Sono 633 milioni di euro le risorse del Fondo Sociale Europeo già impegnate dalla Regione Emilia-Romagna a maggio 2012, pari al 78,6% del totale delle risorse a disposizione per il periodo 2007-2013, pari ad oltre 806 milioni. La capacità di pagamento della Regione si attesta al 58,1% con un ammontare di spesa di oltre 468 milioni di euro.

Sono alcuni dei dati del Rapporto annuale di esecuzione 2011, aggiornati al maggio 2012, presentati questa mattina dalla Regione Emilia-Romagna al Comitato di Sorveglianza, l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma Operativo Regionale, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo.

Il Comitato di Sorveglianza è composto dalla Commissione dell’Unione Europea, dai Ministeri competenti in materia, dalle Province emiliano-romagnole, dalle Parti sociali regionali, dalla consigliera regionale di Parità, ed è presieduto dall’assessore regionale alla Formazione Patrizio Bianchi. All’incontro odierno erano presenti Pietro Tagliatesta della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e Pari opportunità della Commissione europea, Gianna Donati e Giulia Platone del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

I dati confermano l’efficienza della Regione e delle Province nella programmazione e nell’utilizzo delle risorse comunitarie e nella capacità di realizzazione degli interventi da parte del sistema degli enti attuatori. Le spese totali certificate ammontano già al 50% del Piano Operativo complessivo, e con la prossima certificazione che sarà inviata all’Ue entro fine giugno sarà raggiunto il target di spesa previsto dalla delibera Cipe per il 2013.

“L’efficienza organizzativa ci permette una attuazione efficace, concertata e condivisa delle risorse del Fondo sociale europeo – ha detto l’assessore Patrizio Bianchi – e consente alla Regione di non dover chiedere proroghe all’Unione Europea, nonostante gli eventi sismici che hanno recentemente colpito l’Emilia-Romagna. In caso di simili emergenze l’Ue consente alle Regioni di avere deroghe e dilazioni nella realizzazione. Noi al contrario abbiamo chiesto un aiuto per accelerare il nostro Programma: dobbiamo riuscire ad aiutare ancora di più le persone colpite dal terremoto”.

Nel 2011 la Regione Emilia-Romagna ha attuato una programmazione centrata da un lato sull’inserimento e sulla permanenza nel mercato del lavoro, soprattutto delle fasce più deboli, e dall’altro sull’aumento delle competenze tecniche alte e specialistiche dei giovani.

Per quanto riguarda le politiche attive per il lavoro, si è aggiornato il catalogo dell’offerta della formazione permanente, erogata attraverso assegni formativi della Regione e delle Province, mentre per la formazione superiore la Regione ha approvato il Piano Triennale della Formazione superiore e della Rete Politecnica.

La Rete Politecnica, un sistema regionale unitario di relazioni stabili tra istituzioni scolastiche, enti di formazione professionale, università, centri di ricerca e imprese, risponde esattamente alle raccomandazioni espresse dalla Commissione europea ai Paesi membri, nell’ottica della strategia Europa 2020, che si basa sull’investimento sulle persone. In questo modo le risorse messe a disposizione dal Fondo Sociale Europeo non sono viste come uno strumento straordinario, ma si integrano perfettamente con le politiche regionali. Una visione di sistema che consente di chiudere al meglio la programmazione attuale e avviare la riflessione sul prossimo periodo.

“L’Emilia-Romagna si è inserita con largo anticipo negli orientamenti espressi recentemente dal presidente Barroso, che ha chiesto la riprogrammazione dei fondi strutturali con azioni mirate per l’occupazione giovanile – ha detto Pietro Tagliatesta della Commissione europea, che ha colto l’occasione per esprimere solidarietà alle popolazioni colpite dal sisma – Storicamente l’Emilia-Romagna è una delle Regioni più performanti, anche per la qualità delle azioni messe in campo”.

“La Regione Emilia-Romagna si è portata avanti – ha spiegato Gianna Donati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – ha anticipato nel 2011 i contenuti dell’Action Team sull’occupazione giovanile predisposto dal presidente Barroso. Anche la modalità di realizzazione del Por, delineato in accordo con le parti economiche e sociali, incontra gli orientamenti europei”.

I dati del Rapporto annuale di esecuzione 2011

Sono 23.862 gli interventi approvati nel 2011, di cui 21.984 conclusi al 31 dicembre.

L’asse di intervento che presenta la miglior performance di impegno e di spesa è l’asse I, dedicato alle azioni per favorire l’adattabilità delle persone, seguono gli interventi sull’asse II per l’occupabilità.

Le persone che hanno già concluso le attività formative nel 2011 sono 54.419.

Dal 2007, anno dell’avvio della programmazione, sono complessivamente 155.205, di cui 83.875 donne. La fascia di età prevalente è quella degli adulti da 25 a 55 anni (26.889 nel 2011 e 129.342 dal 2007).

Avanzamento del Programma Operativo al 31 maggio 2012

Nei primi 5 mesi del 2012 assistiamo ad un ulteriore aumento della capacità di impegno e di pagamento del Programma Operativo, con un incremento del 2,5% rispetto al dicembre 2011 delle risorse impegnate e del 10,7% dei pagamenti.

In valori assoluti gli impegni sono pari a oltre 633 milioni di euro e i pagamenti a oltre 468 milioni di euro.

I percorsi formativi avviati nei primi mesi del 2012 sono 719, per un totale di 23.703, le persone che hanno avuto accesso ad una opportunità formativa sono 195.607, 12.529 persone in più rispetto alla fine del 2011.

La Programmazione 2007-2013

Per il periodo 2007-2013 l’Emilia-Romagna ha un Programma Operativo che dispone di 806 milioni di euro.

L’obiettivo generale individuato per l’attuazione del programma di competitività e occupazione attraverso il FSE è quello di sostenere la crescita economica e sociale e il suo impatto occupazionale, coniugando la qualità dell’occupazione e la valorizzazione delle risorse umane con la qualità dello sviluppo economico e la coesione sociale. Obiettivi che si raggiungono investendo sul sapere e sulla qualificazione del lavoro e promuovendo pari opportunità di accesso e permanenza nel sistema regionale dell’istruzione, della formazione e del lavoro.