“Care cittadine e cari cittadini, autorità civili e militari,

70  anni,  che  festeggiamo insieme, un avvenimento fondamentale nella vita civile  e  democratica  del nostro popolo. Grazie ai caduti partigiani e al sacrificio  delle  loro  giovani  vite,  al  sacrificio  delle  rinnovate e ricostruite  Forze  armate  che seppero scegliere la parte giusta in quella lotta  contro  il  nazifascismo,  noi oggi siamo qui per potere considerare come  stiamo  usando  la  nostra libertà. Per potere considerare se abbiamo onorato  fino  in  fondo questi caduti partigiani e se stiamo continuando a tenere  vivi  nella  nostra  vita civile, sociale e politica quei valori di libertà,  eguaglianza  e  fratellanza  che  ci  hanno  donato  con  il loro sacrificio, con il sacrificio delle loro vite.

Abbiamo  costruito  un percorso per questo 70°, abbiamo cominciato con Irma Bandiera,  abbiamo  detto  che  70  anni  dopo  è  ancora aperto il tema di riconoscere i diritti sociali e civili delle donne e di andare avanti sulla strada dell’emancipazione, che oggi viene messa in discussione per la crisi e  per la disoccupazione. Ci siamo detti che abbiamo un impegno da assumere perché  i partigiani ce l’hanno insegnato, noi l’abbiamo imparato e oggi lo facciamo  vivere  qua  insieme,  ricordare  non  significa  solo  una  cosa importantissima,  cioè tenere nel cuore, avere a cuore il ricordo di quelle persone  e  dei loro sacrifici, ricordare significa esercitare la memoria e assumere  un  impegno  perché nella nostra vita quotidiana quel ricordo non sia tradito e non sia negato.

Abbiamo  fatto  insieme  una bellissima celebrazione di questo 70°, abbiamo ricordato  persone che erano qui appena un anno fa e che ci hanno lasciato, abbiamo  ricordato  tutti  i  sacrifici  e  come  questa  nostra  città sia punteggiata attraverso tante lapidi e tanti luoghi dal ricordo di battaglie e  di  fucilazioni  e  di  torture,  ma  tutto  questo  dolore  noi oggi lo festeggiamo  perché  questo  dolore  ci ha dato la possibilità di vivere 70 anni in pace e di vivere per costruire una comunità nuova, unità, che crede nei  valori  dell’Europa, che crede che l’unità europea è il fondamento del nostro futuro.

Ringrazio  i  partigiani  presenti,  ringrazio  Romagnoli,  ringrazio Mario Anderlini,  99  anni,  lo  ricordo  per tutti gli altri. Mario Anderlini fu condannato  a morte, gli misero una taglia sopra di un milione di lire e di un  chilo di sale. Mario Anderlini è qui, la storia ha dato ragione a Mario Anderlini,  non  c’è  possibilità  di  riscrivere  quella  storia,  non c’è possibilità  di  sminuire  il  contributo dei partigiani alla ricostruzione civile nazionale del nostro Paese.

Oggi è la giornata con cui ci lasciamo dicendoci ora, a 70 anni di distanza da quel momento, quali sono i nostri impegno per domani, quali sono le cose che  terremo  ne cuore, ma che cercheremo di mettere in pratica. Dobbiamo a questi  caduti  un  impegno,  l’impegno che nella difficilissima situazione della  democrazia  nel mondo, in quanto sta avvenendo, noi non permetteremo il ritorno del totalitarismo, non permetteremo il ritorno del razzismo, non permetteremo  il  ritorno  della  xenofobia, non permetteremo che le nostre città  a  cominciare  da  Bologna  diventino città chiuse, città che vedono negli altri un nemico, un avversario. Noi non possiamo permettere questo ed è  su  questo  che siamo chiamati a un impegno, perché grazie ai partigiani noi  lo  possiamo  fare  nella  pace,  con  la  non  violenza, con le leggi democratiche  della nostra Repubblica. Ma lo possiamo fare se ognuno di noi fa  la  sua  parte e prende parte contro la xenofobia, il razzismo e contro una  destra infame che gioca sulla pelle della gente e sulla loro paura per metterci l’uno contro gli altri.

Questo  è  l’impegno  che  Bologna Città Medaglia d’Oro al valor militare e soprattutto  al  valor  civile ha da assumere, ringraziando queste persone, rendendogli onore con i fatti, che assicureranno il futuro di questa città.

Perché qui oggi noi dobbiamo anche rinnovare l’impegno a rispettare fino in fondo  l’unica  cosa  che  c’è  scritta  nel simbolo del Comune di Bologna:

libertà, libertà responsabile, perché non c’è libertà senza responsabilità, fratellanza  e  solidarietà  verso  l’altro.  Viva  i  partigiani,  viva la Repubblica,  viva  l’Europa unita e avanti insieme per il futuro del nostro Pese e della nostra meravigliosa città”.