Motti-ok-2014In Italia il 3% dei consumi energetici, quelli di oltre un milione e mezzo di persone, è imputabile agli sprechi alimentari: ovvero grandi quantità di energia usate per produrre e distribuire prodotti che poi non vengono consumati, e altra energia impiegata per smaltire il cibo diventato scarto e rifiuti.

Il calcolo è stato elaborato nell’ambito del progetto “Un anno contro lo spreco” che Last Minute Market, spin off della Facoltà di Agraria di Bologna, organizza in sinergia con la Commissione Agricoltura del Parlamento europeo: il progetto, sostenuto da Unicredit, ha ottenuto fra l’altro la proclamazione del 2014 come Anno europeo contro gli sprechi alimentari.

Fra i più decisi sostenitori di interventi contro lo spreco alimentare è l’onorevole  Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti, che di recente ha proposto in Parlamento di assumere provvedimenti capaci di modificare le abitudini dei consumatori: «Ci sono accorgimenti che potrebbero avere effetti immediati, come la doppia etichettatura: una data sino a quando il prodotto può essere venduto e l’altra entro quando può essere consumato – afferma Motti – Ma è necessaria una presa di coscienza collettiva per indebolire il valore commerciale dell’apparenza e della quantità di cibo: ogni anno i consumatori dei paesi più ricchi buttano via quasi la stessa quantità di cibo (222 milioni di tonnellate) dell’intera produzione alimentare netta dell’Africa sub-sahariana, che ammontano 230 milioni di tonnellate. Sempre ogni anno le famiglie europee sprecano 89 milioni di tonnellate di cibo, mentre 79 milioni di cittadini Ue vivono sotto la soglia di povertà. È una sfida difficile, ma l’Unione europea può farcela come è riuscita in passato con politiche di impatto sociale molto forte, quali divieto di fumare negli ambienti pubblici».