FestivalFilosofia2013FestivalFilosofia2013Un concetto chiave della tradizione filosofica e una questione cruciale dell’esperienza contemporanea. È “amare” il tema dell’edizione 2013 che si svolge a Modena, Carpi e Sassuolo dal 13 al 15 settembre in 40 luoghi diversi delle tre città. Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli appuntamenti sono quasi 200 e tutti gratuiti.

Il festival, che lo scorso anno ha registrato oltre 184 mila presenze, è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, i cui fondatori – ovvero i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Provincia di Modena, la Fondazione Collegio San Carlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – sono i soci storici che hanno partecipato alla realizzazione del festival fin dalla prima edizione. Piazze, chiese e cortili ospitano le oltre 50 lezioni magistrali del festival, che vede quest’anno tra i protagonisti, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Roberta de Monticelli, Roberto Esposito, Umberto Galimberti (con il sostegno del Rotary Club Gruppo Ghirlandina), Massimo Gramellini, Michela Marzano, Salvatore Natoli, Vincenzo Paglia, Giovanni Reale, Stefano Rodotà, Chiara Saraceno, Silvia Vegetti Finzi e Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio. Interverrà anche Philippe Daverio. Molti anche i filosofi stranieri, circa un quarto del totale, a segnare un’edizione fortemente internazionale: tra loro i francesi Luc Ferry, Michel Maffesoli, Anne Dufourmantelle e Marc Augé, che fa parte del comitato scientifico del Consorzio; il tedesco Christoph Wulf; il polacco Zygmunt Bauman, da quarant’anni esule in Inghilterra, in duetto con Aleksandra Kania; la sociologa Eva Illouz, marocchina di nascita, francese di formazione e infine trapiantata in Israele; lo spagnolo Manuel Cruz, il greco Stavros Katsanevas.

I maestri del pensiero che il festivalfilosofia porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee dell’amore. Le piste di lavoro che saranno battute nel programma delle lezioni includono le “potenze dell’anima” (con il rapporto tra emozioni, passioni ed empatia), l’amore “transitivo” o “intransitivo”, che sottolinea il riconoscimento nella relazione o viceversa il narcisismo affettivo, le “politiche dell’amore”, che mostrano la centralità della relazione agli altri nella sfera pubblica, e le “figure dell’amore”: miti, racconti e immagini sul carattere inesauribile e talvolta paradossale dell’esperienza amorosa. Senza dimenticare che la filosofia in quanto tale è essa stessa una forma d’amore.

Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”: esperti eminenti commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema dell’amore, da Platone ad Aristotele, dal Cantico dei cantici alle opere di Agostino, da Spinoza e Smith, passando per lo snodo ottocentesco con Kierkegaard e Schopenhauer, fino alle elaborazioni novecentesche di Lacan e Foucault, con in più un fuori pista comparativo sul pensiero cinese tradizionale.

Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo coinvolge narrazioni e performance (con conversazioni e reading che avranno per protagonisti Mogol, Alessandro D’Avenia, Patrizia Valduga, Stefano Benni, Alessandro Rentocchini, Ermanno Cavazzoni), la musica (con le canzoni di Vinicio Capossela e Roberto Vecchioni e i concerti del Roberto Gatto Quintet e di Rita Marcotulli), i libri, le iniziative per bambini e ragazzi.

Oltre 30 le mostre proposte in occasione del festival: tra cui una grande retrospettiva dedicata al fotografo americano Walter Chappell, una mostra sui temi amorosi nei dipinti del Barocco emiliano, una su John Lennon artista visivo e performer (con il sostegno di Gruppo Hera), una sull’agape contemporanea con opere, tra gli altri, di Nitsch e Beuys (con il sostegno di Banca Interprovinciale), una di figurine sulla meraviglia dell’amore, l’esposizione in prima assoluta delle spoglie mano nella mano di due amanti rinvenuti in una tomba d’epoca romana, le xilografie di Mimmo Paladino e un intervento di street art di ericailcane e Bastardilla (con il sostegno di Confindustria Modena – Gruppo Giovani Imprenditori).

E, accanto a pranzi e cene filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per i circa settanta ristoranti ed enoteche delle tre città, nella notte di sabato 15 settembre è previsto il “Tiratardi”, con iniziative e aperture di gallerie e musei fino alle ore piccole.

 

UN LESSICO DEL DISCORSO AMOROSO

Nelle piazze e nei cortili del festival si discuterà di ragione e passioni, amori transitivi e intransitivi, politiche dell’amore e sue figure. Senza dimenticare che la filosofia in quanto tale è una forma d’amore

La trama delle lezioni magistrali mirerà soprattutto a mostrare come alle grandi “trasformazioni dell’intimità” che segnano il nostro tempo – e a cui han posto mano epocali rivoluzioni politiche e sociali, scientifiche e (bio) tecnologiche – abbia corrisposto un imponente lavoro teorico volto a riformulare all’altezza del presente l’intera dotazione concettuale che ruota intorno all’amare.

Due millenni di società patriarcale e di contenimento delle emozioni paiono infatti allentare la presa sulle coscienze, “liberando” un paesaggio largamente imprevisto dove i ruoli si sono trasformati, molteplici generi cercano riconoscimento e diritti, nuove forme di famiglia sperimentano equilibri più avanzati, la sfera sessuale separata dal concepimento consente forme impensate di godimento e i media digitali inaugurano strategie inedite di incontro, mentre una diffusa erotizzazione possessiva mostra la presa del mercato anche sull’economia del desiderio, segnalando il suo portato di nuove solitudini, crudeltà e asservimenti.

Lo scarto tra la velocità del cambiamento – che si presenta anche come profondo solco generazionale – e le risorse concettuali e simboliche di cui i singoli dispongono per elaborarle nella propria esistenza e le società per inscriverle nelle istituzioni e nel senso comune, ha potuto sollevare una vasta inquietudine davanti alle forme contemporanee dell’amore che sarebbe in pericolo e domanderebbe di essere, di volta in volta, difeso o reinventato.

Il lavoro dell’edizione si prefigge di contribuire a colmare questo divario, convocando i protagonisti che hanno lavorato a ripensare non solo l’intima struttura dell’io, riformulando il rapporto tra le forze che lo attraversano e segnalando il carattere costitutivo della relazione con l’altro, ma anche le connessioni che innestano l’amore nello spazio più ampio della polis e delle istituzioni, giungendo a rivedere opposizioni inveterate, a riformulare il senso del lessico comune e delle sue figure, ad avviare una nuova carriera per virtù antiche e a sostenere quella di categorie esordienti.

Strutturato per gruppi di questioni, il programma filosofico porterà pertanto in primo piano un lessico concettuale a più voci dove si confronteranno prospettive filosofiche plurali e anche divergenti.

