infanzia_ph_Tassoni“Valutata anche la durata pluriennale del contratto di convenzione, prevedendo un limite di età non superiore ai 60 anni per gli educatori e i coordinatori pedagogici dei nidi, abbiamo inteso promuovere una maggior qualità della prestazione. Abbiamo infatti ritenuto preferibile, in un servizio educativo di tipo continuativo rivolto a bambini molto piccoli, non accentuare eccessivamente il divario in termini di età fra il bambino e la figura di riferimento”. Lo ha detto l’assessore alla Scuola Gianpietro Cavazza durante la seduta del Consiglio comunale di lunedì 27 luglio, rispondendo all’interrogazione, trasformata in interpellanza, di Luigia Santoro del Ncd.

La consigliera aveva chiesto se, “vista l’incostituzionalità del requisito dell’età non superiore ai 60 anni presente nel bando, non si ritenga opportuna una sospensione in autotutela dello stesso e la pubblicazione di un nuovo bando con i requisiti di legge”. In particolare la consigliera ha sottolineato che la titolare del nido “Il grillo parlante” compie 61 anni e, pur potendo mantenere il ruolo di direttrice, aderendo alla convenzione si troverebbe costretta ad assumere una nuova educatrice, “un costo troppo oneroso data l’assistenza a soli 11 bambini. Per questo ha deciso di non convenzionarsi pur continuando a lavorare privatamente in nome di un’autorizzazione appena rinnovata fino al 2022”.

Nella sua risposta l’assessore Cavazza ha spiegato che i requisiti erano stati codificati nel bando in modo trasparente ed erano conoscibili fin dall’avvio della procedura di gara. La titolare del “Grillo parlante” ha regolarmente presentato la sua offerta nei termini del bando e solo successivamente, a fronte di altre irregolarità evidenziate dal seggio di gara, ha deciso di non dare corso alla propria candidatura, di fatto autoescludendosi dalla gara. “Per questi motivi – ha sottolineato Cavazza – non ravvisiamo elementi tali da indurre una sospensione del procedimento di affidamento”. Rispondendo a un’ulteriore domanda contenuta nell’interrogazione, l’assessore ha specificato che “nei servizi di nido comunali non ci sono coordinatori pedagogici di età superiore ai 60 anni. Ci sono invece quattro educatrici di ruolo ultrasessantenni, assunte da parecchio tempo, due delle quali andranno in pensione entro la fine del 2015”. Sempre su richiesta della consigliera Santoro, l’assessore ha inoltre riferito che sono state 40 le famiglie modenesi che tra le loro preferenze avevano inserito il nido “Grillo parlante” (su un totale di 1.061 domande di iscrizione valide) e che il nido “Baloo”, presentato alle famiglie come nuova struttura convenzionata e per il quale hanno espresso una preferenza 44 famiglie, è gestito da un’associazione temporanea di imprese formata dalla cooperativa sociale Serv.Int e dalla ditta I Folletti Snc.

Aprendo il dibattito, Elisabetta Scardozzi (M5s) ha evidenziato la “crescente precarizzazione e l’abbassamento qualitativo del lavoro” affermando che “è necessario ripensare il servizio insieme alle famiglie, per individuare le necessità emergenti, e riflettere sul ruolo che un over 60 deve avere per l’Amministrazione”.

Giuseppe Pellacani (Forza Italia) ha definito “manifestamente illegittimo e inopportuno il limite dei 60 anni previsto nel bando. Un limite che va in controtendenza con i divieti di discriminazione per l’età in vigore da almeno 15 anni, sia a livello europeo che nazionale, e che diventa surreale in relazione all’innalzamento progressivo dell’età pensionabile”.

Nella replica, la consigliera Santoro si è dichiarata non soddisfatta, affermando che “mentre si cerca di discriminare i privati, si agevolano le cooperative. Sarebbe stato meglio riconoscere l’errore e valutare come risolverlo”.