Lo Squacquerone di Romagna è la trentacinquesima denominazione di origine protetta emiliano-romagnola registrata dall’Unione europea. “Si conferma così la capacità del nostro territorio di dedicarsi a produzioni di qualità e di contribuire al consolidamento del valore della tipicità – ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni – I caseifici romagnoli specializzati nella produzione di Squacquerone di Romagna hanno finalmente ottenuto questo importante riconoscimento, ad oltre dieci anni dalla presentazione della domanda da parte dell’associazione che li riunisce”.

La registrazione della denominazione di origine protetta è stata ottenuta con il Regolamento di esecuzione UE 679/2012 della Commissione, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 198 del 25 luglio. L’area di produzione comprende tutte le province romagnole, la provincia di Bologna e parte della provincia di Ferrara. Si tratta della zona che da decine di anni contribuisce alla fornitura del latte, alla sua lavorazione, all’ottenimento dello Squacquerone di Romagna.

La caratteristica fondamentale, che ha contribuito nel modo più significativo alla reputazione di questo formaggio è la sua consistenza cremosa-gelatinosa, la sua elevata spalmabilità dovuta alla mancanza di nervo. Altre caratteristiche salienti che lo distinguono da altri formaggi a pasta molle a maturazione rapida sono il colore della pasta bianco madreperlaceo e il suo aroma delicato, tipicamente di latte, con una nota erbacea. Tutto ciò è conseguenza del tipo di latte impiegato nella produzione del formaggio, un latte che acquisisce proprietà particolari in virtù del regime alimentare delle bovine, ma va sottolineata anche l’incidenza sulla particolarità del prodotto dell’utilizzo di ceppi autoctoni di siero innesti.

“Non è stato facile ottenere questo risultato – ha concluso l’assessore Rabboni – sebbene si stia parlando di uno dei prodotti più rappresentativi dell’area romagnola, a causa di forti contrasti da parte di aziende concorrenti. L’attribuzione della DOP contribuirà a riportare ai caseifici che lo producono col metodo e nel territorio indicati nel disciplinare, il valore di un prodotto così immediatamente riconducibile alla Romagna”.