 

1. Le “potenze dell’anima”

Il primo nucleo di questioni concerne la preliminare definizione delle forze in campo e convocherà le principali strategie teoriche volte a “riabilitare le passioni” mettendone in luce il carattere di costituenti della coscienza (come farà Remo Bodei, presidente del Comitato scientifico del Consorzio per il festival filosofia: a Sassuolo, sabato 14, ore 16,30) o della ritualità collettiva, nella prospettiva proposta da Christoph Wulf (a Carpi, sabato 14, ore 18): in ogni caso sottraendole al conflitto frontale con l’ordine razionale che a lungo ha costituito la premessa per negare loro significatività, o comunque discutendo criticamente il ritorno delle emozioni sulla scena pubblica, come faranno Roberto Esposito (a Modena, venerdì 13, ore 15) e Roberta de Monticelli (a Carpi, domenica 15, ore 11,30). Un’incursione comparativa in ambito cinese, quella di Paolo Santangelo (a Sassuolo, venerdì 13, ore 16,30), mostrerà una configurazione categoriale alternativa nel rapporto tra il pensiero e le emozioni mentre il dibattito tra Fernando Ferroni e Stavros Katsanevas mostrerà come le passioni attraversano la ricerca scientifica (a Carpi, venerdì 13, ore 18).

A un diverso schema della vita della coscienza viene dato oggi il nome di empatia. Ne verrà presentata una delle principali versioni filosofiche, attenta al suo carattere fondativo dell’intera vita della mente (discusso da Laura Boella, a Sassuolo, venerdì 13, ore 15).

 

2. L’amore transitivo

Il secondo nucleo di questioni condensa le prospettive che dell’esperienza ambivalente dell’amore privilegiano il lato di apertura verso l’altro, sottolineando la possibilità e le condizioni di simmetrico riconoscimento

La triade classica di eros, agape e philia verrà quindi percorsa nelle sue principali riletture contemporanee che mirano a ricomporre la distanza tra amore di possesso e amore donativo, tra carne e spirito, amicizia e solitudine, le une facendo leva sulla concreta dimensione erotica come via transitiva verso l’altro (secondo la prospettiva “dionisiaca” di Michel Maffesoli), le altre – rappresentate da Nicla Vassallo (a Sassuolo, domenica 15, ore 15) – sull’incerta corrispondenza tra sesso e genere (con inoltre una discussione del “campo maschile” ad opera di Franco La Cecla, a Modena, domenica 15, ore 16,30). Il ravvicinamento tra soggetti insito nell’esperienza dell’amicizia sarà viceversa al centro della lezione di Salvatore Natoli (a Modena, sabato 14, ore 18).

Il suo carattere di “alleanza non contrattuale” farà segno, con Piero Coda, alla Trinità d’amore cristiana fondata sull’elezione da parte del Padre (a Carpi, domenica 15, ore 10), per altro verso rinvierà alle esigenze di fedeltà intrinseche nella relazione d’amore intesa come spazio di accoglienza e di condivisione, secondo la prospettiva di Michela Marzano (a Modena, sabato 14, ore 15). In questa prospettiva l’avvento del “matrimonio d’amore” apre dunque l’inedita possibilità di un compiuto umanesimo (argomento della lezione di Luc Ferry, a Sassuolo, sabato 14, ore 11,30).

La stessa categoria di cura, maturata all’interno del pensiero femminista, verrà riletta da Elena Pulcini in termini di manifestazione concreta e simbolica dell’essere-con-l’altro, costeggiando la tematica del dono ed estendendosi dalla sfera privata a quella pubblica e politica (a Carpi, sabato 14, ore 10).

In creativo confronto con i temi del Simposio platonico Massimo Gramellini ripercorrerà la biblioteca contemporanea di Eros, facendo il punto sulle relazioni contemporanee, mettendo i cuori di fronte allo specchio della filosofia (a Modena, venerdì 13, ore 21,30).

 

3. L’amore intransitivo

Specularmente, la sezione su “l’amore intransitivo” insegue l’oscillazione di Eros laddove manifesta la sua disposizione distruttiva e possessiva (come nel caso dell’amore assoluto di donne che amano troppo discusso da Maria Bettetini – a Sassuolo, domenica 15, ore 10) o dove resta incagliato nelle proprie proiezioni fantasmatiche senza cogliere l’amato come soggetto, tema di cui tratterà Marco Vozza (a Modena, sabato 14, ore 20,30). Dove ferisce o gira a vuoto, preda comunque di attrazioni che si rivelano fatali (ne parlerà Remo Bodei: a Modena, venerdì 13, ore 16,30).

Grandi diagnosi di matrice sociologica o antropologica vi porteranno uno sguardo “da fuori” che chiama in causa il carattere complessivo della Modernità capitalistica insistendo tanto sul suo ruolo nella fragilizzazione dei soggetti e dei legami amorosi (in un inedito “duetto” tra Zygmunt Bauman e Aleksandra Kania: a Carpi, sabato 14, ore 18), quanto sui suoi effetti in termini di nuove solitudini e infelicità, su cui si soffermerà Marc Augé, membro del Comitato scientifico del Consorzio per il festival filosofia (a Modena, sabato 14, ore 18). Per contro, nella prospettiva presentata da Maura Franchi, la realtà ipermoderna delle relazioni online sembra segnalare una possibilità inedita, e a doppia faccia, di esprimersi come soggetti di desiderio (a Sassuolo, sabato 14, ore 20,30). Una generalizzata “incompetenza” affettiva, come mostrerà Eva Illouz (a Modena, domenica 15, ore 16,30), marcherebbe comunque l’amore contemporaneo, segnalando la necessità di ricostruirne grammatiche, sintassi e rituali, anche per fare fronte alla tensione che il discorso della libertà individuale introduce nell’esperienza del tradimento (come argomenterà Gabriella Turnaturi, a Sassuolo, sabato 14, ore 10) e per ricostruire significati socialmente condivisi per l’esperienza dei congedi amorosi (tema di Franco La Cecla: a Carpi, sabato 14, ore 20,30). Manuel Cruz si cimenterà in una sintesi delle domande che il senso comune contemporaneo pone sull’amore (a Sassuolo, venerdì 13, ore 18).

Su un piano più strettamente psicologico, uno sguardo “da dentro” – affidato a Umberto Galimberti (Lectio Rotary: a Modena, domenica 15, ore 11,30) – verterà sul carattere costitutivamente eccessivo del rapporto erotico, che spossessa il soggetto portandolo verso il limite dell’indicibile; mentre Marco Santagata interpreterà i codici letterari dell’adulterio nella poesia medievale (a Carpi, venerdì 13, ore 16,30).

 

4. Le politiche dell’amore

Gli innesti dell’amore nella sfera pubblica e nell’ethos comune assistono al protagonismo di concezioni connesse alla logica incalcolabile del dare, presentando una visione ottimistica del legame sociale, alimentando anche le proposte di revisione del welfare in termini di “economia sociale”, come nelle proposte di Stefano Zamagni (a Modena, domenica 15, ore 18).

La rinuncia unilaterale ad esercitare il calcolo degli interessi costeggia parimenti la sfera della giustizia: dalla ripresa del concetto cristiano di agape, promossa da Vincenzo Paglia (a Sassuolo, domenica 15, ore 11,30), all’uso della risorsa cicatrizzante del perdono per fondare una giustizia riconciliativa e trovare un varco tra clemenza e vendetta, come nei casi discussi da Pier Paolo Portinaro (a Carpi, sabato 14, ore 11,30).

Costitutivamente luogo di oblazione e disinteresse, l’istituto della famiglia conosce nella tarda modernità una crescente pluralizzazione di forme, analizzate al festival da Chiara Saraceno (a Carpi, domenica 15, ore 16,30), legate alle corrispondenti vicende del matrimonio, preso tra le sue molteplici trasformazioni sul piano giuridico (di cui si occuperà Stefano Rodotà, a Modena, sabato 14, ore 11,30) e il crescente tasso di separazioni coniugali con le loro conseguenze affettive, oggetto della lezione di Silvia Vegetti Finzi (a Carpi, domenica 15, ore 18).

