Sei studenti, diversi docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria – DISMI di Reggio Emilia dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia tra i partecipanti ad un progetto pilota, coordinato dal CERN di Ginevra, che ha ufficialmente preso avvio nelle settimane scorse.

Si tratta di un corso “CBI – Challenge Based Innovation”, giunto alla seconda edizione, facente parte di programmi di educazione all’innovazione, attraverso il quale si intende portare la tecnologia sviluppata all’interno del CERN nella quotidianità.

Per raggiungere l’obiettivo, università e imprese sono chiamate ad affrontare e risolvere alcune delle principali sfide della società contemporanea sfruttando le tecnologie più avanzate e sviluppando idee innovative. Complessivamente corso vede impegnati 45 studenti e numerosi docenti e ricercatori di sei università: l’Aalto University (Finlandia), l’Istituto Europeo di Design (IED), (Spagna), l’ESADE Business School (Spagna), l’Universitat Politècnica de Catalunya (UPC) (Spagna), la Norwegian University of Science and Technology (Norvegia), la Swinburne University (Australia) e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, quale unico ateneo italiano partecipante al progetto.

Gli studenti reggiani coinvolti sono appena rientrati dal soggiorno di due settimane presso il CERN e ora alterneranno periodi di lavoro “a distanza” nel proprio paese con visite al CERN per approfondire l’interazione con i vari ricercatori e sfruttare il potenziale tecnologico messo a loro disposizione. Al termine dei sei mesi di lavoro dovranno presentere al CERN i loro prototipi finali.

Già nell’edizione scorsa gli studenti dei corsi di laurea in Ingegneria gestionale e Ingegneria meccatronica del DISMI si erano messi in mostra per aver raggiunto ottimi risultati in una sfida che prevedeva di abbinare lo sviluppo tecnologico digitale all’apprendimento delle persone affette da autismo.

“Siamo sempre molto contenti – dichiara il prof. Eugenio Dragoni, Direttore del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria dell’UNIMORE – di offrire ai nostri studenti queste opportunità di collaborazioni internazionali ad altissimo livello. Si tratta di occasioni uniche in cui poter sperimentare progetti di ricerca, dall’ideazione allo sviluppo del prototipo finale, in contesti interdisciplinari. Si tenga conto anche delle potenzialità che queste esperienze offrono al tessuto industriale e imprenditoriale del territorio che potrà avvalersi di bravi professionisti competitivi con il resto del mondo”.

Si tratta di un modello ispirato dalla metodologia del Design Thinking, basato su un approccio multidisciplinare di cui l’UNIMORE è un centro di eccellenza in Italia. Il team italiano quest’anno è formato da sei studenti, curiosi e motivati dai differenti background disciplinari, che vanno dalla fisica al design, all’informatica, coordinati dal dott. Matteo Vignoli, ricercatore presso il DISMI, affiancato dalla la dott.ssa Clio Dosi e dal dott. Francesco D’Onghia.

“E’ una grande opportunità – dichiara il dott. Matteo Vignoli, – poter lavorare all’interno di questo corso, con docenti di diverse discipline e con i ricercatori del CERN. Credo proprio di poter dire si tratti di uno dei più interessanti programmi di educazione all’innovazione per connettere le tecnologie sviluppate all’interno dei laboratori di ricerca più autorevoli del mondo con i bisogni quotidiani delle persone. Si tratta di un vero e proprio cambio di metodologie che rende gli studenti protagonisti del cambiamento con i docenti e i ricercatori”.

Da quest’anno è previsto anche il coinvolgimento attivo di Manutencoop Private Sector Solutions, società specializzata nella fornitura di servizi di facility management, che supporterà una delle sfide: migliorare il benessere delle persone negli ambienti di vita e di lavoro.