Ritmomania-gruppoIn Piazza Fontanesi, a Reggio Emilia, Rita Marcotulli presenta, mercoledì 13 agosto “Ritmomania” Sinergie di Colori dal Mondo, con Badara Seck, voce, Prabhu Eduard, tabla, Nguyen Lé, chitarra, Israel Varela, batteria, Ares Tavolazzi, contrabbasso. Ingresso libero.

Rita Marcotulli è nata a Roma nel 1959, Rita Marcotulli ha studiato pianoforte presso il Conservatorio di Santa Cecilia. Dopo una curiosità iniziale per i ritmi sudamericani, in particolare per la musica brasiliana, verso i 20 anni comincia ad avvicinarsi al mondo del jazz….ed è subito successo. La sua carriera è subito travolgente, e dall’ inizio degli anni ’80 Rita Marcotulli ha la fortuna di poter collaborare con il “gotha” del jazz europeo : John Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Steve Grossman, Joe Henderson, Hélène La Barriere, Joe Lovano, Charlie Mariano, Tony Oxley, Michel Portal, Enrico Rava, Michel Bénita, Aldo Romano, Kenny Wheeler, Pat Metheny.
Già nell’ 87 un referendum indetto dalla rivista “Musica Jazz” la classifica come miglior nuovo talento musicale dell’ anno. Dal 1988 al 1990 fa parte della band di Billy Cobham. Nel 1988 lascia anche l’Italia per la Svezia, ove resterà fino al 1992 : anche lì viene molto apprezzata come pianista, e, dal canto suo, vi assimila la passione per la ricerca e la sperimentazione. Tra il 1994 ed il 1996, collabora con Pino Daniele, e poi con Roberto Gatto, Ambrogio Sparagna, Bob Moses, Charlie Mariano, Marylin Mazur. Da 14 anni a questa parte, accompagna Dewey Redman in tutti i suoi concerti.
Nel 1996 si è esibita in duo con Pat Metheny al festival di Sanremo, ed ha preso parte ad un trio pianistico con Paul Bley e John Taylor al Teatro Olimpico di Vicenza. Alla fine del 2002 Rita Marcotulli ha realizzato l’album intitolato KOINE’ (pubblicato da Storie di Note) cui hanno collaborato artisti del calibro di Andy Sheppard, Anja Garbarek, Lena Willemark, Gianmaria Testa, Arto Tuncboyaciyan, Anders Jormin, Palle Danielsson, Metaxu. Nel 2003 ha rinnovato l’incontro con Pat Metheny sul palco del Ravenna Jazz festival. Nel 2004 ha partecipato al tour europeo di Dewey Redman e a quello italiano di Pino Daniele. Con Andy Sheppard dal 2004 ha preso l’avvio un sodalizio artistico che sta portando alla pubblicazione di un lavoro discografico, come pure è in uscita un disco “solo piano” per HARMONIA MUNDI.
L’ intimità della sua musica, la sua grande profondità, i suoi arrangiamenti delicati, che sanno sottolineare la singola nota ed amplificarne la carica emotiva, le permettono di spaziare e di cercare interconnessioni con le altre forme artistiche, specialmente con il cinema, per il quale ha elaborato diverse composizioni : “…..la mia musica ha evidentemente subito l’ influenza di numerosi grandi musicisti : Thelonious Monk, Elis Regina, Bill Evans, John Coltrane, per citarne solo alcuni.” Ma, oltre alle influenze sonore, le composizioni di Rita Marcotulli nascono anche dall’ incontro con altre esperienze artistiche, letterarie, visive, e, naturalmente, cinematografiche.