Tali mutamenti, come mostrerà l’intervento di Cristina Bianchetti, incidono anche sulle pratiche dell’abitare, modificando le pratiche di consumo degli spazi di vita all’insegna di una diversa configurazione tra pubblico e privato che determina nuove modalità di condivisione anche nei contesti domestici (a Modena, sabato 14, ore 10).

 

5. Le figure dell’amore

Rispetto al grande lavoro del concetto, i tratti inquieti e indecidibili dell’amore trovano espressione forse anche più perspicua in influenti “figure” – miti, racconti, immagini – che non cessano di segnalarne la natura ambivalente, il non poter essere unione senza separazione, appropriazione senza perdita, appagamento senza insoddisfazione, vita senza morte. Così per il centauro, che in quanto ancestrale rimosso animale è matrice della natura scissa dell’identità maschile, come mostrerà Luigi Zoja (a Carpi, sabato 14, ore 15), o per il Don Giovanni, incarnazione del negativo secondo la lettura filosofica di Umberto Curi (a Sassuolo, domenica 15, ore 16,30). La sezione “figure dell’amore” chiama in causa il pensiero e l’immagine, tra sacro e profano, repertorio iconografico ricostruito da Philippe Daverio (a Sassuolo, venerdì 13, ore 21,30).

 

6. La philo-sophia

E la philo-sophia? Come intendere ancora il tratto erotico che la connota fin dalle origini? L’interrogazione attraverserà l’intero programma, condensandosi specificamente in nuove riflessioni rivolte a comprendere che tipo di amore essa sia e per quale tipo di sapere (come farà Massimo Cacciari, a Sassuolo, sabato 14, ore 16,30), nonché a discutere la relazione specifica tra sfera sessuale e filosofia (come nell’intervento di Anne Dufourmantelle, a Modena, domenica 15, ore 10).

 

7. La lezione dei Classici

Completerà il programma filosofico la sezione “Lezione dei classici”, secondo la formula sperimentata con successo a partire dal 2009: grandi interpreti del pensiero filosofico discutono le opere che hanno maggiormente segnato la riflessione sul tema dell’amare.

La riflessione sull’origine di Eros condensata nel Simposio di Platone verrà commentata da Giovanni Reale (a Modena, venerdì 13, ore 11,30), mentre Enrico Berti, in una lezione dedicata all’Etica Nicomachea di Aristotele, ricostruirà lo statuto dell’amicizia come virtù politica (a Sassuolo, venerdì 13, ore 11,30). Enzo Bianchi si dedicherà all’amore umano e terreno, sospeso tra silenzio e lingua liturgica, che caratterizza il Cantico dei Cantici (a Sassuolo, domenica 15, ore 18), mentre la costruzione dell’ordine cristiano dell’amore verrà ripercorsa da Remo Bodei, interprete delle Confessioni di Agostino (a Carpi, domenica 15, ore 15).

L’avvento di una moderna filosofia della beatitudine terrena, di cui è esempio l’Etica di Spinoza, sarà ricostruito da Paolo Cristofolini (a Sassuolo, venerdì 13, ore 10), mentre Eugenio Lecaldano, commentando la Teoria dei sentimenti morali di Adam Smith, farà vedere un importante antecedente dell’attuale discussione su emozioni, immaginazione e compassione (a Carpi, venerdì 13, ore 10).

Due testi classici cruciali per la declinazione ottocentesca del tema dell’amore sono il Diario del seduttore di Kierkegaard (commentato da Virgilio Melchiorre, a Carpi, venerdì 13, ore 11,30) e Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer, la cui Metafisica dell’amore sarà analizzata da Sossio Giametta (a Modena, venerdì 13, ore 10).

In una lezione sul Seminario di Lacan, Massimo Recalcati discuterà forse la più influente prospettiva novecentesca sulla trascendenza del desiderio (a Sassuolo, venerdì 13, ore 15). Viceversa, Mario Galzigna esaminerà le strategie di reciprocità ricostruite nella Storia della sessualità di Michel Foucault (a Sassuolo, sabato 14, ore 15).

 

MOSTRE, SPETTACOLI, MUSICA E GIOCHI PER RACCONTARE L’AMORE

Un nutrito programma di eventi affianca le lezioni magistrali del festivalfilosofia dal 13 al 15 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo. Gli appuntamenti, tutti gratuiti, parlano d’amore attraverso immagini, musica e narrazioni con molte proposte pensate per i più piccoli

 

Un vasto programma artistico arricchisce il cuore di lezioni magistrali del festivalfilosofia. Dal 13 al 15 settembre Modena, Carpi e Sassuolo declinano il discorso amoroso attraverso le varie forme dell’espressione artistica e culturale, individuale e collettiva. Un viaggio ricco e sorprendente che mette in mostra, in musica e in scena i diversi volti dell’amore.

Potenza trasformatrice

Bellissimo tra gli dei, Eros fu il primo nato, colui che si differenziò dal caos primordiale attraverso la Terra dall’ampio seno. Tutto da lui fu generato. Tracce di Amore come potenza generatrice e metamorfica che trascende l’umano e lo connette al cosmo si ritrovano in numerose espressioni dell’arte contemporanea.

Così Eternal Impermanence, la mostra retrospettiva di Walter Chappell (1925 – 2000) che Fondazione Fotografia, con la cura di Filippo Maggia, dedica a uno dei protagonisti più controversi della fotografia americana del XX secolo, la cui opera, intensamente provocatoria, è rimasta a lungo celata. Mosso da una vivace curiosità e da una spinta rivolta all’avanguardia, Chappell indaga con la fotografia i rapporti fra i viventi, le multiformi creazioni della natura, all’insegna della celebrazione dell’amore come energia trasformatrice che regola il cosmo e della vita come flusso ciclico (Modena, ex Ospedale Sant’Agostino).

Tele e teche, superfici cromatiche disposte entro equilibri formali di rami contorti e teatrini in scatola dove viene messa in scena la prigionia di veri tronchi presentano la poetica intima e cosmica di un altro artista singolare e appartato. La mostra Potenze generative, curata da Massimo Cotto e Marco Mango, ospita opere di Vittorio Buratti appartenenti a diversi cicli paralleli nei quali si esprime una caparbia intuizione eraclitea: il cosmo è instabile e continuamente si trasforma, ma le linfe generative, i succhi vitali – quando anche si spingano fino al limite entropico – non cessano di creare e rigenerare. (Modena, Galleria 42 contemporaneo)

Anche la forma umana conserva un inquietante e immemore traccia di sapore fibroso e vegetativo. L’esposizione Simbiosi post-organiche esplora il territorio di confine tra organico e virtuale, l’oscillazione tra Natura e Tecnica: i disegni a radiograph di Enrica Berselli illustrano le mutazioni corporee di creature dall’anatomia alterata che – nel medium della tecnica – risalgono a una vitalità ancestrale e incosciente. Viceversa, Do the Mutation espone prototipi di maschere realizzate da stampanti in 3 D come forme di fibre post-organiche a matrice polimerica. (Modena, Galleria Emilia Ruvida)

Principio trasformatore, Amore non si sottrae alle proprie regole e, gesto dopo gesto, si consuma e si sottrae. L’azione artistica Sottrazioni. L’amore sotto torchio impegna il collettivo Bif in sequenze di gesti, di segni, di graffi su tavolette da incisione. In un moto faticoso e ossessivo di sottrazioni violente, ripetute, le immagini dell’amore mutano, fino a lacerarsi o scomparire. (Modena, Galleria Under House)

 

Trucchi e stratagemmi presenti nel mondo vegetale per garantire la riproduzione sono la materia del laboratorio-gioco “Mai sotto i cavoli!”, a cura dell’Orto botanico dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in cui bambini a partire da 6 anni impareranno come le piante si assicurano una numerosa progenie (Modena, venerdì 13, ore 17; sabato 14, ore 10,30 e 17,30; domenica 15, ore 11, 16 e 18: conducono Giovanna Barbieri e Gruppo guide Orto botanico).

