Possibilità dello spostamento dell’area ‘di sedime’, cambio di destinazione d’uso del bene strumentale, sempre con finalità agricole, possibilità di poter riutilizzare nell’azienda stessa, in futuro, la volumetria non utilizzata.

Sono queste alcune richieste che la Cia di Modena (Confederazione italiana agricoltori) ha posto l’assessore regionale alle Attività produttive, Giancarlo Muzzarelli, nel corso di un incontro promosso a Carpi martedì 18 settembre.

“L’azione istituzionale sviluppata dal Commissario Errani sta completando l’iter con gli strumenti idonei per dare ristoro adeguato alle aziende che hanno subito danni ai fabbricati agricoli produttivi e residenziali – ha detto Muzzarelli – e che intendono riparare e costruire immobili, attrezzature e scorte agricole”.

Muzzarelli ha poi rassicurato i produttori, oltre duecento, affermando che “si sta consolidando il percorso per indennizzare fino all’80% i costi per la ricostruzione ed il ripristino delle strutture, a partire dall’ordinanza del 29 agosto che prevedeva la riparazione della case in classe B e C abitate”. A giorni usciranno ordinanze relativamente alla riparazione e ricostruzione alle abitazioni in calse E, “oltre al provvedimento generale che interessa i fabbricati adibiti ad attività produttive – ha precisato Muzzarelli – ovvero capannoni agricoli, ripristino immobili produttivi, sostituzione di macchine e attrezzature e scorte danneggiate, attingendo alle nuova misura 126 del piano di sviluppo rurale”.

L’assessore alle Attività produttive ha detto inoltre che verrà messo a fuoco il tema dei costi per la delocalizzazione temporanea delle attività e per la perdita di prodotti Dop, e Igp (parmigiano, aceto balsamico), “oltre a fornire chiarimenti su mutui assistiti dalla garanzia previsti dall’articolo 11 del decreto legge 74, convertito poi in legge”.

Altro terreno di impegno della Regione, ha proseguito Muzzarelli, è l’attuazione del comma 6 dell’articolo 3 del decreto 74 “che prevede deroghe specifiche per la ricostruzione degli immobili agricoli, cioè la possibilità di ricostruire superfici con cubature inferiori a quelle preesistenti e dello spostamento della cosiddetta ‘area di sedime’, consentendo una ricostruzione adeguata ai reali bisogni dell’agricoltore in questi precisi momenti storici, in funzione delle nuove esigenze, pur nella ricerca di una adeguata qualità della ricostruzione”.

C’è poi il tema, ribadito dalla Cia, del cambio destinazione d’uso del bene strumentale: “si deve affermare il concetto – ha detto il direttore della Cia, Gianni Razzano – che l’interpretazione delle modifiche della destinazione d’uso dei fabbricati ricomprendano la finalità sempre agricola, ma in base alle nuove esigenze produttive dell’impresa. Poniamo inoltre l’esigenza che in caso di scelte di ricostruzioni inferiori a quelle esistenti – ha osservato Razzano – rimanga nella disponibilità dell’impresa la possibilità di poter riutilizzare nell’azienda stessa, in futuro, la volumetria non utilizzata”.

Un altro elemento portato dalla Cia all’attenzione di Muzzarelli riguarda i mutui: “occorre trovare le formule di come poter consentire ai produttori di latte danneggiati di usufruire dei mutui agevolati garantiti- è intervenuto il presidente provinciale Cia, Cristiano Fini – perché intendiamo accompagnare l’agricoltore nella scelta delle soluzioni migliori nel rispetto delle normative, interloquendo con i tecnici delle istituzioni”.