sociale-maniSono 1266 i nuclei familiari seguiti dal Comune di Modena con progetti di contrasto alla povertà. Di questi 674 vedono al loro interno la presenza di minori, 444 composti da adulti e 148 con anziani. Sono i dati al 31 dicembre 2013.
“A causa del persistere della crisi – evidenzia Giuliana Urbelli, assessora comunale a Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza – è un dato in aumento, passato da circa 1200 a poco meno di 1300 famiglie dal 2011 al 2013. Si tratta di persone e nuclei che, per comprovate difficoltà economiche, causate da fragilità sanitarie o sociali, sono impossibilitate a provvedere al soddisfacimento dei bisogni primari, o di soggetti ad alto rischio di marginalità sociale come minori, adulti non autosufficienti o disabili e anziani. Gli interventi – aggiunge – che hanno e dovranno avere sempre più come obiettivo il progressivo riappropriarsi delle autonomie personali e familiari, variano dal sostegno al reddito al sostegno all’abitazione, sia in termini di contributi economici sia di accoglienza in centri e affittacamere sociali sia di assegnazioni si alloggi a canoni agevolati”.
Gli interventi di sostegno al reddito vengono erogati in base alla valutazione dell’assistente sociale e al progetto di aiuto condiviso con l’utente. I contributi, volti a garantire la permanenza nella propria abitazione e lo svolgimento di percorsi di cura, o a sostenere il reddito per anziani e adulti soli in condizioni di non autosufficienza psico-fisica, possono essere straordinari, cioè finalizzati ad affrontare una specifica situazione di disagio per superare una momentanea situazione di difficoltà, oppure continuativi, cioè connessi agli obiettivi e ai tempi previsti dal Pai (Progetto assistenziale individualizzato) finalizzati ad affrontare situazioni di bisogno per periodi di alcuni mesi. Vanno quindi a coprire diverse tipologie di spesa e lo stesso nucleo può avere accesso a più di un contributo.
Nel 2013 i Servizi sociali hanno erogato risorse per il pagamento di utenze, riallacci e altro a 736 nuclei, per il sostegno all’affitto a 505 famiglie, per il sostegno al reddito a 373 nuclei, per il pagamento delle rette scolastiche a 139 famiglie e per l’accesso ai centri estivi a 97 famiglie. Nell’ambito del sostegno all’abitare, in particolare, sono stati erogati contributi per 87 casi di cauzioni, 31 di soggiorno temporaneo in albergo, 100 di affittacamere privati e 69 per morosità affitto. A questi si aggiungono 33 contributi nell’ambito del Protocollo Intesa casa 2013, volto a prevenire l’esecutività degli sfratti per morosità di famiglie in difficoltà, e 698 contributi inerenti il bando a sostegno dell’abitazione per anziani e persone in condizioni di disagio lavorativo.

ACCOGLIENZA RESIDENZIALE PER 56 PERSONE
Tra gli interventi del Comune anche l’assegnazione di alloggi a canone agevolato
Nel 2013 il Comune di Modena ha accolto in centri preposti, comunità residenziali per adulti o affittacamere sociali 56 persone, di cui 44 uomini e 12 donne. L’accoglienza viene garantita a nuclei in situazioni di fragilità, in particolare a madri e bambini o ad adulti a rischio, per il tempo necessario per predisporre e consentire l’attuazione del proprio progetto di autonomia, anche attraverso l’offerta di un contesto di socializzazione e integrazione che stimoli l’acquisizione di competenze nella cura di sé e del proprio spazio di vita e la gestione di relazioni interpersonali positive. Per ciascuno vengono definiti progetti individualizzati educativi e di inserimento.
Tra gli altri interventi volti al sostegno di famiglie in condizioni di emergenza socio-abitativa, lo scorso anno sono stati assegnati a 85 nuclei alloggi di Edilizia residenziale pubblica (Erp) e a 19 famiglie alloggi di proprietà comunale.
L’Amministrazione comunale, inoltre, porta avanti interventi a sostegno di cittadini stranieri non residenti, domiciliati a Modena o che hanno un legame territoriale con la città, in condizione di grave disagio socio-sanitario o appartenenti a specifiche categorie definite da norme nazionali e internazionali, quali richiedenti protezione internazionale e rifugiati o vittime di tratta e grave sfruttamento. In questo caso, la tipologia di interventi va dal sostegno economico per prestazioni sanitarie a quello per accompagnamento all’autonomia, dall’accoglienza residenziale a contributi per l’alloggio, fino a interventi temporanei in emergenza. Nel 2013 le prese in carico per disagio socio-sanitario sono state 269, quelle per il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) 97, quelle del progetto Oltre la strada (tratta e prostituzione) 36.
Nei mesi più rigidi, infine, viene attivato in collaborazione con una serie di soggetti, il progetto di Emergenza freddo, che prevede la tutela socio-assistenziale temporanea in situazioni di grave rischio per la salute delle persone senza fissa dimora, e prevenzione dell’aggravamento di situazioni già compromesse dal punto di vista psico-fisico e sociale. Nell’inverno 2012-2013, in particolare, sono state seguite complessivamente 149 persone, prevalentemente straniere, di cui 56 sono state accolte presso strutture o parrocchie.