Paolo-Neri“Chi perde non è un perdente”. A dirlo con forza da più di 40 anni è Paolo Neri, presidente e allenatore di una delle storiche società di pallacanestro della città, che questa sera (mercoledì 23 luglio) riceverà il premio “Corrado Pizzi” da parte Comitato Organizzatore del torneo GNAKER per l’attività e l’impegno dimostrati nel mondo sportivo e nella pallacanestro. Riconoscimento a cui si unisce anche la Uisp di Reggio Emilia plaudendo la scelta degli organizzatori. La premiazione avverrà alle 21,30 nel Playground del Noce Nero, sede di gioco del torneo. Prima atleta, poi allenatore e presidente per l’U.S. Reggio Emilia contemporaneamente ricercatore in campo ambientale e scrittore. Paolo Neri, classe 1939, inizia a giocare a basket nel 1958 con Virtus Ospizio e Daino Gavassa. Nel 1967 fonda l’U.S. Reggio Emilia (allora Arti Grafiche) con un gruppo di amici tra cui a Paolo Spaggiari, Vittorio Masini, Angelo Marchi con Presidente Bottazzi facendo base nella palestra Don Bosco di Via Bismantova e disputando le partite alla Cupola dell’IPSIA. Nel 1973 Paolo Neri diventa presidente e con lui prende piede l’attività giovanile con una squadra maschile e una femminile. Nella visione di Neri, colpito e ispirato da Don Milani e dalla scuola di Barbiana degli anni ’60, lo sport “non può essere un ospedale che cura i sani e respinge i malati”, ma deve aprirsi a tutti senza distinzioni di alcun tipo. L’ideale si concretizza nella disponibilità della società ad accettare chiunque chieda di poter giocare a pallacanestro senza mai rifiutare o escludere gli atleti per limiti fisici, di gioco e di genere o per difficoltà economiche. Viene redatto un regolamento che prevede il diritto di ogni atleta iscritto al referto di giocare per almeno 12 minuti. La società di Neri si oppone concettualmente anche al commercio dei giocatori e lo manifesta svincolando annualmente i propri tesserati, lasciandoli liberi di scegliere senza ostacoli dove giocare. L’U.S. Reggio Emilia incarna tuttora i valori di quello sport popolare al servizio della comunità. L’impegno nei 41 anni di presidenza ha portato la società ad avere all’attivo 11 squadre e una media di circa 200 tesserati annui con evidente risposta della città. Se chiedete a Paolo Neri cosa pensa dello sport di oggi e di come lo vorrebbe domani vi dirà che “occorre una rivoluzione culturale e l’accettazione di un principio fondamentale: lo sport è il gioco che ha la funzione di educare le persone. Se si risconosce questo – dice lo storico Presidente – la separazione federale tra professionismo e dilettantismo diventa una condizione imprescindibile per l’attuazione di questo principio”.