Antonella-MonzoniLa bellezza silezionsa: questo il titolo della mostra che – promossa dal Gruppo Fotografico Grandangolo BFI, in collaborazione con Biblioteca Multimediale Arturo Loria, il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e il patrocinio del Comune di Carpi – dal 5 ottobre al 23 novembre 2013 ospiterà, presso la sala espositiva della Biblioteca Loria di Carpi, gli scatti della fotografa di origine modenese Antonella Monzoni, che si sono guadagnati il premio per la fotografia documentaria, il Vienna International Photo Awards 2012, fondato dal fotografo palestinese Raed Bawayah e dal gallerista austriaco Gernot Schultz.

L’inaugurazione, che sarà introdotta da una conversazione tra Silvano Bicocchi e la pluripremiata fotografa, si terrà sabato 5 ottobre, alle ore 18.00, presso il Cortile di Levante della Biblioteca Loria e, in caso di maltempo, nell’antistante Auditorium, nell’ambito della Festa del Racconto.

Si tratta di un’opera che ha preso forma lentamente, dal 2003 al 2012, tra la piccola città etiope di Lalibela e l’Iran, in un percorso ispirato dalla sua più profonda intuizione e autocoscienza di donna emiliana dallo stile di vita proiettato verso la libertà espressiva del proprio essere.

La bellezza silenziosa è quella che emerge nonostante tutto ciò che la nasconde, la contrasta, la nega. Scoprirla è percepire nella realtà la potenzialità enorme di un’energia creatrice sotterranea e inarrestabile che, pur nelle enormi avversità, opera per dare un futuro migliore al mondo. Per la Monzoni La bellezza silenziosa è quell’energia femminile che, anche se non si esprime compiutamente in una singola vita, non si spegne mai e anzi, come un tratto del codice genetico, si riafferma nel passare di generazione in generazione attraverso la sofferta storia dell’umanità. È nelle penombre fluide di Lalibela che l’autrice incontra la speranza imperitura della bellezza silenziosa. È li che conosce la suggestione evangelica del calore fraterno di corpi in estasi, avvolti in vesti candide, che attendono la Resurrezione Pasquale con la purificazione di un digiuno estenuante. A Lalibela la Monzoni conosce la profondità insondabile di una bellezza che non si impone con ornamenti esteriori ma con la nuda potenza dell’essere umano ispirato da una speranza divina. È con negli occhi e nel cuore il dono rivelatore di Lalibela che la Monzoni, nel 2004, riconosce la bellezza della donna africana etiope con Silent beauty. Anche in questa realtà povera, primitiva e chiusa in leggi tribali, esistono i segni dell’azione dell’energia di una bellezza silenziosa: nel vuoto amoroso delle stanze coniugali, nei colori saturi dei pochi oggetti ornamentali, nella sofferta condizione della donna che fedele alla propria natura offre, nonostante tutto, il proprio dono genetico.

Nel 2006 Antonella Monzoni incontra la novantenne Henriette Niépce, pronipote dell’inventore della fotografia. Henriette, che conduce da cinquant’anni una vita appartata, concedendosi al suo obiettivo decide di confidare all’autrice la propria eredità morale. La bellezza di Henriette la si scopre solo vedendo attraverso la maschera della sua vecchiaia la giovane Niépce che amava il bel mondo e la pittura. La Monzoni ci fa scoprire la bellezza silenziosa di questa storia privata, ben rappresentando le autentiche atmosfere Proustiane che fanno da sfondo al travaglio interiore di una donna consapevole della stagione esistenziale che sta vivendo.

In Iran nel 2011 e 2012 si immerge poi nell’Islam posto alla prova della modernità. Il fascino di un ambiente sociale in cui convivono la religione islamica e le spinte innovatrici indotte dalla modernità occidentale sono un esempio formidabile dell’energia sotterranea della Bellezza silenziosa che trasforma il mondo. Gli scatti colgono la solennità dei riti nelle moschee, raccolgono confidenzialmente i comportamenti liberatori delle giovani donne e il loro pensiero con i messaggi scritti sulle lavagnette. E’ una bellezza dai tratti inediti, che ci appare prorompente attraverso il sotterraneo protagonismo delle giovani generazioni assolutamente presenti alle istanze poste dalla globalizzazione culturale animata da internet. Una volta conosciuta la bellezza silenziosa la si riconosce sia nei temi orizzontali rivolti ai fenomeni di massa, che in quelli verticali della storia privata di una singola persona. La bellezza silenziosa di Antonella Monzoni è quella che va sempre oltre lo stereotipo, che è irraggiungibile perché vive nel futuro, che è inarrestabile perché è nel DNA umano.

 

Nota biografica

Antonella Monzoni pratica una fotografia di reportage profondamente umanista, concentrata sulla assimilazione culturale del ricordo, sui simboli e sui luoghi della memoria come tracce di appartenenza, come Madame (Premio Mario Giacomelli 2007 e Selezione PhotoEspana-Descubrimientos 2008), Somewhere in Russia (Premio Chatwin per la fotografia 2007), Silent Beauty (Menzione d’onore International Photography Awards 2008). Nel 2009 con il reportage Ferita Armena riceve la Menzione Speciale Amnesty International del Festival dei Diritti, è finalista al Premio Amilcare Ponchielli ed è selezionata al Visa pour l’Image di Perpignan. Sempre nel 2009 vince il Best Photographer Award al Photovernissage di San Pietroburgo e nel 2010 è Autore dell’Anno FIAF. Nel 2011 è tra i finalisti di ArtèFoto International Festival of Photojournalism. Nel 2012 ha ricevuto il primo premio VIPA, Vienna International Photo Awards. I suoi libri: ”Benedic Anima Mea”, indagine sulle liturgie dei frati dell’Abbazia di Sant’Antimo (Siena), 2004; “Lalibela”, reportage delle cerimonie notturne ortodosse dalla capitale religiosa dell’Etiopia, 2005; “Il delicato sentimento del vedere”, monografia FIAF 2010 e nel 2011 pubblica “Madame” che riceve una menzione speciale dalla giuria del Premio Bastianelli 2012. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Opere di Antonella Monzoni fanno parte della Collezione fotografica della Galleria Civica di Modena.