Dante_MazziDopo 20 anni di veti e di immobilismo da parte della pubblica amministrazione, è assolutamente necessario programmare un piano di risanamento e rilancio delle tante ferite urbane legate ad aree abbandonate e mai riqualificate della città. Tra queste, quella dell’ex Consorzio agrario è di particolare rilevanza. In attesa di una sua riqualificazione, aprire almeno un collegamento viario, anche ciclopedonale, tra via Canaletto e la porta nord della stazione ferroviaria centrale, porterebbe a grandi effetti positivi ed immediati, sia sul fronte della mobilità che della vivibilità.
Purtroppo le aree abbandonate e degradate che Modena aveva nel 2004, dall’ex Consorzio all’area ex Amcm, dalle ex Fonderie all’area in cui doveva sorgere il nuovo Liceo Sigonio, solo per rimanere intorno al centro, sono rimaste tali e quali a causa dell’inerzia dell’Amministrazione, che già dieci anni fa aveva promesso di riqualificarle. Fatto sta che oggi queste rappresentano ancora un ingente costo sociale anziché una mancata opportunità di sviluppo.
Questo è il prezzo che oggi la città deve pagare a causa di una politica che non ha saputo pensare e programmare, ancora prima di realizzare, le trasformazioni urbane, anche in funzione di condizioni sociali ed economiche radicalmente mutate. Questo è ciò che toglie valore anche ad una riqualificazione come quell’area dell’ex Manifattura tabacchi che, scollegata da un progetto di insieme e di prospettiva di sviluppo della città, rischia di rimanere una cattedrale nel deserto.
Per questo, e tanto altro ancora, serve davvero un cambio di passo ed un forte segnale di discontinuità nell’Amministrazione cittadina.

(Dante Mazzi, capogruppo PdL in Consiglio provinciale di Modena)