 

L’amore transitivo

Esperienza in cui si rivela possibile un simmetrico riconoscimento tra soggetti, l’amore transita nelle relazioni innervandole di felicità e fedeltà, ma anche di languore e tormento, sempre però nel segno dell’apertura verso l’altro.

Cantautore degli amori di generazioni di italiani, Roberto Vecchioni ripercorre la sua straordinaria carriera musicale e letteraria in “Chiamalo ancora amore”, un appuntamento di narrazioni e canzoni che culminerà con l’esecuzione dal vivo delle sue più celebri canzoni d’amore (Carpi, Piazza Martiri, venerdì 13, ore 21,30).

Mano nella mano, in un gesto di tenerezza coniugale che contrasta con lo scenario di violenza che li circonda: due corpi rinvenuti in una tomba romana della Mutina del VI secolo d.C. sono emblema di un amore che si incarna nell’apertura verso l’altro e nello stringere una relazione che, in questi reperti esposti in prima assoluta, ha letteralmente oltrepassato la morte. Curano la mostra Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna e Laboratorio di Antropologia Archeologica del Dipartimento di Conservazione dell’Università degli Studi di Bologna (sede di Ravenna) (“Mano nella mano”, Modena, Palazzo dei Musei, Lapidario Romano).

Circolazione e condivisione d’amore sono il tema portante di “Ama e fa’ ciò che vuoi. L’agape nell’arte contemporanea”, la mostra curata da Tiberio Cattelani, Adolfo Lugli e Idalba Valent in programma presso il Chiostro della Basilica di San Pietro di Modena (con il sostegno di Banca Interprovinciale). Saranno esposte 25 importanti opere dell’Archivio Cattelani accomunate dal segno contemporaneo e da una libera visionarietà che risignifica i simboli classici dell’amore cristiano: la croce, il cuore ardente, il sacrificio di sé fino alla morte. Tra gli artisti spiccano, Herman Nitsch, Wolf Vostell, Joseph Beuys, Mark Brusse, Philip Corner, Jiri Kolar, RaffaelVanegas, GuyHarloff, Dick Higgins. Sempre presso il complesso abbaziale di San Pietro, in fecondo confronto con le statue cinquecentesche di Antonio Begarelli, sono esposte “Le addolorate” di Cristina Roncati: due bianche figure muliebri della produzione plastica dell’artista che richiamano il fantasma dell’amor sacro. Sul sagrato della Chiesa l’installazione “Candelabrum. Cerimonia dell’ardore”, una scenografia in legno con 199 candele, esibisce il carattere fragile e temporaneo dell’amore. Al momento dell’accensione una performance di danza tra i suoi bracci illuminati ne metterà in risalto a un tempo l’ardore e l’incertezza (sabato 14, ore 21).

Del resto l’amore è l’unica cosa di cui si ha bisogno, come cantava uno dei più classici pezzi dei Beatles, il cui leader John Lennon è presentato nel suo multiforme talento di artista visivo e performer nella mostra prodotta da Galleria Civica e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che ruoterà attorno alle litografie di Bag One, la cartella regalo di nozze di John per Yoko Ono (“All you need is Love”, Modena, Galleria Civica, a cura di Enzo Gentile, Marco Pierini, Antonio Taormina. Con il sostegno di Gruppo Hera). Attorno alla mostra ruota una serie di iniziative centrate sulle attività di John Lennon e sulle realtà musicali da lui ispirate. In “Love, Lennon and Roll”, ad esempio, si presenteranno rari documenti filmati della produzione artistica e musicale di Lennon (con il commento dei curatori della mostra, Modena, Chiostro del Palazzo Santa Margherita, venerdì 13, ore 22,30). A seguire i Beatops eseguiranno alcune celebri cover dei fab four nel concerto “Beatles acoustic covers” (Modena, Chiostro del Palazzo Santa Margherita, venerdì 13, ore 24). Un imperdibile John Lennon attore è viceversa quello che interpreta “Come ho vinto la guerra”, film del 1967 di Richard Lester (Modena, Chiostro del Palazzo Santa Margherita, sabato 14, ore 22,30). E dopo il film, Francesco Roccaforte conduce il dj-set “Make love not war” ispirato alla carriera del celeberrimo ex Beatle (Modena, Chiostro del Palazzo Santa Margherita, sabato 14, ore 24).

Alle tribolazioni d’amore nelle loro varie fasi – dal corteggiamento fino agli esiti, fausti o infelici – sono dedicate innumerevoli illustrazioni di figurina, galanti o impudenti. Più di 300 immagini, che a volte inteneriscono e a volte stupiscono, sono in mostra presso il Museo della Figurina (Modena, Palazzo Santa Margherita, a cura di Maria Giovanna Battistini con Paola Basile e Thelma Gramolelli).

Non sempre felice, la relazione d’amore è fatta anche di commiato, attesa, perdita, lacrime, come in molte delle “Xilografie” esposte da Mimmo Paladino in un dialogo tra antico e contemporaneo presso il Palazzo dei Pio, con la cura dei Musei di Palazzo Pio (Carpi, a cura di Enzo Di Martino e Manuela Rossi).

Alle esperienze d’amore e d’affetto, alle prove esistenziali che caratterizzano la vita emotiva dei giovani sulla soglia della maturazione, spesso presi da romanticismi assoluti, sarà dedicata la conversazione “Love Beginners. Per un’educazione sentimentale” in cui Alessandro D’Avenia si muoverà tra i suoi romanzi e la realtà dei giovani per come la si osserva nel mondo della scuola (Sassuolo, Piazza Garibaldi, sabato 14, ore 22).

Analogamente, “Tutto l’amare possibile” percorre in un reading con la voce narrante di Alessia Canducci storie dedicati ai temi dei sentimenti d’amore vissuti da adolescenti e preadolescenti, con letture da autori diversi come Shakespeare, Benni, Burgess e Kuijer (Sassuolo, Villa Giacobazzi, sabato 14, ore 15, a cura di Biblioteca dei ragazzi Leontine e Cooperativa Equilibri).

Nel campo dei tormenti d’amore l’Ottocento è il secolo per antonomasia, con le lacrime e gli strazi che trovano nel melodramma il registro più consono. Una rivisitazione ironica e ammirata di arie verdiane, con improvvisazioni jazz, caratterizza in questa chiave il programma di “Viva Verdj”, a cura della Fondazione Gioventù Musicale Italiana – sede di Modena (Modena, Chiesa di San Carlo, domenica 15 settembre, ore 21).

