Debora Serracchiani, intervistata da Nicola Fangareggi, è stata ospite ieri sera della Festa del Pd di Villalunga. Vari gli argomenti trattati nel corso del dibattito: dal giudizio dell’europarlamentare sull’operato del governo dei tecnici: «il Paese sta dando segni vitali di recupero delle proprie istituzioni», alla Carta di Intenti presentata in questi giorni dal Partito Democratico: «offre motivo di confronto e dibattito alle forze vive del Paese, ci stiamo affermando come alternativa forte ai programmi del centrodestra», all’esigenza improrogabile di rinnovamento: «il Pd deve cambiare anche nelle facce, sia che lo voglia sia che non lo voglia, ed è finito il tempo delle deroghe sui mandati dei parlamentari». Una presa di distanza dalle primarie, se viste «come strumento per una resa dei conti interna a un partito, allora non mi interessa», ma anche un appello a fare sintesi sulle diversità di pensieri e visioni, spesso antitetiche, proprie del Pd: «il partito deve riunirsi e votare su cose su cui siamo divisi, trovare quindi il coraggio di votare se necessario. Occorre avere la maturazione sufficiente per discutere, perché ognuno di noi non deve avere la targhetta da dare al proprio elettorato». Una battuta anche sull’esito del referendum per l’abolizione della diaria dei parlamentari: «al di là dell’ammissibilità, emerge un dato chiaro, vi è molta rabbia e voglia di cambiamento, la politica deve capirlo».

Sull’Europa, numerosi i distinguo sulle diverse situazioni, seppure critiche, all’interno dell’Unione: « è noto a tutti come la Grecia abbia falsificato i bilanci, in Spagna siano stati dati mutui per la casa persino ai disoccupati, ma l’Italia ha situazione diversa. La crisi è arrivata in una situazione in cui non siamo riusciti a fare un’agenzia di rating europea e ci affidiamo ad agenzie che hanno molti conflitti d’interesse. Ma la verità –ha proseguito Serracchiani- è che in giro per l’Europa non vi sono statisti: non vi sono persone disposte a prendere scelte pur accettando di perdere il consenso, come gli statisti con una visione politica fanno».

Sulla politica interna, l’europarlamentare ha ricordato come oggi ci si trovi in una situazione con «istituzioni ancora fragili e partiti debolissimi», aggiungendo che: « non abbiamo visto tutte le forze in campo per le elezioni politiche, sicuramente scenderanno in campo dei nuovi soggetti e occorre essere pronti. Infine sono necessarie elezioni, non anticipate, bensì a scadenza naturale». Una scadenza, quella del 2013, che vedrà l’europarlamentare impegnata come candidata alla presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia.