Sciopero per l’intera giornata alla Goldoni Spa di Migliarina di Carpi, venerdì 3 luglio con presidio davanti cancelli (via Canale 3) a partire dalle ore 7.30 sino alle 12.30, a causa dei mancati pagamenti degli stipendi di aprile, maggio e giugno.
Come una doccia fredda, la Direzione aziendale ha infatti comunicato alla Fiom-Cgil e alla Rsu nell’ultimo incontro di lunedì 29 giugno in Confindustria a Modena, che il giorno 30 giugno avrebbe depositato domanda di concordato con continuità presso il Tribunale di Modena, che porterà al “congelamento” di tutte le retribuzioni spettanti.

“Sperando che la scelta del concordato possa permettere all’azienda di superare il grave momento in cui versa e salvare tutti posti di lavoro – afferma Antonio Petrillo della Fiom/Cgil di Carpi – siamo comunque critici nei confronti della Direzione aziendale per le promesse fatte e non mantenute circa il pagamento di quanto dovuto prima della presentazione di domanda di concordato”.

Negli ultimi anni, la Fiom/Cgil unitamente alla Rsu ha cercato di modificare l’atteggiamento passivo tenuto dalla Goldoni Spa con iniziative sindacali, “chiedendo piani industriali ed investimenti per poter avere un rinnovamento organizzativo e tecnologico che permettesse di superare la crisi e ritornare alla piena occupazione” continua il sindacalista della Fiom/Cgil.
“A causa dei mancati investimenti e delle scelte non fatte da parte della Goldoni – aggiunge Petrillo – non è stato possibile evitare un altro tipo di conclusione della vicenda, anzi dopo aver utilizzato ammortizzatori sociali per evitare perdite di occupazione, oggi ci troviamo ad interrogarci su quale futuro ci aspetta e sulla difficile condizione finanziaria in cui versa l’azienda”.

I lavoratori unitamente alla Rsu e alla Fiom Cgil metteranno in campo, come già fatto in passato, tutte le iniziative necessarie affinché la Goldoni riprenda ad essere un’azienda leader nel settore delle macchine agricole, mantenendo tutti i livelli occupazionali, “perché – continua Petrillo – non devono essere i 300 lavoratori a pagare per le irresponsabilità dell’impresa”.