Badara Seck è nato il 5 marzo del 1970 in Senegal, discendente da una famiglia di griot, i depositari dell’arte e della parola dell’Africa. Giovanissimo, ma già dotato di grande carisma oltre che di incredibili doti vocali, ha cominciato a girare il mondo con la sua voce e le sue storie, poi con le canzoni e le musiche da lui stesso composte. Prima in Canada e nei paesi dell’Africa centro-occidentale, poi in Svizzera, nel resto d’Europa e in Italia, anche se con frequenti e lunghi soggiorni in patria, dove ha continuato a esercitare il suo ruolo di musicista e griot, facendo tesoro della sua esperienza internazionale. Dal 1998 Badara Seck vive principalmente a Roma e per lunghi anni è stato il referente della comunità senegalese con le autorità italiane. Ha partecipato a numerosi festival internazionali e italiani; in particolare è stato scelto come sostituto della grande Miriam Makeba come voce solista della famosa Messa Luba. Nel 2000 ha partecipato a Roma e Firenze all’evento Africa Poesia, in compagnia fra gli altri di Francis Bebey, poeta, musicista, scrittore e personaggio “totemico” della cultura africana. In seguito è stato uno dei personaggi di spicco dell’evento multiliguistico Hypertext-Ulisse, del compositore Luigi Cinque, sostenuto dalla Comunità Europea nell’ambito del progetto Euro-Mediterraneo. Con il suo gruppo, PENC, si esibisce in numerosissimi concerti in Italia, in Europa e in Africa. Notevole la sua collaborazione con il maestro Ennio Morricone, come pure con altri artisti italiani, quali Mauro Pagani, Paolo Fresu e Pino Daniele. È ideatore del progetto RungPung, concepito per Fabbrica Europa 2004 a Firenze, che vuole essere una sintesi della sua esistenza, delle sue idee, e della sua straordinaria esperienza insieme artistica e professionale. Badara Seck chiama a partecipare al progetto prestigiosi musicisti, percussionisti e danzatori africani residenti in Italia, artisti di grande talento spesso con poche possibilità di esprimerlo. Il progetto RungPung è un progetto interdisciplinare, interafricano, multiculturale, fortemente radicato nella profonda visione del mondo della tradizione africana, ma capace di lanciare messaggi a tutti i migranti, africani e non, e di avvalersi originalmente dei linguaggi e delle professionalità che i migranti stessi, artisti e non, hanno incontrato nel nord del mondo e in Europa occidentale in primo luogo. Badara Seck è uno dei protagonisti delle prime due edizioni del Festival au Desert di Firenze, nel luglio del 2010 e 2011, che ha l’intento di comunicare un’immagine nuova dell’Africa, in grado di fecondare il mondo attraverso le proprie tradizioni musicali millenarie mescolate alle sonorità e alle procedure più innovative modulate e sperimentate in occidente. Nell’ottobre del 2011 è stato invitato al 60° anniversario della FAO dove, oltre che esibirsi con la sua straordinaria voce, ha fatto presente la drammatica situazione in cui vivono ancora milioni di persone.

Prabhu Edouard è un percussionista e compositore franco-indiano. Ritenuto uno dei più versatili suonatori di tabla della sua generazione, è un valido discepolo del rinomato maestro di tabla Pandit Shankar Ghosh. Prabhu ha suonato con famosi maestri indiani come Hariprasad Chaurasia, Laxmi Shankar, V.G.Jog, Ashish Khan, Debashish Bhattacharya, T.V.Gopalakrishnan, T.Vishwanathan, Shashank, Rohini Bhate, Rajendra Gangani, Astad Debu. La sua natura cosmopolita e l’amore per la sperimentazione lo hanno portato a collaborare con artisti come His cosmopolitan nature and love for experiments have led him to collaborate with artists like Jordi Savall, Nguyen Lê, Mario Laghina, Magic Malik, Moriba Koïta, Saïd Shraïbi, Kudsi Erguner, Jamchid Chemirani, J.P.Drouet. Come innovativo produttore musicale ha creato la prima orchestra internazionale di tamburi a Kolkata nel 1997. Nel 2008 ha progettato il design del primo album (prodotto da lui) ecocompatibile made in India, dal titolo “Ka”, della cantante malgascia Seheno. Non solo un richiesto musicista, Prabhu è anche un esperto pedagogo che condivide la sua visione musicale in varie masterclass di percussioni e seminari musicali in tutto il mondo.

Nguyên Lê, nato a Parigi da genitori vietnamiti, incarna il mosaico esotico e multiculturale che alimenta la vibrante scena Jazz e World music della capitale francese. Musicista autodidatta, diplomato in Filosofia e Arti Visive, Lê ha sviluppato un caratteristico suono che attinge a Rock, Funk, Jazz come agli stili tradizionali algerini, indiani e vietnamiti. La sua carriera discografica inizia nell’ ‘85, con il gruppo Ultramarine, che univa Jazz a elementi della musica africana e caraibica, e il cui secondo album “DE” è stato considerato dalla stampa francese il miglior album di World-music del 1989. Dopo essere stato parte dell’ Orchestra Nazionale Francese, Lê pubblica il suo primo album solista, “Miracles”, registrato con i fedeli sostenitori dell’American Jazz Peter Erskine, Marc Johnson e Art Lande. Dal 1995 Lê ha pubblicato quattordici album, tra cui: “Tales from Viet-nam (’96) in cui esplora e celebra le sue radici, “Maghreb & Friends” (’98) dal sapore nord africano, “Bakida” (2000) in cui amplia il classico trio chitarra, basso e batteria con solisti di tutto il mondo, e “Purple” (2002), un CD sulle canzoni di Jimi Hendrix che ha venduto 25000 copie a oggi. L’ultimo album di Lê è “Songs of Freedom”, un’ esotica ed eccentrica interpretazione di Pop Hits degli anni ’70, considerato un capolavoro dalla stampa francese.
Attualmente sta preparando un album su “Dark Side of the Moon” con la NDR Bigband (band di 17 elementi della tv pubblica tedesca), Micheal Gibbs e Gary Husband. Ha ricevuto molti premi: “Django d’Or” nel 2006, “Chevalier des Art et des Lettres”, “Miglior Musicista dell’Anno” nel 2011 e “Uomo dell’Anno” nel 2013 in Vietnam. Ha collaborato con importantissimi musicisti in Europa e Stati Uniti, inclusi Michel Portal, Miroslav Vitous, Vince Mendoza, Uri Caine, Trilok Gurtu, Gil Evans, Quicy Jones, Ornette Coleman, Ray Charles, Hariprasad Chaurasia, Herbie Hancock. Attraverso i suoi progetti, Lê crea una delle più convincenti fusioni tra World music e Jazz create finora, e si afferma come uno dei chitarristi/compositori con più inventiva oggi.

