Brunetto-SalvaraniMartedì 18 novembre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena (via San Carlo, 5 ) le lezioni del ciclo dedicato al tema Ospite, ideato dal Centro Studi Religiosi. Brunetto Salvarani presenta la conferenza dal titolo La Stranieri e pellegrini nel mondo. L’esperienza dell’accoglienza in Francesco d’Assisi.

Salvarani è professore di Teologia della missione e del dialogo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna di Bologna. Già titolare di incarichi istituzionali pubblici nel settore delle politiche culturali, è tra i fondatori della rivista «QOL», dirige «CEM mondialità» ed è membro del comitato editoriale del programma «Protestantesimo» (Rai 2). Impegnato nel dialogo ecumenico e studioso di teologia narrativa, si è occupato di non-violenza, del dialogo interreligioso e di interculturalità. Ha recentemente curato l’edizione degli scritti di Francesco d’Assisi, Guardate l’umiltà di Dio (Milano 2014), e pubblicato: Bibbia, cultura, scuola (Torino-Bologna 2011); Il dialogo è finito? (Bologna 2011); Il fattore R. Le religioni alla prova della globalizzazione (Bologna 2012); La fragilità di Dio. Contrappunti teologici sul terremoto (a cura di, Bologna 2013); Non possiamo non dirci ecumenici (San Pietro in Cariano 2014).

Riandare a una figura come quella di Francesco d’Assisi può essere di stimolo illuminante per  uscire dalle problematiche del contingente, ma d’altra parte inevitabilmente conduce la riflessione su temi quanto mai legati alla situazione storica in cui ci troviamo a vivere, con le migrazioni dei derelitti che conquistano, purtroppo, le attenzioni della cronaca quasi quotidianamente.

In esame viene preso il Testamento di Francesco, un documento di fortissimo impatto emotivo, dove rivela come ci sia stato l’incontro fisico con i lebbrosi all’origine della sua conversione. Quindi né i sogni o le preghiere, e neppure l’eventuale imitazione di un gigante della mistica, bensì l’incrociare sulla strada, dei poveri cristi afflitti da un’inesorabile malattia che la Torah considerava un castigo di Dio per determinati peccati. Poveretti che dovevano vivere al di fuori delle comunità, scacciati e allontanati, poveri fra i poveri, ripugnanti esseri dimenticati da Dio e dagli uomini.

Il percorso descritto nel Testamento – spiega Salvarani –  non segue le canoniche regole dell’agiografia, a partire dalle quali sarebbe stato più opportuno porre in primo piano il cambiamento spirituale, e solo dopo farlo seguire dal gesto di carità nei confronti del prossimo. Se nei codici religiosi della sua epoca il valore evangelico della povertà era in genere tradotto nel modello dei monaci benedettini, egli decide consapevolmente di rifiutarlo per abbracciare direttamente l’esempio dato da Gesù. Non si tratta pertanto di porsi accanto ai poveri e ai lebbrosi, e neppure di interpretare religiosamente l’esperienza della povertà, ma di far propria la miseranda esistenza quotidiana del povero, dello sradicato e del lebbroso nelle modalità da lui conosciute nel quadro della comunità civile affluente dell’Assisi del suo tempo.

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni gode dell’accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (DM 18 luglio 2005).