2014-Sarah-Moon_ReggioTra i protagonisti della nuova edizione di Fotografia Europea in programma dal 2 maggio spicca il nome della grande fotografa Sarah Moon, che è a Reggio Emilia proprio in questi giorni per realizzare una serie di scatti dedicati al museo di Palazzo San Francesco. La grande artista francese infatti sarà presente a Fotografia Europea 2014 con due mostre, entrambe curate da Laura Serani: Alchimies, una grande esposizione personale esposta ai Chiostri di San Pietro, e Journal de Voyage, produzione esclusiva realizzata su invito del festival ed esposta a palazzo San Francesco, che inaugura per l’occasione una nuova sezione la cui ristrutturazione porta la firma dall’architetto Italo Rota.

Sarah Moon, una delle autrici più apprezzate nel settore della photo fashion (famose le sue immagini per la maison Cacharel) è tra le interpreti più sensibili e originali della fotografia, dell’arte visiva e del cinema. Con uno stile ricco di fantasia, l’artista realizza vere e proprie visioni, intense “storie per immagini” che sembrano affiorare da una “riserva onirica” e raccontano la fugacità della bellezza, la fragilità delle illusioni, il ricordo, la nostalgia dell’infanzia, la femminilità.

Nella mostra Alchimies sono ben visibili le caratteristiche della scrittura visiva di Sarah Moon, una scrittura unica e inconfondibile: l’esposizione, una piccola antologia di riferimento al lavoro di questa grande artista, è un viaggio tra i soggetti a lei più cari, dove nature morte, paesaggi, ritratti di animali e vegetali perdono la loro connotazione e offrono una nuova percezione della realtà. Fotografie in bianco e nero di piccolo formato che ricordano stampe antiche si alternano ad altre di grandi dimensioni e a colori, e i processi tecnici utilizzati, spesso limitati all’uso di polaroid, accentuano l’evanescenza delle immagini e partecipano al mistero che avvolge l’universo di Sarah Moon.

Journal de Voyage è invece una produzione realizzata in esclusiva per Fotografia Europea 2014 che ha invitato la fotografa, da sempre affascinata dai musei di storia naturale e da quei Cabinet de Curiosités dove risuona l’eco di altri tempi e di misteri naturali, a lavorare sulle collezioni dei Musei civici cittadini.

Se è sempre vero che la fotografia rivela cose mai viste o le fa vedere diversamente, lo è particolarmente con Sarah Moon: perfetta alchimista dello sguardo, che sa trasformare il più banale dei mondi in un regno incantato.

 

Note biografiche

Sarah Moon (1941) entra in contatto con il mondo dell’arte studiando pittura durante l’adolescenza, ma è lavorando come modella nella Londra degli anni ’60 che comprende le potenzialità del mezzo fotografico e decide di passare dall’altra parte dell’obiettivo. È il 1967 quando collabora come fotografa per la maison Cacharel e in seguito con i grandi nomi dell’editoria come Vogue, Elle, Harpers’ Bazaar e Marie-Claire e della moda Chanel, Dior. Grazie alla sua capacità di cogliere in un solo scatto l’elegante e patinato mondo del fashion system, alle atmosfere misteriose e lontane che riesce a ricreare e a quel gusto un po’ retrò che richiama alla malinconia del primo novecento, Sarah Moon raggiunge la fama internazionale nel campo del fashion e nel 1972 è la prima donna a scattare le foto per il calendario Pirelli.

Dalla fine degli anni settanta l’artista sente la fotografia di moda come un limite per se stessa e inizia quindi un percorso di ricerca che la porterà a dedicarsi, dal 1985, principalmente a progetti personali sviluppando lavori che ruotano intorno a tre temi principali: l’evanescenza della bellezza, l’incerto e lo scorrere del tempo. Questa svolta nella sua attività la porterà anche alla realizzazione di film, e tra le sue produzioni troviamo lungometraggi sui fotografi Henri Cartier-Bresson e Lillian Bassman e cortometraggi ispirati ai racconti di Christian Andersen e Charles Perrault.

Molti i successi nella carriera di questa fotografa: nel 1995 vince il Grand Prix national de la photographie, prestigioso premio francese, e nel 2003 la Maison européenne de la photographie di Parigi presenta una grande esposizione dedicata ai suoi ultimi lavori, esposizione che arriverà anche a Kyoto, Mosca, Shanghai e Pechino. Nel 2008 il suo libro 1 2 3 4 5, presentato al Royal College of Arts di Londra, riceve il Premio Nadar e nel 2013 viene invitata dal Museo di Storia Naturale di Parigi a esporre Alchimies il suo ultimo lavoro dedicato al mondo animale, vegetale e minerale.