Israel Varela, è un abile e raffinato compositore, batterista, e cantante dalla sorprendente e ricca musicalità. Originario di Tijuana, Messico, è considerato uno dei migliori talenti della scena musicale internazionale che grazie alla sua originalità vanta già collaborazioni con i migliori musicisti del mondo tra i quali: Pat Metheny, Charlie Haden, Yo Yo Ma, George Benson, Mike Stern, Bireli Lagrene, Bob Mintzer, Diego Amador, Jorge Pardo, Pino Daniele, Andrea Bocelli, Kamal Musallam, Michael Manring, Rita Marcotulli, Palle Danielson, Victor Bailey, Abe Laboriel, Amit Chatterjee, e tanti altri. Vincitore del Euro Latin Award come miglior artista Latino in Europa 2009.
“Il suo Flamenco-Jazz drumming è la sua cifra stilistica immediatamente riconoscibile: flamenco, ritmi Latino Americani, atmosfere Maqam e colori Jazz si fondono in un’entità ormai inscindibile. Il sentimento latino, la raffinatezza melodica e il gusto andaluso della sua musica, sono elementi che assumono un valore irrinunciabile, facendo delle sue composizioni arie che subito s’imprimono nella memoria”. (M. Leopizzi, Music Around net Magazine).
Un musicista completo, costantemente in ricerca, un batterista estremamente originale, straordinariamente fluido e musicale, il suo drumming, che sostiene la musica con una trama fittissima e incalzante, può essere soddisfatto della strada percorsa sinora il messicano Israel Varela, residente in Italia ma cittadino del mondo. Solidi studi classici in patria, l’apprendistato jazzistico a Los Angeles con Alex Acuna come poi il perfezionamento con Dave Weckl, quindi il folgorante incontro col flamenco e la decisione di trasferirsi in Andalusia per studiare sul campo con alcuni dei migliori esponenti del genere e cercare una propria via che coniugasse jazz, latin e appunto flamenco, un artista con la A maiuscola”. (Alfredo Romeo, ritmi magazine)

Ares Tavolazzi studia violoncello e contrabbasso presso il conservatorio G. Frescobaldi di Ferrara. Durante gli anni ‘70 lavora come session-man a Milano per numerose etichette discografiche, registra con Francesco Guccini, è presente alle registrazioni di tutta la sua discografia e partecipa dal 1984 al 2004 a circa 700 concerti live. Con Paolo Conte registra 5 long playng e partecipa a molti concerti live. Collabora inoltre alle registrazioni di: Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Miriam Makeba, Lucio Dalla, Mia Martini, Teresa De Sio, Lucio Battisti, Mina, I Giganti, Vinicio Capossela, Massimo Ranieri. Nel 1974 entra a far parte del gruppo storico d’avanguardia AREA (Patrizio Fariselli, Demetrio Stratos, Giulio Capiozzo e Paolo Tofani) e vi rimane fino al 1982 registrando con il gruppo oltre 10 L.P. e partecipando a numerose manifestazioni in Italia (circa 800 concerti in 8 anni) e internazionali: (Festival Internazionale a Cuba, Festival do Avante a Lisbona, Festival de l’Humanitè a Parigi). Durante gli anni ‘80 si avvicina alla musica jazz .Trascorre un periodo di tempo a New York frequentandone l’ambiente jazzistico. Questa esperienza lo porterà definitivamente ad occuparsi di improvvisazione. Al ritorno partecipa ad una tournèe italiana con l’orchestra di Gil Evans, con Pietro Tonolo, Steve Lacy, Ray Anderson, Lew Soloff, John Clark. Negli anni 83-84 è in tour con Kenny Wheeler, Bruno Cesselli Slatko Kaucic e Mauro Negri. Per tre anni consecutivi (‘84-‘85-‘86) è primo in una speciale classifica dei bassisti indetta dalla rivista specializzata ”Guitar Club”. Nel 1987 riceve a Ferrara il premio “A.Willaert” come migliore musicista dell’anno, nello stesso anno fonda un quintetto con Bruno Cesselli, Piero Odorici, Marco Tamburini e Glauco Oleandri con il quale partecipa a “Umbria Jazz”, nello stesso festival suonerà con Fabrizo Sferra, Fabio Zeppetella e Ramberto Ciammarughi. Suona in jam session con: Elvin Jones, George Benson e Pat Metheny. Collabora negli anni a diversi lavori teatrali componendo e suonando dal vivo,con la Fondazione Teatro di Pontedera (”Ruth” regia di Silvia Pasello, “Il Cantico dei Cantici” regia di Silvia Pasello, ”Aspettando Godot” regia di Roberto Bacci, “ Mutando Riposa” regia di Roberto Bacci, “Amleto” regia di Roberto Bacci).