virginio-merola-5La Corte dei Conti dell’Emilia-Romagna condanna il sindaco di Bologna Virginio Merola, i componenti della Giunta e due dirigenti comunali al pagamento di un danno erariale di 30 mila euro. La decisione riguarda l’incarico da capo di gabinetto del Comune ad un dirigente privo di laurea, Marco Lombardelli, che fu costretto a dimettersi a dicembre 2012 in seguito alle polemiche per la mancanza del titolo di studio. La Procura contabile aveva contestato un danno di 45mila euro.

“La  Corte  dei conti ha riconosciuto che il Sindaco Merola poteva designare Marco  Lombardelli  Capo di Gabinetto, anche se sprovvisto di uno specifico titolo di studio. Con  decisione depositata il 18 novembre, la Sezione giurisdizionale Emilia Romagna smentisce un punto essenziale della tesi accusatoria della Procura regionale”- precisa una nota l’Amministrazione Comunale.

“La  sentenza spiega che la scelta del personale di staff si basa su criteri fiduciari. Nella  sentenza  si  legge:  “si ritiene che il Sindaco possa esercitare la scelta  degli  organi  di  staff  con  estrema  libertà  per quanto attiene all’identificazione dei soggetti prescelti che, ovviamente, devono in primo luogo  avere  la  fiducia  dell’organo di vertice ma sui quali non sussiste alcun  requisito  ostativo in merito all’iter formativo dei selezionati. Ed ancora:  la  procedura  per  la  nomina  del responsabile del Gabinetto del Sindaco  deve avvenire secondo quanto disciplina l’art. 90 e non l’art. 110 Tuel, proprio per la fiduciarietà insita nell’incarico e che quindi non sia affatto necessario che il prescelto abbia uno specifico titolo di studio”.

Questi  criteri  sono  pienamente giustificati dalle specifiche funzioni di collaborazione  diretta attribuite a detto personale, il cui incarico scade al termine del mandato del Sindaco.

La  Corte  riconosce inoltre che Lombardelli ha effettivamente espletato le funzioni  di Capo di Gabinetto, con obiettiva utilità per il Comune. Ma non ritiene  convincente  l’iter  formale  seguito per l’inquadramento e per il riconoscimento  economico  al  Capo  di  Gabinetto, anche se legittimamente nominato.  Per  tale  ragione  quantifica  un complessivo danno erariale di 30.000  euro  rivalutazione  monetaria  compresa  (ripartito  tra  Sindaco, componenti  della  Giunta  e  due  funzionari  che  hanno dato il parere di regolarità),   cifra   ridimensionata   rispetto   ai   45.000  euro,  più rivalutazione monetaria, contestati dalla Procura regionale”.

“Il  Sindaco e la Giunta confidano che gli ulteriori approfondimenti in sede di  appello – conclude la nota  – consentiranno  di  chiarire  pienamente  anche  tale  ultima questione”.