voli2In occasione della tappa mantovana del suo tour, abbiamo fatto due chiacchiere con Giacomo Voli, rocker di Correggio, rivelazione dell’ultima edizione di “The Voice of Italy”, già conosciuto nella provincia di Modena soprattutto per la sua militanza presso la Compagnia delle Mo.Re. con la quale ha intrapreso le esperienze dei musicals “Jesus Christ Superstar” e, più recentemente nel “Rocky Horror Show”. Ci ha raccontato di lui, delle sue passioni, dei suoi progetti.

Iniziamo a parlare dall’inizio, dalle tue origini. Tu nasci a Correggio.
“Io sono nato a Correggio, sono stato un reggiano fino ad oggi perché proprio oggi sono andato in comune a Mantova per fare il cambio di residenza, per cui da oggi sono mantovano, dove per altro abito già da un po’ di tempo”.

Per la provincia di Reggio Emilia, Correggio à un po’ un centro nevralgico della musica, un po’ come lo è Sassuolo per la provincia di Modena. Come ti relazioni con i tuoi colleghi compaesani?
“Mah, Liga a me piace, è comunque un cantautore che in Italia viene riconosciuto come rock il suo genere, però io cerco di dare qualcosa di più riconducibile a quello che tutti chiamano rock pensando agli ACDC, ai Guns. agli Audioslave insomma tutto quello che è rock un po’ più… dopotutto erano rock anche i Beatles in certi brani come possono essere rock gli Iron Maiden rispetto ai gruppi più pesanti che conosciamo… è una definizione molto ampia…”.

• Il primo ricordo che ho di te risale a qualche anno fa alla tua partecipazione a “Jesus Christ Superstar” con la compagnia delle Mo Re. Consideri quell’esperienza il tuo inizio artistico?
“Diciamo che è stato il primo lavoro grosso, il più importante è stato proprio quello con le MoRe, tra l’altro, all’inizio non dovevo nemmeno fare la parte di Gesù. Questa è una cosa che non ho mai detto, ho studiato un anno e mezzo (perchè purtroppo i tempi in una compagnia non professionale sono quelli) per fare la parte di Annas che è uno dei sacerdoti… poi alla fine, chi doveva fare Gesù ha avuto dei problemi di voce per un problema alle corde vocali e all’ultimo c’è stata questa sostituzione. E’ stato un recupero però mi ha dato modo di mettermi in gioco con una parte veramente importante.

• Ci sono state in Italia (e nel mondo) tantissime versioni dia usta opera rock, cosa ne pensi dell’ultima, tutt’ora in tour, che ha riportato Ted Neeley l’interprete originale in scena all’età di settant’anni?
“Devo confessare che non ho visto lo spettacolo di Piparo. Fino a qualche anno fa Ted era ancora in grado, però ora non so, ho visto qualche video… Io sono molto legato ad un’altra idea del Jesus…”.

• Qualche anno fa tra l’altro c’è stata anche una versione della Compagnia della Rancia in Italiano…
“Anche questo è un discorso complicato, tu che hai visto il Rocky in italiano (versione italiana di Rocky Horror Show alla quale Giacomo ha preso parte, presentata lo scorso anno dalla compagnia delle MoRe) , quando c’è un personaggio come Pierluigi Cassano alla regia, che salutiamo, che ha le cosiddette carte in regola per fare un lavoro titanico come ha fatto lui, allora secondo me è possibile, però è un lavoro molto delicato. Nel caso del “Rocky” era più plausibile perché le battute e il modo di scherzare con il pubblico, in Italia non possono essere in inglese per cui se lo fai in italiano nel recitato, non puoi poi farlo in inglese nel cantato, per cui è stata una buona scelta. Nel caso del Jesus io sono uno di quelli che pensa che sia “intoccabile” così com’è. Purtroppo in Germania, Spagna, Francia l’inglese si parla tranquillamente in Italia non è così… speriamo che questa cosa possa cambiare”.

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• Rock, progressive, accenni di lirica… personalmente mi è capitato di associare la tua musica a quella dei Queen…
“In effetti mi piacciono molto anche se non abbiamo mai messo su un pezzo con questa band per tributare uno dei cantanti che stimo di più… chissà che domani non si faccia un bel “Innuendo” fuso con un “Nessun dorma”…

• Abbiamo parlato di cover, ma di un disco di inediti se ne parla?
“Stiamo attualmente lavorando in sala per arrangiare i brani che ho scritto… per quello che posso… o meglio… la premessa è che io fino a qualche mese f non pensavo di arrivare a fare questa vita, anche se non sono giustificato perché se uno ce l’ha la voglia di scrivere, deve farlo indipendentemente da dove poi si voglia arrivare. Tuttavia io sono sempre cresciuto con un certo tipo di famiglia, un inguaribile realista, un po’ pessimista per cui…non ho mai dedicato troppo tempo a comporre pezzi interi… insomma tante idee accantonate non credendo che un domani potessero servire, invece adesso vengono buone. Entro breve comunque uscirà il secondo singolo che è praticamente già pronto, poi entro fine anno speriamo di riuscire a registrare l’album intero”.

• Fino a un anno e mezzo fa cosa ne pensavi dei “Talent show”?
“Diciamo che dobbiamo andare a quattro anni fa, quando mi interessavo ad “XFactor” e agli altri talent che facevano in giro. Mi stuzzicavano più che altro perché erano e sono un modo per cercare un’occasione, Anche se poi c’è il rischio di farsi travolgere, il rischio di arrivare in realtà a non fare il musicista. La mia fortuna vera è stata quella di trovare Piero Pelù, se non fosse stato per lui, tutto quello che pensavo sui Talent si sarebbe avverato… magari mi stravolgevano, non potevo cantare hard-rock… il fatto che mi abbiano permesso di poter fare le blind con un pezzo dei Led Zeppelin, avrebbe reso la vita difficile a tutti penso che se anche fossi capitato in un altra squadra la musica che avrei voluto fare era comunque questa. Diciamoi che “The Voice” mi è servito per suonare in giro. Nel senso, suonavo anche prima, ma nelle birrerie in giro per il nord italia, per poco o niente, discutendo e stando male comunque sempre in posti, dove non ci sono occasioni come quella di questa sera”.

• Il tuo singolo “fisico” non esiste, nel senso che non esiste il disco vero e proprio, ma solo un file scaricabile dalla rete. Come ti poni nei confronti della musica digitale?
“Stendiamo un velo pietoso su come ha lavorato “Universal” nei confronti di questo Talent. In fondo il motivo per cui chiunque cerca l’occasione del Talent è sempre lo stesso, che è difficile farsi notare e lavorare con la musica, per cui il talent di consente di avere subito un pubblico molto ampio e di poter fare qualche serata in più, però per lo stesso motivo, tutti speravamo che fosse la casa discografica a lavorare per cercare di fare qualcosa di concreto per questo ragazzi invece poi…”.

• Se ti proponessero di fare Sanremo?
“Ci sto pensando in questi giorni. Se potessi portare un brano che mi rappresenta in tutto per tutto, e non che sia un brano “per Sanremo” lo farei. Vincere non è importante, sarebbe solo una bellissima occasione per farsi ascoltare. Rimane comunque una vetrina molto sentita dagli italiani”.

• Giacomo, grazie per la chiacchierata, è stato piacevolissimo, ci vediamo questa sera per il concerto.
“Grazie a te, grazie a “Sassuolo2000”, saluto tutti quelli che leggeranno questa intervista, e vi invito a seguirmi su Facebook sulla pagina che gestisco direttamente io dove troverete le date di tutti i prossimi concerti”.

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