“Il Comune di Modena, d’ora innanzi, chiederà a tutte le associazioni con cui ha rapporti di carattere oneroso di presentare il proprio bilancio, anche se non gli spetta il compito del controllo. La situazione della Misericordia è molto complessa e, insieme agli altri attori, cercheremo di salvare il patrimonio del volontariato e di tutelare, per quello che potremo, i dipendenti”.

Lo ha detto Giuliana Urbelli, assessora alla Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza del Comune di Modena, rispondendo in Consiglio comunale nella seduta di oggi, giovedì 11 settembre, all’interrogazione trasformata in interpellanza di Simona Arletti (Pd), firmata anche dal capogruppo Paolo Trande, sul deficit della onlus Confraternita della Misericordia di Modena.

La consigliera ha chiesto informazione sui dipendenti, collaboratori e volontari dell’associazione, su quanti dipendenti non percepiscono stipendio e quanti non hanno visto il pagamento dei contributi pensionistici Inps e del Tfr nel periodo di gestione del Cie di Modena e Bologna. Arletti ha domandato a chi spetta la vigilanza sui conti dell’associazione ed evidenziando come il presidente Giovanardi avrebbe imputato le cause dell’esposizione alla malagestione della da parte della amministratrice e al ritardo nei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, ha chiesto se la Confraternita vanta crediti nei confronti del Comune o delle Aziende sanitarie. Infine, la consigliera ha domandato se, “in assenza di mancati o ritardati pagamenti, sia possibile stabilire quali cause abbiano prodotto la situazione debitoria configurabile, se confermata, come un vero e proprio fallimento gestionale, economico e finanziario”.

Urbelli ha confermato che “dalle informazioni assunte direttamente dalla Misericordia, l’associazione versa in uno stato di grave crisi economico-finanziaria, e dai verbali del Consiglio di amministrazione – ha proseguito – emergono dichiarazioni del presidente Daniele Giovanardi che afferma di essere stato all’oscuro delle difficoltà fino al provvedimento di sequestro dei propri beni in quanto rappresentante legale dell’associazione”.

L’assessora ha spiegato che i pagamenti da parte del Comune “sono stati regolari fino a quando i riscontri su i documenti fiscali e contributivi sono stati positivi, dopo maggio, invece, l’Amministrazione è stata costretta a interromperli viste le irregolarità. La cifra teorica dovuta al 31 luglio è pari a 23 mila euro. Lo stesso – ha aggiunto – vale per l’Ausl, che ha interrotto i pagamenti quando ha riscontrato l’irregolarità del Documento unico di regolarità contributiva. Il credito dell’associazione nei suoi confronti ammonta teoricamente a 52.700 euro”. Urbelli ha poi sottolineato che secondo l’associazione “gran parte della situazione deriva dalla onerosa ex gestione dei Cie di Bologna e Modena che, pur essendo materialmente eseguita dall’associazione modenese, era formalmente affidata all’Associazione Nazionale, soggetto che ha partecipato e vinto l’appalto con il Ministero. A parere dell’associazione – ha continuato – ha determinato costanti uscite di cassa e non costanza nelle entrate, fino alla successiva perdita dell’appalto e chiusura dei Cie, che avrebbe determinato la difficoltà in atto”.

I lavoratori della Confraternita sono nove, i volontari 60 e sei coloro che svolgono il servizio civile nazionale. “L’associazione – ha affermato – sta faticosamente ricostruendo le situazioni individuali dei dipendenti per ciò che riguarda arretrati di stipendio, assegni, e altro, in quanto non sembra esistere un sistema di registrazione degli anticipi versati per cui si affidava totalmente a un ente esterno. Non è inoltre in grado di quantificare le situazioni contributive e del Tfr dei dipendenti del Cie di Modena e di Bologna”. I dipendenti della Misericordia attraverso proprie organizzazioni sindacali hanno fatto azione rispetto al committente, “pertanto il Comune di Modena e l’Ausl, rispetto a quanto dovuto all’associazione Misericordia – ha aggiunto l’assessora – si sono resi disponibili, tenuto conto dei pronunciamenti Giudiziari e/o di indicazioni della direzione di Equitalia, a concordare una linea di comportamento non lesiva nei confronti dei creditori e che non comporti pregiudizio giuridico o economico per gli stessi enti”. Urbelli ha infine comunicato che, in via cautelativa, il Comune ha provveduto a rescindere la convenzione sulla base delle clausole presenti nella stessa.

Per il capogruppo Pd Paolo Trande “il quadro è ancora peggio del previsto: siamo davanti a una onlus prossima a una liquidazione in tribunale ed è frutto di un mix di insipienza, malagestione, incapacità e leggerezza. Spero che dietro non ci sia nient’altro. Le responsabilità sono altrettanto chiare: il presidente non può dire semplicemente che non lo sapeva”. Secondo Antonio Montanini di CambiaModena la questione non è chiara: “O c’è dolo o tanta superficialità e ingenuità – ha detto – e la responsabilità va agli amministratori perché è quasi impossibile apprendere solo quando vengono a pignorarti i beni che c’è una situazione di deficit del genere”. Marco Cugusi di Sel ha affermato: “Se l’Ente pubblico non riesce a controllare la qualità del lavoro e dei servizi svolti all’esterno deve smettere di appaltare, altrimenti si danno soldi ad associazioni che potrebbero rivelarsi imprese criminali. L’Amministrazione deve valutare bene se riesce a controllare, per assicurarsi che anche i pochi soldi che mette in gioco vengano spesi bene”.

L’interrogante Simona Arletti ha evidenziato che “si rischia di perdere una straordinaria risorsa di impegno civile ed è giusto non disperdere il patrimonio di volontariato. Se ci sono possibilità di recuperare queste risorse mettendole in rete con altre associazioni – ha aggiunto – chiediamo all’assessora di andare in questa direzione”.