Bologna CieI sindacati intervengono nel dibattito scoppiato la scorsa settimana sulla chiusura del Cie di Bologna. “La chiusura dei Cie di Bologna, come quella del Cie di Modena, è stata il frutto di una battaglia condivisa per la civiltà e il riconoscimento della dignità umana. Il Cie di Bologna è stato chiuso per le condizioni di profondo degrado igienico e sanitario e per essere diventato un luogo a rischio della nostra città, tale da provocare atti autolesionistici per chi vi era trattenuto, ma anche condizioni inaccettabili in termini di sicurezza degli operatori di Polizia e di tutti coloro che vi lavoravano. Va evidenziato come gli operatori lavorassero tramite appalti al massimo ribasso, finendo in alcuni casi per non essere nemmeno retribuiti.

I Cie si sono rivelati in tutta Italia, oltre che strumenti costosi e poco efficaci nel contrastare l’immigrazione irregolare nel nostro Paese, luoghi del tutto inadeguati a garantire il rispetto della dignità e dei diritti umani dei migranti trattenuti al loro interno. Il mantenimento del sistema dei Cie non è accettabile né giustificabile e la loro possibile riproposizione nel nostro territorio regionale è ancora più intollerabile di fronte alle tragedie che si consumano giorno dopo giorno ai nostri confini.
Il tema dell’efficacia ed effettività dell’identificazione e delle espulsioni per chi ha commesso reati è rilevante, ma non è da collegare alla chiusura del Cie. Bisogna piuttosto rimuovere gli ostacoli che impediscono l’applicazione di misure già previste dalla legge, come quella di completare tutte le procedure per il rimpatrio durante il periodo di detenzione in carcere, senza ricorrere al prolungamento – di fatto – della detenzione in ambito amministrativo.

L’abuso del trattenimento amministrativo, in luogo dell’utilizzo di altre modalità di rimpatrio previste dalle norme europee,  per coloro che si trovano in condizione di irregolarità, non va in alcun modo riproposto.La scelta politica della chiusura del Cie, frutto di un’azione delle istituzioni fortemente sostenuta dalle parti sociali, ha dato la possibilità di trasformare quel luogo degradato in un centro di accoglienza, capace di rispondere all’emergenza dei flussi di profughi degli ultimi due anni. Dobbiamo essere quindi soddisfatti di come il centro di via Mattei sia oggi diventato Hub regionale di prima accoglienza dei richiedenti asilo e punto di riferimento a livello nazionale per il suo modello di gestione. L’impegno di tutti deve andare nella direzione di un continuo miglioramento del sistema regionale di accoglienza, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei migranti.”