ospedale-sassuolo_20Sarà il giudice del lavoro a stabilire se i dipendenti Ausl che lavorano all’ospedale di Sassuolo possono rivotare alle elezioni per le rsu, in programma a maggio. Lo stesso giudice dovrà pronunciarsi anche sull’accusa di comportamento antisindacale rivolta al Nuovo Ospedale di Sassuolo spa da Cisl Funzione pubblica, Uil-Fpl, Nursind e Fials. Non si placa, dunque, la polemica sul “doppio voto” che la Cgil pretende per i “comandati”, cioè i 190 dipendenti Ausl distaccati presso l’ospedale di Sassuolo che hanno già votato alle elezioni per il rinnovo delle rsu del pubblico impiego, svoltesi il 3-4-5 marzo in tutta Italia. «Probabilmente la Cgil, sconfitta alle recenti elezioni nella sanità pubblica modenese, ha in mente un nuovo tipo di democrazia che ancora in Italia non è stato sperimentato: il voto doppio per i suoi iscritti – affermano ironicamente Cisl Fp, Uil-Fpl, Nursind e Fials – Purtroppo la forma giuridica dell’ospedale di Sassuolo (una spa mista pubblico-privata a maggioranza pubblica) non aiuta a individuare il soggetto super partes in grado di dire una parola definitiva sulla faccenda. La spa si è ben guardata dal chiedere un parere all’Aran (l’agenzia governativa che conduce le trattative sindacali nella pubblica amministrazione) e la stessa Ausl di Modena, socio di maggioranza, preferisce non esprimersi nonostante sia in ballo una questione delicata di democrazia e rappresentatività sindacale». Quanto alla trasparenza e correttezza vantate dal Nuovo Ospedale di Sassuolo spa nella replica dei giorni scorsi, i sindacati si limitano a evidenziare che l’accordo sulle modalità di elezione delle rsu è stato firmato solo con la Cgil e che la petizione citata dalla direzione aziendale a sostegno dell’accordo contiene firme non autenticate da alcun pubblico ufficiale e, pertanto, non verificabili. «L’ospedale rischia di creare discriminazioni tra i lavoratori: da una parte i “comandati” che, chissà perché, possono votare due volte nel giro di poche settimane, dall’altra i dipendenti di parte privata che, pur operando al fianco dei colleghi pubblici, sono trattati di fatto come professionisti di serie B. Spiace che questa querelle distolga l’attenzione dai problemi organizzativi dell’ospedale di Sassuolo che affliggono non solo i lavoratori, ma anche i cittadini. A meno che il vero obiettivo – concludono Cisl Funzione pubblica, Uil-Fpl, Nursind e Fials – non sia proprio l’elezione di una rsu accomodante che non disturbi troppo il manovratore».