3Motti-2014-okSe siete terroristi e criminali in fuga dall’Italia o da un paese europeo verso un altro paese dell’Unione sappiate che adesso possono acciuffarvi ancora più facilmente. Infatti il Parlamento europeo ha approvato in commissione Giustizia e Libertà un rapporto secondo il quale la collaborazione tra i servizi di polizia dei 27 paesi membri risulterà ancora più stretta. 

In particolare le richieste di perquisizioni o di interrogatori di testimoni saranno agevolate e le nuove norme stabiliranno anche nuovi tempi massimi per la raccolta delle prove, limitandone i motivi di rifiuto.

Vita dura quindi per chi si occupa di corruzione, traffico di droga e criminalità organizzata. Il principio base della nuova normativa è quello di facilitare la raccolta di prove in tutti i paesi Ue, durante un’inchiesta penale. Se, per esempio, la polizia italiana sta dando la caccia a dei criminali che si nascondono in Germania, potrà chiedere ai colleghi della polizia tedesca di effettuare una perquisizione o di interrogare dei testimoni. In realtà questo genere di operazioni è già possibile, ma sono regolate da una serie di regolamenti e norme che risalgono a più di 50 anni fa e che spesso sono la causa di ritardi ingiustificati e di problemi amministrativi.

Gli unici motivi per poter rifiutare di collaborare in un’inchiesta penale saranno se tale inchiesta causasse pregiudizio alla sicurezza nazionale, oppure se violasse delle immunità o non fosse autorizzata dalla legge dello Stato di cui è richiesta la collaborazione.

Gli europarlamentari affermano poi che una domanda di inchiesta europea potrebbe essere rifiutata nel caso si scontri contro un diritto fondamentale o contraddica un principio costituzionale.

Uno stato membro avrà a disposizione 30 giorni per decidere se accettare o no una richiesta di inchiesta europea e, nel caso accetti, 90 giorni per radunare tutte le prove. Questi limiti temporali sono stati dati per evitare che si accumulino ritardi ingiustificati, come è accaduto finora.

«La collaborazione in materia di inchiesta penale mi sembra fondamentale se vogliamo realmente realizzare una cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale, così come previsto dai Trattati. E’ vero che regole già ce ne sono, ma sono obsolete e non mirano a facilitare le indagini, per questo ben venga la nuova normativa recentemente approvata in Commissione Libe», sostiene l’onorevole Tiziano Motti, eurodeputato della settima legislatura e presidente di Europa dei Diritti.