, un’adeguata preparazione psicologica per le popolazioni colpite dal sisma: bisogna convivere con le conseguenze, a volte prolungate del tempo, dell’evento sismico; ciò per evitare che prevalga il panico generale e la depressione.

Sono certo che il popolo emiliano, forte e tenace com’è, saprà risollevarsi anche da questa difficile prova.

Fabio Filippi