Mercato del lavoro ultraflessibile in Caprari, azienda metalmeccanica di circa 350 lavoratori nei due stabilimenti di Modena e Rubiera, che produce pompe idrauliche destinate anche ai mercati esteri emergenti.
L’azienda sta infatti utilizzando, in modo a dir poco spregiudicato, il lavoro in somministrazione, anche in violazione di norme.
Lo scorso autunno-inverno l’azienda ha infatti aperto una procedura di mobilità adducendo difficoltà di mercato e calo di fatturato, in particolare in paesi quali Iran e Iraq dove detiene quote di mercato rilevanti. Con l’accordo sindacale sono usciti in mobilità volontaria incentivata 23 lavoratori, in gran parte impiegati e con le maggiori anzianità di servizio.
Entro l’estate, l’azienda aveva poi terminato tutti i contratti di somministrazione in essere, lasciando a casa 13 lavoratori che aveva impiegato per due anni, non riconfermandone nessuno.
Oggi a distanza di pochi mesi, l’azienda sta nuovamente impiegando quasi 30 lavoratori somministrati, alcuni dei quali già precedentemente utilizzati e non stabilizzati a suo tempo, dando l’impressione di aver strumentalizzato la mobilità “alleggerendosi” così dei lavoratori più anziani.
Nell’accordo di dicembre 2014 sulla mobilità volontaria, l’azienda si era impegnata ad assumere almeno 5 somministrati, qualora ne fossero usciti volontariamente almeno 25. E’ vero che le uscite volontarie sono state solo 23 nell’ambito della procedura, ma oggi, a distanza di solo un mese, la Fiom/Cgil denuncia nuovamente l’impiego di un notevole numero di somministrati che vanno a sostituire in gran parte i lavoratori usciti in mobilità volontaria. Lavoratori che per anzianità maturata rappresentavano certamente un costo maggiore degli attuali somministrati, che costano meno e hanno anche minori tutele. Un’operazione che finalizzata unicamente a sgravarsi di costi, ma che al tempo stesso ha portato anche ad un impoverimento delle professionalità all’interno dell’azienda.

Inoltre, almeno per un lavoratore G. V. sono state violate le regole contrattuali e legislative del lavoro somministrato, visto che è stato utilizzato in più mansioni e per oltre 36 mesi. La Fiom/Cgil, ha perciò avviato una pratica legale – finanziata con una sottoscrizione di operai e impiegati – per tutelare il lavoratore e chiederne la stabilizzazione. Il ricorso al giudice del Lavoro sta per arrivare a sentenza nei prossimi giorni. Stranamente, il lavoratore si sta rivolgendo da settimane alle agenzie di lavoro modenesi ricevendo continui rifiuti, che fanno sorgere più di un dubbio.

La Fiom/Cgil e i lavoratori di Caprari, in vista del rinnovo del contratto aziendale che ci si appresta a discutere, chiedono perciò di confermare le buone relazioni sindacali tenute in tanti anni e di prevedere la stabilizzazione di una parte importante dei 30 somministrati per dare attuazione agli impegni precedenti e garantire nei prossimi mesi un’occupazione stabile e qualificata per le esigenze produttive dell’azienda, che proprio in queste settimane sta facendo ricorso anche al lavoro straordinario.