I matrimoni però non sono più quelli di una volta. La grande “rivoluzione dell’amore” – il passaggio epocale dalle unioni combinate a quelle scelte dagli innamorati – ha lasciato sul campo scorie rituali, macerie simboliche, residui gestuali che devono essere incessantemente riformattati per inseguire la corsa delle unioni contemporanee. Un intero progetto di strada, “Nozze di strada”, in via Carteria a Modena, si cimenta in questa operazione creativa e avventurosa. Punteggiate da narrazioni esemplari (da Austen a Svevo, fino a Kundera, Munro e Campo), le tre giornate della Via saranno occasione per mostrare il lavoro creativo di storici commercianti e nuovi artigiani su tutto quanto arreda la fantasticheria nuziale: anelli e cornici, bauli e corredi, doni, banchetti e abiti del caso. La serata di sabato compariranno anche le marce nuziali (dal vivo) e una coloratissima torta a tre piani da condividere con tutti i visitatori della strada (Modena, via Carteria).

Il rimando continuo tra la transitività dell’amare come relazione che passa attraverso i soggetti e la sofferenza d’amore fatta di “cose amare” è al centro del duetto tra immagine e testi messo in opera da Stella (Stefania Gagliano) e Giulia Barsuola nella mostra “Farfalle e gastriti” (Modena, Galleria ArtEkyp).

Analogo, intimo dialogo tra immagini e testo, frutto di lunga elaborazione artistica e di rara maestria nella progettazione editoriale e realizzazione a stampa, è quello tra l’arte di Luca Leonelli e le poesie di Arturo Schwarz, di cui la Biblioteca Poletti espone svariate opere nella mostra “Ars Amandi” (Modena, Biblioteca Poletti, Palazzo dei Musei, a cura di Carla Barbieri e Francesca Morandi).

Il poeta Emilio Rentocchini tocca tutte le corde dell’amore in “Del perfetto amore”, un reading di versi di genere amoroso accompagnato da Claudio Ughetti, che toccando i tasti della sua fisarmonica converserà musicalmente con il lettore (Sassuolo, Biblioteca Cionini, venerdì 13 settembre, ore 21).

Il repertorio di love songs di autori come Miles Davis e John Coltrane è al centro dell’omaggio che il Roberto Gatto Quintet dedica a un momento cruciale della storia della musica, quando la cultura afro-americana è stata rivoluzionata da queste grandi personalità del jazz: “A love supreme” (Carpi, Piazza Martiri, sabato 14, ore 22).

Declinazioni e variazioni sul tema, ispirate dalle storie d’amore del grande cinema classico (da Man Ray e Godard, da Truffaut a Bergman, Visconti e Wenders) sono anche quelle di “Sull’amore”, concerto jazz con proiezioni frutto della collaborazione tra Rita Marcotulli, Cristina Spelta, Luciano Biondini e Javier Girotto (Sassuolo, Teatro Carani, domenica 15 settembre, ore 21).

Presso l’Ex Ospedale Sant’Agostino una serie di live-set a cura di Sun Agostino interpreteranno il tema dell’incontro amoroso nella sua parabola, dal corteggiamento al congedo. Inizia Sam Paglia con “La seduzione. Vengo a prenderti stasera” (venerdì 13, ore 22,30). Prosegue Billy Bogus con “La passione. Wicked games” (sabato 14, ore 22). Sempre sabato si esibisce Daniele Baldelli con “La passione. Vampe sessuali” (ore 23,30) e infine alla domenica i Camillas chiudono il cerchio con “Il congedo. Se mi lasci non vale” (ore 20).

Tutte le forme dell’amore – da quello per i figli agli amori adulti – compaiono anche nelle illustrazioni di Evelyn Daviddi, che nella mostra “A cuore aperto” presenta opere inedite realizzate su diversi supporti, dalla carta al legno (Carpi, Galleria Darkroom, SilmarArtGallery, curatrice Monica Monachesi).

L’amore transita perfino tra specie diverse, come nella fiaba “Lupus in fabula” rappresentata nelle tavole di Laura Serri, la storia di una travolgente passione tra una cerbiatta e un lupo fatta di litigi e riappacificazioni cicliche come le stagioni (Sassuolo, Villa Giacobazzi, a cura della Biblioteca dei ragazzi Leontine).

Non diversamente, “La mucca e l’uccellino”, di Pandemonium Teatro, propone la storia di una mucca senza vitellino e di un uccellino caduto dal nido che si incontrano e diventano madre e figlio, al di là del legame biologico. Riuscirà la mucca a insegnare a volare all’uccellino, che non sa di saperlo fare? (Sassuolo, Villa Giacobazzi, Teatro del Boschetto, domenica 15, ore 11 e 17).

Materia tra le materie, gli umani sono soggetti alla gravitazione, preda dell’attrazione. Ribaltando la prospettiva, le forze fisiche del mondo naturale, così come i processi chimici, sono plasmate da attrazioni e repulsioni, amori e odi, che accomunano atomi e individui, cellule e persone. Svariati laboratori a cura di Rossella Brunetti, Carlo Jacoboni, Eric Pascolo (del Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche dell’Università di Modena e Reggio Emilia) condurranno il pubblico alla scoperta sperimentale di questi “Legami invisibili che danno forma all’universo” (Biblioteca Delfini, venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 dalle 15 alle 20).

 

Grammatiche amorose

La vita emotiva, fino a tempi recenti, era strutturata da grammatiche di valori e quadri culturali che ancoravano la scelta individuale a precise modalità di comportamento. Corteggiamenti, dichiarazioni, corrispondenze si articolavano come variazioni sul tema di un vero e proprio galateo amoroso.

Intere generazioni di italiani, negli ultimi cinquant’anni, hanno trovato le parole per dire l’amore nei testi di Giulio Rapetti, in arte Mogol, il più celebre paroliere della canzone italiana, che ripercorrerà la propria carriera in “Le parole per dirlo”, una conversazione tra i miti, le mode e le emozioni che Mogol ha creato assieme ai protagonisti della musica con cui ha collaborato (Modena, Piazza Grande, domenica 15, ore 21).

“Il segretario galante. Come scrivere una lettera d’amore di sicuro successo” rinnova la modalità di fine Ottocento quando queste istruzioni aiutavano innamorati impacciati a esprimere con garbo i propri sentimenti. Nel laboratorio del Museo basterà comporre la propria lettera con modelli di frasi predisposte: la bozza verrà elaborata creativamente, con forme fustellate, carte preziose e inserendo immagini retrò tratte dal patrimonio del Museo (Modena, Museo della Figurina, a cura di Elena Bergonzini, sabato 14 e domenica 15 settembre, dalle 16 alle 18).

Per scriversi non è peraltro necessario abitare a grandi distanze, poiché la corrispondenza d’amore intensifica il desiderio, corrobora i cuori, costituisce un piacere in sé. Due giovani fidanzati carpigiani di primo Novecento, Rosina ed Emilio, abitano lo stesso quartiere, ma per dieci anni si scambiano billets doux pieni di sospiri e promesse. Conservati come reliquie romantiche in una scatola di latta e solo ora ritrovati, sono esposti nella Torre del Palazzo dei Pio assieme ad una installazione che ne rielabora creativamente la sostanza sentimentale (“Corrispondenza d’amorosi sensi”, Carpi, Torre dell’Uccelliera, a cura degli Istituti culturali comunali).

