euro-denaroModena è una città manifatturiera; quante volte ce lo siamo detti? quante volte ci è stato ripetuto che al centro e al fondo del nostro benessere ci sono le piccole e medie imprese che dai Torrazzi alla Bassa, da Sassuolo agli Appennini lavorano producono e innovano?

Quel che è certo è che l’aumento dei costi, siano essi imposte o tariffe, non favorisce certo le Pmi. Ci troviamo in una situazione estremamente delicata, che vede il contemporaneo verificarsi di alcuni fenomeni macroeconomici, non casuali, come il calo dei tassi d’interesse, la deflazione, e quindi il ribasso o per lo meno la stabilità dei prezzi delle materie prime e fra queste in particolare il petrolio, la diminuzione del valore dell’Euro sul mercato dei cambi.

In questo quadro, l’aumento delle imposte e delle tariffe, su famiglie e imprese, non può che rappresentare una ulteriore zavorra per le aziende che cercano di cogliere i barlumi di ripresa che qua e là si presentano. E se c’è chi non paga, far pagare di più alla massa degli onesti sembra un metodo tanto sperimentato, anche a livello nazionale, quanto profondamente ingiusto.

Ricordiamo al Sindaco e alla Giunta ciò che sostenemmo nel “tavolo” costituito presso il Comune, e che fu condiviso dall’Amministrazione, e cioè la necessità di utilizzare anche la leva delle imposte per andare in quella direzione. Comprendiamo che la coperta è stretta, ma non vorremmo che a rimanere scoperte siano ancora una volta le piccole e medie aziende di Modena e provincia.

Leggiamo che il Sindaco ha voluto ieri richiamare la volontà della Giunta di utilizzare i fondi allo scopo di rendere più bella e accogliente la città, proposito certamente condivisibile, ma continuiamo a pensare che ridipingere la facciata non sia prioritario quanto rafforzare la struttura, e la struttura sono e restano le imprese.

Per sostenere tale rafforzamento, le nostre Pmi hanno sempre sostenuto la necessità di avere nelle banche un partner che riesca a valutare i progetti e non soltanto un robot che stila indici e statistiche. Elemento indispensabile affinché ciò sia garantito, è che la banca sia “vicina” all’impresa, che “respiri la stessa aria”, che ne conosca storia e uomini.

Non spaventa quindi l’eventualità di lavorare con istituti di grandi dimensioni; abbiamo infatti esempi assolutamente positivi di grandi banche molto vicine al territorio. La tendenza è in questa direzione, e anche nel corso di uno degli incontri organizzati nell’ambito della “Settimana della Pmi” nel dicembre scorso, erano state formulate previsioni di ciò che ora si sta palesando. Preoccupa semmai l’eventualità che la mutata morfologia del sistema bancario corrisponda a una volontà di concentrare anche i flussi di credito, a danno delle economie come la nostra. Su questo pericolo occorrerà vigilare.

 

(Giovanni Gorzanelli, Presidente Apmi Confimi Impresa Modena)