A un anno esatto dalla seconda violenta scossa di terremoto che ha sconvolto la vita di tante località dell’Emilia Romagna a Reggio Emilia per iniziativa del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia viene presentato il bilancio di una esperienza di tirocinio formativo, condotta da una cinquantina di studenti universitari dei corsi di laurea di Scienze della Formazione Primaria e di Scienze dell’Educazione, insieme ai loro docenti, tra le popolazioni colpite, soprattutto tra i bambini.

Questa esperienza ha portato tra settembre e dicembre 2012, dopo un momento di presentazione/formazione, seguito a contatti presi dai tutor didattici con la Protezione Civile e le amministrazioni comunali per concordare modalità e tempi di intervento, gli studenti universitari in scuole primarie di Carpi, Novi, Rovereto sulla Secchia e Reggiolo ad operare in affiancamento agli insegnanti. Al termine della esperienza ciascun tirocinante ha presentato una propria relazione, diventata materiale sul campo per due corpose indagini: “Il terremoto in Emilia Romagna: effetti sui bambini di scuola elementare di Carpi, Novi e Rovereto sulla Secchia” (autori Alessia Cadamuro, Annalisa Versari, Loris Vezzali, Dino Giovannini dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia); “Effetti del terremoto sulle relazioni tra italiani e immigrati vittime del sisma” (autori Loris Vezzali, Luca Andrighetto, Giulia Bergamini, Chaima Nadi, Dino Giovannini).

I risultati di queste ricerche e progetti di tirocinio saranno illustrati nel corso di una iniziativa pubblica “Quando il terremoto fa tremare il cuore: l’università con le scuole del cratere” che si terrà mercoledì 29 maggio a partire dalle ore 15.00 nell’Aula Magna Manodori di Palazzo Dossetti (viale Allegri 9) a Reggio Emilia.

Dopo i saluti del Direttore del Dipartimento di Educazione Scienze Umane prof. Giorgio Zanetti, della prof. Roberta Cardarello e della prof. Maria Giuseppina Bartolini Bussi, saranno esposti le ricerche ed i progetti di tirocinio sostenuti dagli studenti.

IL TERREMOTO IN EMILIA ROMAGNA: EFFETI SUI BAMBINI DI SCUOLA ELEMENTARE DI CARPI, NOVI E ROVERETO SULLA SECCHIA (autori Alessia Cadamuro, Annalisa Versari, Loris Vezzali, Dino Giovannini)

Un gruppo di ricerca di docenti del Dipartimento di Educazione e Scienze Umane dell’Università di Modena e Reggio Emilia, composto da Alessia Cadamuro, Annalisa Versari, Loris Vezzali e Dino Giovannini, ha condotto uno studio nell’ambito del RIMILab con l’obiettivo di indagare gli effetti cognitivi ed emotivi del terremoto vissuto dalla popolazione dell’Emilia-Romagna nel maggio 2012. Il campione è risultato costituito da quasi 900 alunni, insieme ai loro genitori, di scuole primarie di Carpi (Frank, Giotto, Pertini), Novi di Modena e Rovereto sulla Secchia (Battisti, Frank). I risultati hanno anzitutto evidenziato livelli decisamente alti di disturbo da stress post-traumatico sia nei genitori sia nei bambini. Un dato positivo riguarda le strategie messe in atto per fronteggiare l’evento traumatico: una discreta percentuale di bambini ha attivato strategie sia attive (volte a fronteggiare in maniera diretta l’evento) che di evitamento (mirate principalmente a evitare qualsiasi cosa ricordasse l’evento), mentre i loro genitori hanno utilizzato soprattutto quelle attive. Un secondo dato positivo consiste nel fatto che i bambini (soprattutto quelli italiani) mantengono livelli accettabili, anche se migliorabili, nelle prestazioni cognitive. La ricerca si è anche proposta di individuare i fattori che influenzano la gestione degli effetti del terremoto. Cadamuro fa notare come le capacità di mentalizzazione dei bambini (cioè, l’abilità nel comprendere gli altri) sia un fattore chiave, che può consentire alle strategie di coping attivate dai bambini di gestire meglio l’evento stressante e, di conseguenza, di ottenere un miglioramento delle capacità cognitive. Vezzali pone l’accento su un altro aspetto, legato alle relazioni tra bambini italiani e stranieri: lo stress da terremoto ha portato alcuni bambini a vedersi come un gruppo unico, senza distinzioni tra italiani e stranieri; tale percezione era un fattore chiave che portava a voler aiutare i membri dell’altro gruppo. Per attutire gli effetti del terremoto e prevenire i conflitti sociali è allora necessario condurre interventi per incrementare le capacità di mentalizzazione e portare i bambini a vedersi come membri di uno stesso gruppo.

 

EFFETTI DEL TERREMOTO SULLE RELAZIONI TRA ITALIANI E IMMIGRATI VITTIME DEL SISMA (autori Loris Vezzali, Luca Andrighetto, Giulia Bergamini, Chaima Nadi, D. Giovannini)

Un gruppo di ricerca composto da docenti dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia (Loris Vezzali e Dino Giovannini), dell’Università di Genova (Luca Andrighetto), e da due brillanti studentesse del corso di laurea in Scienze dell’Educazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Giulia Bergamini e Chaima Nadi) ha condotto, nell’ambito del RIMILab, uno studio per indagare gli effetti del terremoto sulle relazioni tra italiani e immigrati presenti nelle tendopoli. Lo studio ha coinvolto 222 italiani e immigrati residenti per la maggior parte nei comuni di Cavezzo, San Felice sul Panaro e Mirandola. In linea generale, si è trovato che gli immigrati mostravano dei livelli di stress psicologico più alti rispetto agli italiani, probabilmente per una mancanza di sostegno sociale. Nelle tendopoli, gli italiani vedevano gli immigrati come una possibile minaccia, soprattutto in termini di distribuzione di risorse. Inoltre, gli italiani, più degli immigrati, riportavano esperienze di contatto negative con l’altro gruppo. Tuttavia, in generale, sentirsi vittime del terremoto e di conseguenza membri di uno stesso gruppo, portava a maggiore empatia e intenzione reciproca di aiuto. Vezzali afferma, quindi, che rendere salienti le sofferenze di entrambi i gruppi consente di superare le distinzioni etniche e stringere maggiori legami sociali.