L’amore si dichiara e si scrive anche nel momento estremo, prima del congedo definitivo. Gli autori di Barabba-blog danno voce ad alcune delle Lettere di condannati a morte della Resistenza europea dove l’approssimarsi della morte rende più intense e preziose le testimonianze di amore imperituro (“Il mio ultimo pensiero è per voi”, a cura di Fondazione Ex Campo Fossoli, Carpi, Ex Campo di concentramento di Fossoli, sabato 14 settembre, ore 14).

Nel galateo amoroso, la dichiarazione poteva assumere anche la forma pubblica della serenata, complici la musica e il gruppo degli amici. “Affacciati al balcone: serenate di strada” propone all’imbrunire brevi scene musicate di strada che si alimentano nel grande archivio della letteratura europea e sono pronunciate con lo sguardo all’insù, verso finestre e veroni in ascolto (a cura di Sara Gozzi, Teatro Comunale e Istituto Musicale Vecchi-Tonelli, Carpi, sabato 14 e domenica 15 settembre, ore 19,30).

Anche le narrazioni sentimentali di carattere pop avevano le loro grammatiche fatte di putti, dame sospirose, giovani timidi, lacrime impetuose, rossori e batticuori. La mostra “Per filo e per segno”, di Vittoria Facchini, ne ripresenta le immagini come in un vero e proprio alfabetiere realizzato con lapis e fili colorati. (Sassuolo, Villa Giacobazzi, a cura di Biblioteca dei ragazzi Leontine). Contestualmente alla mostra si terranno anche le letture e le manipolazioni visive del laboratorio “Intrecci amorosi” (venerdì ore 16,30-18; sabato 10-11,30; 16,30-18).

Le simbologie amorose dei fiori e delle piante sono una grammatica in sé, formalizzata da celebri erbari, come quello cinquecentesco del Mattioli che ha casualmente ispirato Nicoletta Moncalieri, che nella mostra “Sfogliature” espone collage, frammenti di pagine, montaggi disposti in un ordine misterioso, come quello in cui si cercano responsi ai dubbi amorosi (Modena, Serra Ducale dell’Orto Botanico, curatore Mario Bertoni).

Le cento sfumature dei sentimenti d’amore associati a piante e fiori e raccontate nei miti e nei racconti delle diverse culture si rintracciano nella collezione dell’Orto Botanico di Modena: in “Rose rosse per te”, a cura di Orto Botanico e Florarte, si potrà ricostruire il pedigree sentimentale delle piante più diverse, per imparare a dirlo non solo con le rose (Modena, Orto Botanico, curatori Marta Mazzanti, Eraldo Antonini, Daniele Dallai).

 

Amore intransitivo

Amore può anche essere una passione senza reciprocità, chiusa nella sfera narcisistica dell’io, dove l’altro resta una mera proiezione di fantasmi della mente e può divenire oggetto di violenze e crudeltà.

Maniacale e ossessiva è l’immaginazione tormentosa della gelosia che muove il protagonista comico e pazzoide de Il serpente di Luigi Malerba, romanzo straordinario e dimenticato da cui leggerà Ermanno Cavazzoni (“Il tormento della gelosia”, Modena, Chiostro del Palazzo Santa Margherita, venerdì 13, ore 21).

Basta niente perché la gelosia si impadronisca della vita e la ingabbi nelle sue ossessioni, talvolta di meri fantasmi. Basta, lo sanno tutti, un fazzoletto dell’innocente Desdemona perfidamente fatto giungere all’ignaro Cassio dal diabolico Iago per scatenare la più celebre delle gelosie, quella del Moro Otello. In “O.D.I. Otello Iago Desdemona” l’Associazione culturale STED si cimenterà con la potenza retorica e passionale dell’opera di Shakespeare (Modena, TeTe Teatro Tempio, venerdì 13, ore 21).

Parimenti i versi di Lezione d’amore o le Quartine nel reading di Patrizia Valduga dicono senza reticenza l’allucinata fantasia e le intime metamorfosi di una sopraffazione erotica al tempo stesso naturale e inaudita. (Modena, Palazzo Santa Margherita, sabato 14 settembre, ore 21).

Amori stralunati e improbabili, sempre sul filo tra il comico e il paradosso, sono quelli dei testi di Stefano Benni, con protagonisti spesso ragazzi e giovani, di cui l’autore leggerà una personale scelta in “Prima o poi l’amore arriva” (Carpi, Piazza Martiri, domenica 15, ore 21).

Armi bianche, martelli, trappole per topi, valigie piene di spine calcinate, tutto ciò che taglia, penetra, fracassa. “Love Kills”, di Dellaclà, per la cura di Luiza Samanda Turrini, è un’installazione sul lato meno rassicurante dell’amore, quello auto ed etero distruttivo. Sopra al corpo letale delle armi balenano occhi e volti femminili, e non sono certo quelli di donne-angelo (Modena, Galleria Cayce’s Lab).

Amore violento e crudele, dove prevale la pulsione di possesso dell’universo maschile su quello femminile, è anche quello rappresentato nell’installazione di Maria Carolina Arletti e nelle fotografie di Antonella Monzoni, che nella mostra “T’amo da morire” riflettono sul fenomeno delle spose bambine e sulle violenze domestiche (Modena, Foyer Ex Cinema Principe, a cura di Associazione Via Piave e dintorni).

Mossi da pulsioni di morte, dittatori come Hitler o Stalin obbedivano a una libido che non si è risolta in sublimazione, ma in deriva di distruzione. L’artista Gilberto Giovagnoli in “Destrudo”, procede a una analitica dei loro personalità polimorfe per poi ricomporle in grandi pannelli dai molti volti (Modena, Galleria D406).

L’autostima, sostiene William James, si produce nel divario tra il sé percepito e il sé ideale. E quanto più grande è la distanza tra le aspettative ideali su di sé e i (mancati) successi reali, tanto più l’autostima può precipitare a livello del suolo. Lo “Specchio magico delle mie brame. Laboratorio di self-love” rifletterà i partecipanti così come si presentano e dopo il loro travestimento “ideale” operato con ogni sorta di trucco: maquillage, parrucche, barbe e baffi, cappelli e sagome varie che inseguono quei personaggi che vorremmo essere e non siamo. La macchina fotografica fermerà in due autoscatti le immagini dello specchio. Un grande cartellone raccoglierà la galleria (Modena, Cortile Santa Chiara, a cura di Idee in circolo, Insieme a noi, Social Point, Tric e Trac e con la collaborazione di Daniele Sarti e Teatro dei Venti).

«Siamo tutti nient’altro che principianti in fatto d’amore». Così scriveva Raymond Carver nel racconto Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, pubblicato nel 1981. A partire dalle medesime riflessioni si sviluppa la mostra “Principianti”, che raccoglie i lavori di nove studenti del master sull’immagine contemporanea di Fondazione Fotografia Modena: una esplorazione degli scenari sempre immaginali e tendenzialmente nichilistici del desiderio contemporaneo (Modena, Ex Ospedale Sant’Agostino).

Ugualmente fantasmatico, l’immaginario degli artisti Michael Rotondi e Giulio Zanet si alimenta di generi diversi: romantico l’uno – con le sue coppie che passeggiano nei prati – pornografico l’altro – tutto membra esposte e posture hard. L’accostamento sottolinea l’oscillazione tra carne e spirito, intimo ed osceno in una ricomposizione ancora in fieri. (“Loveless”, Carpi, Galleria Spazio Meme, a cura di Francesca Pergreffi).

