Particolari_scavoMette in scena, attraverso ricostruzioni e modalità evocative e interattive, l’essenzialità di ciò che ci rimane di uomini e donne di oltre 3mila anni fa, facendoli uscire dall’anonimato grazie ai risultati di scavi e ricerche innovative, e restituendoci, se non la storia dei singoli, l’organizzazione della comunità delle Terramare. La mostra “Le urne dei forti” – a cura di Andrea Cardarelli, docente di Preistoria e Protostoria all’Università Sapienza di Roma e di Cristiana Zanasi, curatrice del Museo civico archeologico – inaugura a Palazzo dei Musei di Modena domenica 14 dicembre alle 17.

Il sepolcreto di Casinalbo fu individuato alla fine dall’800 a circa 200 metri da uno di quegli abitati dell’età del bronzo, noti come “terramare”, che a partire dal 1650 a.C. occuparono in modo capillare la pianura padana centrale.

I nuovi scavi hanno consentito di indagare circa un quinto dell’estensione presunta dell’intera necropoli, 12.000 mq, e di recuperare oltre 600 tombe, costituite da pozzetti entro cui erano sistemate le urne cinerarie con i resti dei defunti.

Nel settore interessato dagli scavi sono stati individuati sentieri che isolavano nuclei di sepolture e aree dove si svolgevano rituali precedenti e successivi al rogo funebre. Questi ultimi, ricostruiti grazie alle evidenze archeologiche, richiamano con forza quelli che Omero descrive nell’Iliade raccontando i funerali di Patroclo e quelli di Ettore.

Le ricerche archeologiche e antropologiche hanno, inoltre, consentito di recuperare informazioni sull’assetto demografico, l’organizzazione della società, le condizioni di vita dei suoi abitanti.

Nella mostra “Le urne dei forti” la necropoli sarà di fatto “messa in scena”, cioè presentata al pubblico attraverso una ricostruzione che conduce il visitatore a percorrere un sentiero dell’area sepolcrale e ad assistere alle cerimonie con cui la comunità affidava il defunto al mondo ultraterreno. Le ricostruzioni, i filmati appositamente realizzati e le voci che nell’oscurità richiamano i versi dell’Iliade, creano una dimensione fortemente evocativa. Intorno a questa sezione poi, è allestito un percorso espositivo ricco di immagini, testi, strumenti multimediali e reperti provenienti da Casinalbo, ma anche da altre necropoli e contesti dell’età del bronzo dell’Emilia Romagna, del Veneto e del Piemonte.

La mostra, realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, e con la collaborazione delle Soprintendenze per i Beni Archeologici di Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte e della Soprintendenza ai Beni Storici Artistici di Modena, è curata da Andrea Cardarelli, professore di Preistoria e Protostoria all’Università Sapienza di Roma e da Cristiana Zanasi, curatrice del Museo Civico Archeologico Etnologico.

La mostra è affiancata dall’edizione scientifica della ricerca diretta da Andrea Cardarelli, con la collaborazione di Gianluca Pellacani e il contributo di vari autori del Museo Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma e delle Università di Modena e Reggio Emilia e del Salento.