Sciopero del commercio sabato 1° Novembre proclamato dai sindacati Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl, Uiltucs/Uil di Modena contro la liberalizzazione degli orari commerciali che permette l’apertura anche nella festività di Ognissanti.
I sindacati modenesi, pur accogliendo favorevolmente la decisione di alcuni operatori commerciali della città di Modena di tenere chiuso i loro esercizi (nel rispetto dell’accordo di autoregolamentazione sottoscritto col comune di Modena nel 2012), prevedono che non ci sarà la chiusura generalizzata dei centri commerciali e dei negozi, sia in Città che nel resto della Provincia. Infatti, l’accordo di autoregolamentazione prevede l’adesione soltanto di alcuni operatori della Grande Distribuzione Organizzata (Coop, Conad, Sigma, Confcommercio, Cna, Licom e Confesercenti) e solo per la città di Modena. Quindi, anche a Modena, le insegne commerciali che non hanno mai condiviso la regolamentazione delle chiusure potrebbero rimanere aperte, e comunque tutte potranno tenere aperto in provincia.

Lo sciopero  del 1° Novembre (così come quelli del 25 e 26 Dicembre 2014 e del 1° Gennaio 2015)  resta necessario come battaglia di civiltà a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio che  devono combattere costantemente con le turnazioni su nastri orari 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno.
Lo sciopero resta per ribadire che la dignità del lavoro non può essere calpestata da esclusive logiche di mercato.
Lo sciopero resta per opporsi a tutti quegli operatori commerciali che, contrariamente a quanto sottoscritto dalle loro Associazioni,  continueranno ad aprire.

Se si contano i marchi che hanno sottoscritto l’accordo col Comune di Modena (Coop, Conad, Sigma, Confcommercio, Cna, Licom e Confesercenti), rispetto a quelli presenti su tutta la provincia,  si può capire che il numero di lavoratrici e lavoratori coinvolti da possibili aperture il 1° Novembre resta  alto.
Pertanto, Filcams-Fisascat-Uiltucs hanno chiesto un incontro urgente a tutti i Sindaci e al Presidente della Provincia per estendere su tutto il territorio provinciale il rispetto della chiusura nelle festività civili e religiose. Un incontro per definire regolamentazioni territoriali che vedano il coinvolgimento anche dei sindacati dei lavoratori, perché la riproposizione tout-court dell’accordo di autoregolamentazione delle aperture di Modena non può rappresentare un’equa soluzione al problema, in quanto impegna solo qualche operatore commerciale e nella sola città di Modena.

I Sindacati pensano inoltre che il sindaco Muzzarelli, nel ruolo di presidente della Provincia, possa allargare il perimetro della discussione e degli interlocutori, recuperando l’esclusione dei rappresentanti dei lavoratori registrata nell’incontro del 13 ottobre a Modena.
Un tavolo provinciale urgente che affronti i disastri portati dalla liberalizzazione degli orari alla vita di migliaia di lavoratrici e lavoratori ed alle loro famiglie, che verifichi dove sono finite le migliaia di nuovi posti di lavoro annunciati, che  ricerchi soluzioni equilibrate per un commercio che faccia convivere servizi, sviluppo, crescita e corretta concorrenza in una dimensione meno frenetica, più umana, più rispettosa delle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori. Sostenere questi obiettivi significa anche rispettare e valorizzare il significato e il valore sociale delle festività.