Le derive dell’amore tra vizi e bassifondi sulla scena di una New York scabrosa e sperimentale sono il tema di “Toxic Love”, omaggio che Angela Baraldi, Corrado Nuccini e Emanuele Reverberi faranno ai Velvet, Lou Reed e Nico (Carpi, Piazzale Re Astolfo, sabato 14, ore 23).

Altrettanto tossici – tra eccessi, sregolatezze e liaisons dangereuses – sono gli amori cantati (e vissuti) da David Bowie nel suo periodo berlinese, in cui avviò il sodalizio artistico con Brian Eno e Iggy Pop, cui His Clancyness dedica la serata di “Lust for life: Iggy&Ziggy in Berlin” (Carpi, Circolo culturale Mattatoio, sabato 14, ore 00,30, a cura di Mattatoio Culture Club).

Un furgone e un fuoco acceso. La scena è la strada, come in strada si consumano le vite di giovani donne (molte poco più che bambine), vittime della tratta. La dimensione visionaria dell’opera ci racconta come qualcuna, sfiorata da un sogno di salvezza, riesca a sopravvivere gettando la propria anima in mare, in modo che sulla strada rimanga solo il corpo. “Senza cuore”, la pièce di Elena Bellei, andrà in scena con Magda Siti e Stefano Vercelli, che ne cura anche la regia, la fisarmonica di Anna Palumbo, il sax di Marco Visconti Brasca e le visualizzazioni di Mauro Terzi (Modena, Piazza Pomposa, sabato 14 settembre, ore 21, produzione Cgil Modena e Arci Modena).

 

Figure dell’immaginario

Esperienza d’immaginazione per antonomasia – tra languori e aspettative, racconti e trasfigurazione – l’amore si dice per figure: miti, immagini, personaggi, scene che pervadono l’immaginario di ciascuno e ne plasmano – non importa quanto volontariamente – la concezione dell’amore, anche di quelli propri.

Una fantasmagoria di amori infelici e allegoriche associazioni simboliche con animali reali e fantastici – quella de Li bestiaires d’amours, opera del XII secolo di messer Richart de Fornival – costituirà la matrice per gli illusionismi testuali e musicali che Vinicio Capossela presenterà in “Bestiario d’amore”, un’opera totale appositamente prodotta per il festival filosofia (Modena, Piazza Grande, sabato 14, ore 21).

Una mostra di dipinti del Barocco emiliano (“Dardi d’amore”) nella quale spiccano tele di Guercino, Guido Reni e Desubleo traccia le declinazioni del tema amoroso seguendo due fili conduttori dell’immaginazione letteraria e mitologica relativa all’amor profano. Da una parte il battesimo di Clorinda come atto d’estremo amore da parte di Tancredi, di cui narra la Gerusalemme liberata, e dall’altra le raffigurazioni di Cupido (Modena, Museo Civico d’Arte, a cura di Museo Civico d’Arte, Galleria Estense, Biblioteca Estense Universitaria, Banca Popolare dell’Emilia Romagna).

L’iconografia di Cupido è al centro anche de “Le stanze dell’Amore cieco”, un percorso che si sviluppa nelle sale dei Trionfi e dell’Amore del Palazzo dei Pio di Carpi. Fulcro del percorso è costituito dall’Amore cieco affrescato intorno al 1460-70 nel Trionfo di Amore dell’omonima sala e da dipinti di Palma il Giovane e di scuola del Parmigianino. Attraverso quattro tappe si ripercorreranno le vicende di un motivo iconografico in cui si sono alternate cecità e veggenza, a simboleggiare dapprima l’incapacità di vedere che oppone la passione amorosa alla retta ragione e quindi, in un recupero della rappresentazione ellenistico-romana, l’elevazione propria dell’amore platonico (Carpi, Palazzo dei Pio, produzione Musei di Palazzo dei Pio, a cura di Tania Previdi con Manuela Rossi).

Alle brucianti passioni scatenate dalle automobili è dedicata la rassegna di film “L’occhio il cuore il motore” in programma presso il MEF-Museo Casa Enzo Ferrari, a cura dello stesso Museo e dell’Associazione Circuito Cinema. Introdotto da una conversazione del curatore Alberto Morsiani (“Paesaggi mobili. Desiderio e paura nel road movie”, venerdì 13, ore 20,30), il ciclo presenta quattro film, di cui tre prime visioni nazionali. Al venerdì Strada a doppia corsia di Monte Helman (USA 1971, ore 21) è una storia di adrenalina e nichilismo, mentre Just like a Woman di Rachid Bouchareb (GB, Francia, USA 2012, prima visione, ore 22,45) aggiorna il mito di Thelma e Louise. Sabato sono in programma Holy Motors di Leos Carax (Francia-Germania 2012, prima visione, ore 20,30), un film controverso e stupefacente, e La patente di Alessandro Palazzi (Italia 2012, prima visione, ore 22,30), una storia di multiculturalismo ambientata in un’autoscuola romana.

L’installazione amore sacro, amore profano di Francesca e Roberta Vecchi propone abiti appesi e danzanti come funamboli, ispirati alla rivisitazione contemporanea del sacro e del profano napoletano, in cui risuonano i miti del cinema per il quale le artiste lavorano come stiliste e costumiste, con i suoi effetti di finzione e innovazione (Modena, il posto).

Nel provocatorio teatro di Enten-Eller, il filosofo danese Søren Kierkegaard vive l’insanabile contraddizione tra etico ed estetico, nascondendosi e svelandosi attraverso le maschere del Don Giovanni di Mozart, il mito dell’impenitente libertino che ride dell’ordine morale del convitato di pietra. A Kierkegaard si ispira lo spettacolo “Don Giovanni Trionfante”, vincitore del concorso “Prime visioni” indetto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con Emilia Romagna Teatro, in cui le seduzioni della parola, della musica, della danza e del video si affollano in un vertiginoso montaggio. (regia di Paolo V. Montanari, a cura dell’Associazione Euphonia, Modena, Teatro Comunale Pavarotti, venerdì 13 settembre, ore 21).

Testo originario della tradizione filosofica occidentale su Eros, il Simposio di Platone si impernia su un dialogo fatto per strada tra due conoscenti che rievocano i celebri argomenti sull’amore tenuti anni prima durante un banchetto presso la dimora del tragediografo Agatone. La lettura teatrale “Il banchetto di Eros”, per la regia di Giorgio Incerti, farà risuonare alcuni discorsi del dialogo (Modena, Ex Caserma Sant’Eufemia, sabato 14, ore 21).

Tra storie immaginate e riflessi di vita, narrazioni fantastiche ed epiche d’amore si snoda il percorso interattivo di “Le donne, i cavalier, l’armi e gli amori”, in cui bambini, ragazzi e famiglie potranno ascoltare storie di audaci cavalieri e principi valorosi, affrontare prove di coraggio e liberare principesse dagli incantesimi (Carpi, Castello dei ragazzi, sabato 14 e domenica 15, ore 16-19, a cura di Castello dei ragazzi e Teatro dell’Orsa).

Tra i motivi iconografici che maggiormente incidono sull’immaginario come simbolo della donazione di sé vi è sicuramente la Croce su cui è morto Gesù, tema sul quale si cimentano in opere appositamente realizzate, i 18 artisti della collettiva “Il segno della Croce” (Modena, Galleria Mies, a cura di Marco Nardini e Umberto Zampini).

