“Il rumore dei camion accesi per riscaldare i motori, delle portiere che sbattono e il vociare degli autisti – dichiara Massimo Becchi, Presidente di Legambiente Reggio Emilia – ecco quello che devono sopportare gli abitanti dei condomini affacciati sul parcheggio dell’ex Sarcia, un rivenditore di auto/camion situato in via Soglia, oramai chiuso e utilizzato come area di sosta per camion.

Alla radice del problema, che vede coinvolti i condomini, c’è proprio la decisione presa dalla proprietà dell’area e dal gestore del parcheggio, ovvero affittare i posti auto per la sosta dei camion. Tuttavia questa scelta implica tutta una serie di disagi per i cittadini, come il fatto che tutte le notti (tra le 04.00 e le 7.00, con picchi di maggiore attività anche durante la domenica) i camionisti inizino ad accendere i mezzi, lasciandoli fermi a motore acceso per anche tempi molto lunghi oppure il rumore delle manovre che i camion devono fare per potersi muovere sulla stretta via Soglia. Ci sembra doveroso ricordare, inoltre, che la sosta prolungata d’automezzi accesi comporta una grande dispersione di polvere sottili e, in questo caso, avviene anche un inquinamento acustico non indifferente.

Il traffico in via Soglia e nelle vie limitrofe è divenuto pericoloso per gli abitanti e il territorio, tra capannoni in disuso e traffico selvaggio, è ormai in degrado. Tale area, una volta denominata “della Piccola Industria” aveva un senso nel secondo dopoguerra come area produttiva di periferia, ma a cinquant’anni di distanza, inglobata completamente dal tessuto residenziale cittadino e a ridosso del centro città, richiede una riconversione che permetta dignitose condizioni di vita ai residenti.

Come Legambiente – continua Becchi – non possiamo che dichiararci d’accordo con i cittadini che vivono affacciati su via Soglia, costretti a subire sulla loro pelle la spiacevole circostanza, e sollecitiamo l’Arpa (Agenzia regionale per la prevenzione e l´ambiente), che s’è messa in moto per analizzare i danni ambientali (e alla salute) che la situazione comporta, affinchè fornisca al più presto i dati delle analisi. Non possiamo non ribadire, infine, che l’attività avviata dalla gestione dell’area non è assolutamente compatibile con l’ambiente civile in cui si trova, ma andrebbe spostata in una zona industriale periferica, affinché non si crei disturbo e disagio a nessuno”.