Sala_Nomi_Fossoli27 gennaio 2013, Giorno della memoria: il programma promosso dal Comune di Carpi e dalla Fondazione Fossoli prevede alle ore 11 al Museo Monumento al Deportato politico e razziale di Palazzo dei Pio l’inaugurazione della mostra Memoria d’infinito, con opere dell’artista veneziano Tobia Ravà (vedi nota stampa n.11/b). Alle ore 15 è prevista una visita guidata alla mostra a cura degli studenti del Liceo Fanti. Alle ore 17 alla ex Sinagoga di via Rovighi si terrà la presentazione alla presenza dell’autore del libro Parole trasparenti di Daniele Finzi, in collaborazione con l’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano. Interverranno Marzia Luppi, Direttrice della Fondazione Fossoli, Natalia Cangi, Direttrice della Fondazione Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano, Patrizia Di Luca, Responsabile Museo dell’emigrante, Università degli Studi di San Marino. Le Letture saranno a cura della Compagnia del Teatro dell’Argine. Il testo è un lungo, quasi quotidiano scambio di lettere dal 1938 al 1945 fra due coniugi ebrei italiani, Adele Foà ed Ettore Finzi. Per sottrarsi agli effetti delle leggi razziali Adele e Ettore emigrano in Palestina, mentre i genitori invece vengono internati a Fossoli. La scoperta di questo lungo carteggio ha consentito al figlio, Daniele Finzi, curatore dell’opera, di conoscere attraverso ‘parole trasparenti’ i propri genitori.

Tra le altre iniziative promosse nell’ambito del Giorno della Memoria sabato 26 gennaio alle ore 10.30 alla Sala Peruzzi di Carpi segnaliamo un incontro tra Franco Varini, testimone del Campo di Fossoli, e gli studenti dell’Istituto Meucci, nell’ambito del progetto Giusti fra le nazioni promosso dalla Provincia di Modena in collaborazione con la Comunità ebraica di Modena e Reggio Emilia, la Fondazione Villa Emma e l’Istituto storico di Modena. Lunedì 28 gennaio alle ore 11 invece al Cinema-Teatro Eden andrà in scena lo spettacolo teatrale Per ricordare. Rino Molari, realizzato dagli studenti dell’Istituto Luigi Einaudi di Novafeltria in collaborazione con l’Associazione Scuola interiore. L’iniziativa è rivolta agli studenti degli Istituti superiori ed è dedicata a Rino Molari, professore di Lettere di Santarcangelo di Romagna, arrestato per attività antifascista nel 1944, rinchiuso nel Campo di concentramento di Fossoli e fucilato il 12 luglio dello stesso anno insieme ad altri sessantasei prigionieri politici presso il poligono di tiro di Cibeno.

Mercoledì 30 gennaio alle ore 21 alla Sala Ulivi di via Ciro Menotti 137 a Modena si terrà poi un incontro realizzato in collaborazione con l’Istituto storico di Modena con il professor Roberto Cavaglion su Gli ebrei nella storia d’Italia. A seguire proiezione del film Sopralluoghi in Palestina di Pier Paolo Pasolini. Il professor Cavaglion giovedì 31 gennaio alle ore 10 all’istituto superiore Calvi di Finale Emilia terrà infine una Lezione magistrale sempre su Gli ebrei nella storia d’Italia, con una introduzione di Lorenzo Bertucelli, Presidente della Fondazione Fossoli. L’iniziativa è in questo caso realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e con l’Istituto storico di Modena.

Domenica 27 gennaio tra l’altro il Museo Monumento al Deportato e la ex Sinagoga resteranno aperti con orari 10-13 e 15-19 (ad ingresso gratuito). Il Campo di Fossoli invece proporrà due visite guidate gratuite alle ore 10 e alle ore 14.30.

Una mostra di Tobia Ravà dal 27 gennaio al Museo al Deportato

Il 27 gennaio, in occasione del Giorno della memoria, alle ore 11, nella sede del Museo Monumento al Deportato politico e razziale di Carpi (Palazzo dei Pio) è prevista l’inaugurazione della mostra Memoria d’infinito, che proporrà fino al 28 febbraio opere di Tobia Ravà. L’iniziativa, realizzata nell’ambito del progetto Non più nome ma numero, vedrà la presenza dello stesso Ravà, di Lorenzo Bertucelli, Presidente della Fondazione Fossoli, della neopresidente del Consiglio regionale Palma Costi e di Enrico Campedelli, Sindaco di Carpi. La mostra sarà visitabile venerdì, sabato e festivi, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 19.

 

Il progetto Non più nome ma numero è una proposta didattica promossa dai Musei di Palazzo dei Pio, dalla Fondazione Fossoli (Museo Monumento al Deportato) e dal Liceo Scientifico statale ‘Manfredo Fanti’ di Carpi, in collaborazione con il Castello dei ragazzi e l’Università degli Studi di Modena-Piano lauree scientifiche. Il progetto, che si protrarrà fino a fine marzo, prevede di analizzare l’arte attraverso la matematica, portando alla realizzazione concreta di eventi espositivi con opere originali affiancate da pannelli di studio e approfondimento incentrati sulla geometria, l’aritmetica e la matematica. Le mostre saranno supportate da una serie di attività didattiche rivolte alle scuole di ogni ordine e grado del territorio gestite direttamente dagli studenti del Liceo. Alle ore 15 del 27 gennaio alcuni ragazzi del ‘Fanti’ condurranno una visita guidata alla mostra e lo stesso Ravà il 25 febbraio prossimo terrà una conferenza per gli studenti. Nuove visite guidate curate dagli studenti sono previste il 23 febbraio per i visitatori della mostra e il mese prossimo per i coetanei che partiranno a marzo con il Treno per Auschwitz.

Alcuni dei 30 ragazzi iscritti al progetto Non più nome ma numero fanno infine parte del Gruppo di documentazione, che avrà appunto il compito di documentare tutti gli incontri al fine di realizzare un prodotto multimediale che presenterà e commenterà l’esperienza nelle sue fasi progettuali e operative.

 

La mostra Memoria d’infinito di Tobia Ravà crea attraverso le opere, realizzate con lettere ebraiche e numeri, un dialogo intenso e serrato in relazione alle testimonianze storiche del Museo Monumento al Deportato, lungo un percorso che si snoda nelle sale per raggiungere il momento culminante nella Sala dei Nomi, sulle cui pareti sono graffiti oltre 14.000 nomi di deportati dall’Italia.

Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca legata alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica che sottende le opere di Ravà è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie ‘grandangolata’ di vedute di paesaggi naturalistici ed architettonici.

Alla base di tutto c’è la ghematria, lo studio delle corrispondenze tra le lettere dell’alfabeto ebraico e i numeri, di cui l’autore quotidianamente si nutre. In particolare, grazie all’equivalenza tra parola e numero, la ghematria innesca un meccanismo interpretativo per cui i concetti possono trovare forma numerica, e, allo stesso tempo, una serie numerica può essere espressione di più parole.

Le opere riportano elementi archetipi della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah (‘tradizione’ e anche ‘ricezione’, indica la tradizione mistica del pensiero ebraico), si arriva ad un percorso etico-filosofico, derivato dal pensiero di Itzachq Luria, per una nuova lettura in chiave etica dell’agire nel mondo contemporaneo.

Per informazioni: Fondazione ex campo Fossoli Telefono 059 688272 fondazione.fossoli@carpidiem.it www.fondazionefossoli.org