La Cgil Emilia Romagna considera gravissima la scelta fatta dal Governo di non prevedere alcun finanziamento per i contratti di solidarietà di tipo B, quei contratti cioè che riguardano le imprese con meno di 15 dipendenti o che non rientrano nel campo di applicazione della cassa integrazione straordinaria.

La Cgil considera altrettanto grave la scelta di non prevedere finanziamenti per mantenere il trattamento integrativo dei lavoratori coinvolti da contratti di solidarietà di tipo A al di sopra del 60%, così come era stato nei precedenti anni di crisi.

Il contratto di solidarietà prevede la riduzione dell’orario di lavoro per affrontare situazioni di crisi ed evitare il licenziamento dei lavoratori, con il sostegno di una integrazione salariale: ridurla o eliminarla significa diminuire o cancellare la possibilità di utilizzare uno strumento contrattuale che come Cgil abbiamo sempre considerato prioritario e da privilegiare rispetto ad altri.

Significa inoltre diminuire tutele per i lavoratori e le lavoratrici in un contesto di crisi che non accenna a diminuire.

Con il Jobs Act si definiscono regole per licenziare con maggiore facilità i nuovi assunti e contemporaneamente si peggiorano le condizioni di chi già lavora: non finanziare i contratti di solidarietà significa cacciare in strada migliaia di lavoratrici e lavoratori.

Il nostro obiettivo è di ottenere un sistema universale per il sostegno al reddito in situazioni di crisi, ma fino a quel momento la Cgil Emilia Romagna chiede che tutti gli strumenti esistenti siano finanziati e mantenuti in essere per non perdere altri posti di lavoro.

(Cgil Emilia Romagna)