Organo funzionale ma anche simbolo di emozioni e motivo iconografico, il cuore sarà al centro del percorso polisensoriale di opere e installazioni “Meta.Cardio.Grafia”, con cui Pietro Nicolaucich e il Collettivo THC ne renderanno tutta la complessità e l’ambivalenza (Modena, Galleria THC, curatrici Silvia Cavalieri ed Eva Ferrari).

Un’intero programma di appuntamenti, tutti previsti presso il Palazzo dei Musei di Modena sotto il titolo generale “Burattini che passione”, è dedicato ai burattini e presenterà maschere tipiche della tradizione della Commedia dell’arte, nelle loro turbolente vicissitudini sentimentali e amorose, ora buffe ora magiche, talvolta beffarde e comunque sempre divertenti. Il Museo Civico d’Arte propone una mostra (“Teste di legno e cuori di panna”) che costituirà uno sguardo inedito sulla gloriosa tradizione dei burattini modenesi da fine ‘700 a oggi, mentre il Dida Laboratorio didattico propone i laboratori “Baracca, burattini e… batticuore”, che insegneranno a realizzare burattini di gommapiuma o a scolpire teste di legno (sabato 14 e domenica 15, ore 10-19). Tre spettacoli di burattini per ragazzi punteggiano le giornate del festival. I Burattini dell’Ocarina Bianca presentano “Messer Filippo e il Drago Magalosso”, la storia di un mercante innamorato di una bella castellana e rinchiuso dal di lei marito nella Torre di Spilamberto, dove incise sui muri la sua straziante storia d’infelice amore (Modena, Palazzo dei Musei, sabato 14, ore 17,30). “L’elisir d’amore Vaporotti” dei Burattini della Commedia e della Compagnia lirica di Milano (a cura del Museo Civico d’Arte) è invece un tentativo di coniugare due arti della tradizione italiana – entrambe, seppure diversamente, popolari e radicate nella cultura nazionale – come il teatro dei burattini e l’opera lirica, in uno spettacolo ispirato all’omonima opera di Donizetti (Modena, Palazzo dei Musei, sabato 14, ore 21,30). Alla domenica la Compagnia di Burattini della tradizione “Alessandro Barberini” mette in scena “Fagiolino ambasciatór d’amore”, un’avventura amorosa che ha per protagonista l’inconfondibile maschera della tradizione dei burattini bolognesi, berretto bianco e neo sulla guancia (Modena, Palazzo dei Musei, domenica 15, ore 17,30).

 

Politiche dell’amore

Uscendo dalla sfera individuale per innestarsi in quella pubblica, l’amore è principio che anima pratiche non riconducibili al calcolo degli interessi: nella logica incalcolabile del dare e nella dimensione della cura una prospettiva che può costruire un nuovo ethos comune

La generosità volontaria umanitaria e la cura sono alla base dell’azione coscienziosa e caparbia che Medici Senza Frontiere, Premio Nobel per la Pace 1999, svolge nelle situazioni più disagiate ed estreme della Terra. La mostra “Urban Survivors” – che presenta lavori dei fotografi Pep Bonet, Alixandra Fazzina, Stanley Greene, Jon Lowenstein e Francesco Zizola, cinque tra i più importanti fotogiornalisti al mondo dell’agenzia Noor – fa entrare il visitatore nel cuore di immense baraccopoli “invisibili” al mondo esterno e toccare con mano le condizioni di vita estreme e le sfide che MSF affronta, ogni giorno, per assistere le popolazioni colpite da catastrofi e segnate da violenza e brutalità (Sassuolo, Galleria Paggeriarte).

La cura come relazione verso gli altri – siano essi i propri cari o degli estranei – è il tema portante anche della videoinstallazione “Fatto con amore” di Luigi Ottani, che mostra rituali di domesticità e di cura (il pranzo della domenica, l’imboccare gli ammalati). Performance interattive della compagnia di improvvisazione teatrale 8mani accompagneranno i visitatori in esperienze sensoriali e cognitive (Sassuolo, Villa Giacobazzi, a cura di Tik farm Eventi).

Tra istituzione e sentimenti, la famiglia è uno dei luoghi nei quali l’esperienza dell’amore e della cura disinteressata circolano tra le persone e si affacciano nella più ampia scena pubblica. Una mostra su “Modena e i suoi fotografi (1860-1945)”, prodotta da Fondazione Fotografia Modena ricostruisce, in un’apposita sezione, il ruolo che in quell’epoca svolgeva il set fotografico nella costruzione dei legami familiari (Modena, Ex Ospedale Sant’Agostino, a cura di Chiara Dall’Olio).

Gli spazi dell’amore, tra protezione e accoglienza, abitare e amare, sono al centro della performance di danza urbana “Home. Casa è il tuo cuore”, esito di una laboratorio con danzatori e attori tenuto da Riccardo Buscarini che esprimerà come, prima di tutto, si debba abitare il proprio io e l’unica vera casa sia il proprio cuore (Modena, Piazza Mazzini, sabato 14, ore 19,30 e 20).

E dentro le case la camera da letto è luogo dell’intimità per eccellenza, soglia del privato e regno di ritiro, studio, amore e affetto. La collettiva fotografica “Bed Stories” si cimenterà con la geografia interiore dei nostri affetti, facendo accorrere le opere attorno al letto che, per l’occasione, trasformerà la galleria in una camera (Modena, Studio Vetusta, curatore Matteo Serri).

Scene di domesticità ibrida, dove la casa protegge relazioni al confine tra l’animale e l’umano, sempre pronte a perforarne le mura in cerca dell’aperto, sono una delle cifre caratterizzanti della collaborazione artistica tra ericailcane e Bastardilla, impegnati su una della pareti del PalaMolza di Modena in un’opera di arte urbana che interpreterà il tema dell’amore: “Street Heart”, a cura di D406-Fedeli alla linea, con il sostegno di Confindustria Modena, Gruppo Giovani Imprenditori, in particolare di Cps Color Equipment, Noleggio Baschieri e Serteco- lontano dai luoghi comuni (Modena, PalaMolza). Il sabato alle ore 23, in occasione della presentazione dell’opera al pubblico, si terrà una performance di danza urbana.

Fuori dagli spazi domestici, i contesti lavorativi subiscono nella tarda modernità una riconfigurazione, che rielabora le frontiere tra pubblico e privato e riformula le esigenze della collaborazione, del mettere in comune il “saper fare”, tra nuovi artigianati 2.0 ed esigenze di equità sociale. Nell’ambito della premiazione del concorso internazionale di documentari brevi sul lavoro “Short on Work”, a cura della Fondazione Marco Biagi di Modena, verrà conferita una menzione speciale “Togetherness” al corto che saprà meglio intepretare il tema (Modena, Cinema Astra, sabato 14, ore 21).

E per addestrare e tenere in esercizio la pratica della cura bambini e ragazzi sono chiamati da Servizi educativi per l’infanzia, Centro per le famiglie e Centro di Educazione Ambientale San Cristoforo di Sassuolo a cimentarsi in “Giochi di famiglia”, laboratori a cielo aperto di coccole e dolcezze (Sassuolo, Piazzale della Rosa, sabato 14 e domenica 15 ore 9.30-12.30 e 15-19).

Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia, tel.059/2033382 e www.festivalfilosofia.it